di Silvia Attianese – Scuola media statale “Padre Pio” (Torremaggiore – FG)

Il libro

Kai Hermann e Horst Rieck, Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino, Rizzoli, Milano 1981 (prima edizione)

Un accenno di trama

Il libro narra la storia vera di Christiane F., che a 6 anni si trasferisce a Berlino, nel quartiere popolare di Gropiusstad, formato da casermoni con 45.000 persone e aree molto degradate.
Qui passa la sua infanzia disagiata e traumatica, con i genitori separati e assenti, e inizia la sua adolescenza, quando conosce Kessi, che la trascina in situazioni pericolose perché viene spronata ad assumere tanti tipi di sostanze, gradualmente, partendo dall’alcol, per passare all’acido, alle pasticche, fino all’eroina.
Insieme a lei non ci sono suoi coetanei, ma adolescenti più grandi, con situazioni complicate, che la credono più grande grazie alle sue esperienze.
A 14 anni assume abitualmente eroina e per lei inizia un periodo buio in cui si rende conto di quanto questa droga possa far male e quanto possa essere letale. Insieme a lei c’è Detlef, il suo ragazzo, anch’esso dipendente dall’eroina, con cui prova a disintossicarsi per ben sei volte, senza ottenere risultati.
Ma alla fine Christiane trova il modo di riscattarsi con un nuovo gruppo di amici e un nuovo mondo, in cui la libertà non è più la droga.

Cosa ne penso

Il libro è scritto con un linguaggio crudo e diretto, in modo che il lettore possa comprendere benissimo le situazioni e la vita quotidiana raccontate in prima persona dalla protagonista.
Questa lettura mi ha appassionata molto perché riguarda un fenomeno ancora oggi molto presente nella nostra società e perché fa capire molto bene come si diventa, praticamente dal nulla, tossicodipendenti.
Le dipendenze entrano nella vita di Christiane in modo “silenzioso”, a partire dall’assunzione di droghe per la semplice voglia di distinguersi.
È molto interessante anche il lessico specifico, in cui termini come “a rota”, “sballo”, “dose” ecc…, vengono compresi grazie al contesto.
È un libro adatto a sensibilizzare gli adolescenti anche con la narrazione di eventi tragici, come la morte di un amico di Christiane, o la narrazione delle cure effettuate nei centri di disintossicazioni, gli stati d’animo come il nervosismo e altro ancora.

Una frase da citare

“Non avevo progetti, ma solo sogni.”

Il sito web della Scuola media statale “Padre Pio”: www.scuolamediapadrepio.edu.it.

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