di Daniela Finocchi – Concorso letterario nazionale “Lingua Madre”

Si sono preparati, hanno lavorato insieme e hanno dato voce, con profonda intensità, a racconti di donne straniere. L’incontro è stato arricchito anche dall’utilizzo della Lingua Italiana dei Segni, grazie alla presenza di una delle studenti che è anche interprete.

Ma non solo, un’altra allieva straniera del Magarotto – di origine senegalese – si è messa a disposizione per tradurre l’incontro a coloro che non avevano padronanza della lingua italiana con generosa spontaneità.

I primi testi scelti da insegnati e ragazzi/e sono stati La rosa di carta di Slobodanka Ciric e Una donna, due mondi di Samira Garni, entrambi pubblicati nelle antologie “Lingua Madre. Racconti di donne straniere in Italia” (Edizioni SEB27).

Il primo, dedicato ai temi del mondo carcerario, è stato letto a turno dai ragazzi del Ferrante e, al termine, ogni partecipante è stato invitato a definire con un solo aggettivo ciò che la narrazione ha suscitato in loro. Commozione, sofferenza ma anche bellezza, forza e fiducia sono state le emozioni descritte dai giovani a seguito della lettura, dimostrando un’intensa partecipazione alle vicende descritte dal racconto.

Una donna, due mondi, condiviso dalle/degli studenti del Magarotto, ha dato invece spunto per riflessioni e approfondimenti sugli stereotipi e i pregiudizi che spesso ingabbiano uomini e donne, in base a origini e culture di appartenenza. Dopo un momento di confronto importante e costruttivo – in cui sono state davvero abbattute barriere e si è entrati in relazione in maniera più profonda – i giovani detenuti del Ferrante Aporti hanno voluto omaggiare gli ospiti della giornata con la lettura di un altro racconto del Concorso, Le “parole” del silenzio di Laura Tiberia Oancea, un testo sul tema della sordità che è servito a mettere in parola le difficoltà, il senso di esclusione ed estraneità, il silenzio in cui spesso sono rinchiuse le persone non udenti, condizione d’altronde non del tutto estranea anche ai detenuti.

È stato davvero un peccato non aver potuto immortalare gli sguardi e l’intesa che si è creata tra i/le ragazzi/e, dando conferma che a volte basta essere solo guardati e poi riconosciuti dall’altro/a per superare diffidenze, chiusure, paure che le diversità possono suscitare. Con un saluto e un applauso collettivo nel linguaggio LIS, l’incontro si è concluso, ma il dialogo proseguirà e si articolerà in altri appuntamenti e occasioni di confronto nel futuro. 

Partner del progetto: Essere Umani onlus.

Sito web: concorsolinguamadre.it.

Per informazioni: info@concorsolinguamadre.it.