di Angela Aniello – Scuola Secondaria di Primo Grado dell’I.C. “Sylos” (Bitonto)

La classe III C dell’I.C. “Sylos” di Bitonto (Ba) ha aderito a Libriamoci con un interessantissimo percorso sulla mafia proposto dalle docenti Teresa Ungaro e Teresa Colamorea.
Gli alunni hanno letto il libro Per questo mi chiamo Giovanni di Luigi Garlasco, riflettendo ampiamente sulla grande lezione di vita e di coraggio di Giovanni Falcone.
Giovanni è un bambino di dieci anni di Palermo, per il suo compleanno compie una gita attraverso la città con il suo papà che gli spiega, tappa dopo tappa, le vittorie, l’impegno di Falcone e capisce che la mafia si nasconde ovunque e va combattuta fin da piccoli.
Particolarmente toccante la chiave di lettura e l’interpretazione che gli alunni hanno racchiuso in un video molto significativo:

Nel video presentato online alla Dirigente, Dott.ssa Filomena Bruno, e alla Referente del progetto Libriamoci, Prof.ssa Angela Aniello, gli alunni hanno dimostrato grande padronanza, impegno e serietà portando avanti un’idea fondamentale: bisogna essere uniti per combattere la mafia fin da subito, senza aspettare di diventare grandi.
La storia di Giovanni li ha coinvolti nel profondo suscitando in loro forti emozioni e sagge riflessioni.
Anche la musica è stata protagonista nel video, una musica dal vivo languente, triste, perfettamente incastonata in un contesto intenso e drammatico.
La violenza, i soprusi che avvengono nella scuola di Giovanni hanno avvicinato gli alunni a una realtà forse più grande, forse troppo forte ma vera e purtroppo frequente.
Il messaggio che le docenti hanno voluto lanciare è che nella vita bisogna sempre rivendicare il diritto alla giustizia anche quando si viene minacciati, sì da avere coscienze vigili e pronte ad opporsi.
La Dirigente si è complimentata per il lavoro eccellente ad alta valenza etica che gli alunni e le docenti hanno prodotto.
È proprio vero! La pace non arriva mai per conto suo ma bisogna conquistarla e difenderla anche con la forza senza mai avere paura e facendo il proprio dovere.