della Redazione

Continua il ciclo di interviste (leggi QUI le altre) a chi si occupa in prima persona di promozione della lettura: librai, bibliotecari, blogger, esperti di illustrazione e letteratura per ragazzi e per l’infanzia. Maria Polita è laureata in Linguistica, ha vinto il dottorato di ricerca in Storia della lingua, e successivamente un assegno di ricerca. Assume diversi incarichi di didattica all’Università Cattolica del Sacro cuore di Brescia e di Piacenza. Nel frattempo collabora a progetti internazionali di studio della lingua nella diagnosi precoce di alcune malattie. Scaffale Basso, aperto nel 2012, si occupa di letteratura per l’infanzia dagli 0 anni fino (per adesso) al ciclo della primaria, ma anche di albi illustrati per gli adulti. Guida anche i gruppi di lettura per adulti Scoprirsi Bambini a Milano e in Brianza. 

1. Come sei arrivata alla promozione alla lettura, qual è il tuo percorso professionale?

Mi piace studiare e mi piace la lingua italiana. Dopo la laurea in Linguistica italiana ho vinto il concorso per un dottorato di ricerca e successivamente per un assegno di ricerca quadriennale, entrambi incentrati sullo studio della lingua prima del ‘200 e poi del ‘700.  È dallo studio della lingua e dei testi pensati per le persone non scolarizzate che il mio lavoro si è sempre più avvicinato alla letteratura per l’infanzia, che fino ad allora era rimasta una passione personale. Nel 2012 ho incominciato a scrivere Scaffale Basso, recensendo albi illustrati e libri per bambini e ragazzi.

Contemporaneamente la mia ricerca andava avanti: ho assunto diverse docenze a contratto per Storia della lingua, Grammatica italiana, Linguistica italiana e laboratori di lingua presso alcune università. Ho conseguito un master per l’insegnamento della lingua italiana con L2 e ho collaborato ad alcuni progetti per l’applicazione dello studio linguistico in ambito medico, anche in relazione all’infanzia. Il lavoro accademico implica docenze, convegni e comunicazione della mia ricerca attraverso articoli ed interventi in ambito specialistico. Attualmente ho alcuni incarichi presso l’Università Cattolica del Sacro cuore di Brescia, sto lavorando ad un progetto a cura dell’ASLI scuola, relativo alla lingua proposta nella prima fascia scolare e tengo corsi di aggiornamento relativi alla letteratura per l’infanzia. Sto cercando una forma di lavoro capace di stare al passo con me e con i miei interessi.

2. Fai una breve presentazione di te e delle tue attività legate alla lettura in particolare nelle scuole.

L’attività principale che mi lega alla lettura è la scrittura di Scaffale Basso, un sito dedicato alle recensioni di albi illustrati e alla letteratura per l’infanzia (per adesso fino agli 8 anni). Da questa passione che, per l’impegno richiesto (scrivo da 3 a 7 recensioni settimanali), è diventata un lavoro, sono nati rapporti interessanti con illustratori e autori da cui sono scaturiti approfondimenti e interviste. Dietro Scaffale Basso vi è una fitta rete di rapporti che significano relazioni con gli editori, consulenze private ad autori, selezione della linea editoriale del sito.

A titolo privato, in quanto “mamma di”, ho attivamente sostenuto un progetto di revisione delle biblioteche scolastiche delle scuole frequentate da mio figlio. Questi ampi progetti hanno previsto letture, presentazioni, bibliografie e dibattiti. Le letture quotidiane ai bambini, qualsiasi sia l’occasione (dal corridoio di attesa in piscina, alla sala d’aspetto del pediatra, alla spiaggia…) sono all’ordine del giorno. Ogni esperienza è occasione per me di riflessione e converge poi in Scaffale Basso sotto forma di consigli e resoconti.

Dal 2014 tengo dei gruppi di lettura per adulti, dal titolo Scoprirsi Bambini, dedicati allo studio degli albi illustrati. Questi incontri si svolgono a Milano e in Brianza e nascono dall’idea di uno studio cooperativo intorno ad un tema che viene sviscerato e affrontato secondo tutti i suoi aspetti.

Dal 2016 ho iniziato ad essere invitata a tenere corsi di aggiornamento presso scuole dell’infanzia e primarie e, proprio in vista di questa ulteriore trasformazione, tra pochi mesi Scaffala Basso modificherà il suo aspetto per dare spazio anche a questa esperienza e per interfacciarsi con le scuole. Sempre nel 2016 sono stata invita a tenere un gruppo di lettura per bambini della scuola primaria presso l’istituto di mio figlio. Questa è un’attività opzionale pomeridiana che sta avendo molto successo, con evidente arricchimento per tutti i partecipanti.

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3. Perché per te è importante fare promozione alla lettura e leggere ad alta voce?

Credo che l’ascolto di storie sia un bisogno atavico ed essenziale dell’essere umano. Ascoltare insegna a capire il mondo, capire il mondo insegna a vivere. Leggere per me è innanzitutto l’esperienza di una relazione: relazione con chi legge e relazione con i personaggi di cui si legge. Non mi piace parlare di promozione, perché quello che faccio non nasce a tavolino con l’obiettivo di “far leggere”. Ciò che faccio è trasmettere una cosa che ho imparato a fare bene e comunicare la passione con cui la faccio. Questo non è molto diverso da ciò che fa un bravo artigiano quando trasmette ai suoi apprendisti un mestiere che ama e che fa bene. Io credo che sia importante che questo avvenga in ogni situazione e quindi anche quando si tratta di leggere.

4. Come costruisci i tuoi percorsi di lettura? Come sono strutturate le tue letture con i bambini?

Non so se capisco bene la domanda. Quando affronto l’approfondimento di un tema, che mi venga richiesto o che scelgo, parto da una lettura puntuale del testo, dopodiché studio e ricerco le sue diverse declinazioni in altri testi. Successivamente cerco di identificare ciò che li lega e li accomuna tentando di risalire agli elementi storici da cui sono nati: comprendere da dove nasce un personaggio, a che punto della storia è sorto un tema, da quale esigenza si è sviluppata una tematica o un tipo di narrazione mi aiuta a rispondere in modo più pertinente ai miei interlocutori.

Se invece mi viene chiesto di strutturare un percorso di letture, innanzitutto mi chiedo quale sia il bisogno dei miei interlocutori: che cosa cercano? Perché hanno bisogno di me? A partire dalle risposte che mi do, pianifico una strada da imboccare insieme ai miei ascoltatori nella direzione desiderata. In un caso si tratterà di scegliere una filastrocca per attirare l’attenzione dei bambini e creare il silenzio, in un altro caso forse sarà meglio mostrare i libri ai bambini lasciando che li guardino da soli prima di prendere la parola, in altri casi prima parliamo di noi e delle nostre passioni e poi prendiamo un libro in mano, in altri casi lascio che siano i bambini a prendere in mano le redini della lettura… 

Insomma non ripropongo una formula fissa, ma cerco di adattarmi al contesto.

5. Hai un tuo metodo? Quali sono i tuoi maestri di riferimento?

Non ho un metodo conscio che applico particolarmente alla lettura o alla sua promozione, ma sono stata abituata dalle persone che ho incontrato sulla mia strada (a partire dai miei genitori, passando per autori di libri, professori universitari, amici…) a non fermarmi mai alla superficie delle cose. La linguistica mi ha insegnato che c’è un livello profondo di bellezza nella scrittura e che andando fino in fondo si possono capire i testi, accarezzando un certa oggettività data dal guizzo originale di ogni autore. Mi piace, con Scaffale Basso, con gli adulti e con i bambini che incontro, incamminarmi su questa strada di ricerca. 

6. Quali sono le caratteristiche che un libro per bambini deve avere per essere un buon libro?

Deve avere qualcosa di vero da raccontare. Un buon libro non ha secondi fini, non vuole per forza insegnarti qualcosa, non ha bisogno del tuo riconoscimento per affermare che vale. Un buon libro è intero, nasce da un’idea ed è curato amorevolmente da chi lo fa: il suo autore, il suo illustratore, il suo editore.

7. Quali sono per te i tre libri più belli per bambini dai 3/6 anni?

Le classifiche non mi piacciono, perché la definizione di bello, in un libro, non può scindersi dal proprio lettore e dall’emozione che li lega, in più la fascia d’età è vastissima! Posso dirvi tre libri a cui sono particolarmente affezionata e che proporrei a bambini diversi di quell’età:

  • Ciccì e Coccò di Bruno Munari
  • Stagioni di BlexBolex
  • I cinque Malfatti di Beatrice Alemagna

8. Quali sono per te i tre libri più belli per bambini dai 6/11 anni?

Ancora una volta vi cito alcuni dei libri che sono stati per me fondamentali a quell’età, e che quindi ancora amo: 

  • Vampiretto di Angela SommerBodenburg
  • L’occhio del lupo di Daniel Pennac
  • Violetta la timida di Giana Anguissola

9. Quali sono per te i tre libri più belli per Giovani Adulti?

Quella dei giovani adulti è una categoria letteraria che non conosco bene e che non trovo abbia ragione d’essere distinta dalla letteratura. Mi sembra un modo per non prendersi sul serio. Dai 13 anni si è in grado di leggere il mondo e capirlo. Ne scrivo due (o nove, se volete):

  • Bianca come il latte, rossa come il sangue di Alessandro D’Avenia
  • Harry Potter di J.K. Rowling

10. Parlando di promozione alla lettura quanto pensi sia importante il ruolo della scuola e delle insegnanti, della famiglia, della società?

Se devo fare una classifica, metterei al primo posto la famiglia: se in famiglia non si fa assaporare ai piccoli la bellezza, la pace e l’intimità di una storia raccontata, la lettura farà fatica a essere associata ad un piacere. La scuola riveste un ruolo cruciale, in quanto il bambino, dai 3 anni, trascorre molto tempo nelle aule scolastiche. Ciò che è importante è che le maestre si scollino dall’idea di leggere per insegnare qualcosa o per ottenere qualcosa (imparare a leggere, a esempio): se leggeranno per il loro piacere e per quello dei loro alunni regaleranno loro molto più di quanto avranno mai immaginato. La società ha certamente un ruolo, poiché è importante che le istituzioni abbiano a cuore le nuove generazioni e la promozione della lettura significa permettere ai giovani di imparare a pensare: tuttavia, data la natura intima ed emotiva del rapporto con il libro, l’azione istituzionale dovrebbe favorire chi si occupa di promuovere la lettura nella trama reale della quotidianità.

11. Quali sono secondo te i fattori che contribuiscono a ottenere nei giovani un rapporto sano con l’oggetto libro/con la lettura?

Un buon rapporto dei genitori con la lettura, il che espone i bambini e i ragazzi ad un mondo che desterà la loro curiosità. 

La gratuità consuetudinaria con cui gli adulti leggono ai bambini: creare un momento condiviso e personale con un libro ed un bambino è un’esperienza meravigliosa. Può essere prima di addormentarsi, mentre fanno il bagno o in qualsiasi altra situazione che lo permetta.

Una libertà di scelta (che non diventi una dittatura!) per cui il bambino può muoversi in modo indipendente alla ricerca delle sue storie.

Lo sganciamento dell’esperienza della lettura da un obiettivo misurabile (leggere un certo numero di pagine l’anno, un certo numero di libri…): leggere è un piacere.

12. Qual è Il tuo libro preferito di sempre?

Non riesco a rispondere con un solo libro, avrei mille libri da citare per mille ragioni: quello che mi ha aperto gli occhi, quello che mi ha appassionato, quello che mi ha spiazzato, quello che rileggo di più, quello che ho letto una volta e mi è bastato, quello che cito a memoria… Non saprei rispondere, insomma.

13. Qual è la tua citazione letteraria preferita?

“Invano si tende la rete / sotto gli occhi degli uccelli” (Libro dei proverbi)

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