Alunne e alunni della Scuola Secondaria di Primo Grado “Giovanni Faggella” (San Fele, PZ)

 

Maristella Maggi, E il vento si fermò ad Auschwitz, La Spiga edizioni, 2015
di Chiara Rinaldi e Donato Carnevale

“La posta in gioco era troppo alta per lasciarla andare. In palio c’era la vita. Valeva la pena di dare il massimo, mettere in campo tutte le proprie risorse e lei, sia pure per semplice istinto, l’ha fatto”.

Il libro parla di una ragazza ebrea di nome Sara, vissuta ai tempi delle leggi naziste, che fu deportata nel campo di concentramento di Aushwitz insieme alla sua famiglia. Questo la porta a vivere la sua più grande paura, che da subito la turba: essere separata dalla madre a cui era molto legata. A settant’anni dalla vicenda racconta tutto ciò che ha vissuto, quanto sia stato difficile per lei essere passata da una vita libera e spensierata ad una vera e propria prigionia. Infine testimonia quanto abbia sofferto in quel periodo, sia fisicamente che psicologicamente, talmente tanto da non riuscire neanche a spiegarlo.

Un romanzo molto toccante questo di Maristella Maggi, che è riuscito a farci emozionare come nessun altro film o libro sulla Shoah abbia mai fatto. L’autrice tramite questa storia è riuscita anche a dare un grandissimo insegnamento che è quello di combattere sempre, anche di fronte alle difficoltà, per la vita, perché è un bene troppo prezioso per poterlo perdere. Consiglio questo libro a tutte le persone e i ragazzi che sono interessati alla storia e che vogliono leggere di persona la testimonianza della crudeltà dei campi di concentramento.

 

Trish Cook, Il sole a mezzanotte, Fabbri, 2018
di Nives Pierri

“Chiudo gli occhi e intono la mia ultima canzone , canto con tutto il cuore per Charlie, per mio padre ma soprattutto per me. Riapro gli occhi e vedo Charlie sorridere è la persona di cui ho più bisogno al mondo”.

Il libro che ho letto mi è piaciuto tanto ci sono state delle parti che mi hanno fatto riflettere tanto e allo stesso tempo mi hanno fatto commuovere. 
Un libro piacevolmente struggente che segna nel profondo, una storia che grazie anche al film crea ancora più empatia con i personaggi di quanto non faccia già la penna della scrittrice. E’ un libro breve e veloce ma carico di esperienze da vivere assolutamente e subito. Non starò a dilungarmi sulla trama anche perché questa estate è uscito il film in Italia e molti la conoscono già, inoltre nelle altre recensioni è spiegato più che ampiamente. È un libro sull’amore (di un padre prima di tutto e poi di due diciottenni), sull’amicizia di quelle vere che resistono al tempo e ai guai, su una malattia che non lascia scampo e sul come viverla senza lasciarsi sconfiggere dentro. E anche un po’ sul come ricominciare a vivere dopo una grande perdita. Il libro parla di Katie, una diciottenne, ed è scritto come scrive una diciottenne. Ed è giusto così . È un libro che parla di perdita ma che non fa piangere perché in realtà è un’inno alla vita anche se breve perché ogni giorno è un dono e deve essere vissuto completamente. Consigliato.

 

Antoine de Saint-Exupéry, Il piccolo principe, Tascabili Bompiani, 1943
di Emanuele Mariano Gruosso

“Gli adulti non capiscono mai niente da soli ed è un noia che i bambini siano sempre eternamente costretti a spiegar loro le cose.”

Il libro inizia con lo spiegare perché quell’uomo diventa un pilota. Da bambino quando faceva vedere i suoi disegni i grandi non li capivano e gli consigliarono di non fare il pittore. Un giorno durante un viaggio il suo aereo precipitò nel deserto del Sahara e fu li che incontrò un bambino, il Piccolo Principe che veniva dal pianeta B612, che gli chiese di disegnare un pecora. Il Piccolo Principe se ne era andato dal suo pianeta perché si sentiva solo e perché una rosa, unico fiore del suo pianeta, di cui si prendeva cura, si comportava male con lui. Il Piccolo Principe voleva la pecora perché doveva mangiare le piantine piccole dei baobab perché questi potevano distruggere il suo pianeta. Durante il viaggio che fece per arrivare sulla terra si fermò su altri pianeti dove incontrò persone strane che gli insegnarono delle cose.
Incontrò un vecchio re a cui piaceva dare ordini, ma era l’ unico abitante del pianeta.
Un uomo vanitoso che voleva essere sempre ammirato.
Un ubriacone che beveva per dimenticare quello che aveva bevuto.
Un uomo di affari che pensava di essere ricco perché credeva che tutte le stelle che contava erano sue.
Un lampionaio, un geografo che gli consigliò di andare sulla Terra.
Il primo incontro che fece sulla Terra fu con un serpente velenoso. Poi scopri un giardino di rose dove capì che la sua rosa gli aveva detto un bugia perché gli aveva fatto credere che era l’unica dell’Universo.
L’incontro più importante è stato quello con la volpe perché imparò la vera essenza dell’amicizia.
Alla fine il pilota e il Principe rimasero senza acqua, è vanno alla ricerca di un pozzo, dopo che l’hanno trovato decidono di separarsi e di incontrarsi la sera dopo. Quando la sera dopo il pilota torna al pozzo, trova il principe che parla con il serpente che gli disse che aveva il potere di riportarlo sul suo asteroide.
Il Piccolo Principe viene morso dal serpente sulla caviglia e cade sulla sabbia. Il giorno dopo il pilota non trova più il corpo del Principe e pensa che il Principe finalmente è tornato sul suo asteroide dalla sua amica rosa.

Questo libro mi è piaciuto molto perché parla dell’amicizia che è una cosa molto importante. Ci rendiamo conto dell’importanza di una persona , anche se molto spesso ci da fastidio o ci fa arrabbiare, quando non è più insieme a noi. E anche perché è vero che i grandi non sono più capaci di vedere e pensare come un bambino, perché pensano solo: ai soldi, alla bellezza, ad essere famosi e al potere.

 

Daniel Defoe, Robinson Crusoe, Raffaello, 2017
di Donato Caggiano

Il libro è stato fatto nella metà del XVIII secolo. Robinson Crusoe era un inglese che contro il volere del padre si imbarcò e divenne un marinaio. Il primo tentativo fallì e naufragò, la seconda volta venne rapito da alcuni pirati che lo portarono in Africa. Dopo due anni riuscì a scappare. Arriva in Brasile dove si occupa di piantagioni da zucchero . Dopo qualche tempo riprende la via del mare e naufragando nuovamente arriva ai Caraibi. Grazie agli attrezzi recuperati dal relitto costruisce molte cose utili alla vita quotidiana (una casa-fortezza , un’altra casa in mezzo a una radura che chiamava fattoria , un rudimentale calendario dove ogni giorno metteva un trattino per capire che giorno era e molte altre cose). Si dedicò anche ad agricoltura ed allevamento soprattutto di capre. La Bibbia per Robinson divenne una vera e propria guida morale. Robinson un bel giorno si svegliò e si accorse che non era solo sull’isola ma c’era un gruppo di cannibali con un prigioniero che Robinson salvò e fece suo aiutante e lo chiamò Venerdì in onore del giorno che l’ha salvato. Robinson insieme a Venerdì riesce a salvare altri due prigionieri (il papà di Venerdì e un marinaio spagnolo). Con loro partì e arrivò in Inghilterra nella sua patria.

Non penso sarei capace di affrontare il tipo di avventure di Robinson, però se si trattasse di avventure con la moto o con la macchina sarei pronto a tutto.