della Redazione

Inizia oggi il ciclo di interviste (leggi QUI le altre) a chi si occupa in prima persona di promozione della lettura: librai, bibliotecari, blogger, esperti di illustrazione e letteratura per ragazzi e per l’infanzia. Radice-Labirinto è una libreria per l’infanzia, situata nel centro di Carpi (in provincia di Modena), attiva da anni sul territorio. La prima intervista dedicata all’approfondimento dell’attività di chi si occupa di promozione ed educazione alla lettura ha come protagonista Alessia Napolitano, titolare della libreria insieme a Dario Pignatti.

1. Come sei arrivata alla promozione alla lettura, qual è il tuo percorso professionale?

Io sono una libraia e, probabilmente, una libraia si forma fin da bambina, leggendo libri su libri. Il gusto poi lo si affina nel tempo e dopo una laurea in Lettere Moderne, sono stata pronta per mettere alla prova  la mia sensibilità letteraria con la laurea in Scienze dalla Formazione Primaria e  una tesi in letteratura per l’infanzia. Dico mettere alla prova perché oggi il mercato editoriale dedicato a bambini e ragazzi è molto confuso e crea tanti fanatismi;  invece le buone letture della mia vita mi hanno permesso di restare vigile, mi hanno insegnato cosa vuol dire scrivere e sentire il cuore sotto le parole.  La qualifica definitiva di libraia è arrivata però dopo aver frequentato l’Accademia Drosselmeier della Giannino Stoppani. Dato il mio mestiere, la promozione della lettura è una propensione intrinseca al mio lavoro e  la pratico tutti i giorni attraverso il dialogo con i clienti in libreria e facendo formazioni in scuole, biblioteche e cooperative.

2. Fai una  breve presentazione di te e delle tue attività legate alla lettura in particolare nelle scuole.

Nelle scuole difficilmente leggo albi illustrati, pensando che l’albo e la lettura ad alta voce abbiamo bisogno di un tempo più raccolto e intimo per essere apprezzate.  La lettura è qualcosa di condivisibile,  ma con pudore, senza spettacolarizzazione. So di andare contro corrente, ma con i grandi gruppi preferisco narrare fiabe o miti senza l’ausilio dei libri, ricreare un piccolo focolare, lasciare che la voce scorra libera senza orpelli, senza sottolineature eccessive, con amorevolezza, sincerità e autenticità.  Sono convinta che la buona letteratura abbia bisogno di un canale affettivo vero per arrivare al cuore dei lettori, per questo non accetto mai di narrare al nido ( il bambino piccolo necessita della narrazione nella quotidianità e di riconoscere una voce familiare) e se mi si propone di narrare negli ordini scolastici successivi, non confermo mai incarichi inferiori ai tre incontri.  A conclusione della narrazione – anche se si dovrebbe lasciare al corpo del bambino la possibilità di muoversi liberamente, ma, ahimè, a scuola  il tempo pare sempre tiranno –  porto ai bambini e alle maestre una delle nostre “Bibliografie intrecciate” (un’invenzione di Radice-Labirinto) ovvero un elenco di sette libri che a partire dalla fiaba narrata possano instaurare dialoghi né scontati né didascalici con  albi, romanzi, racconti o altre fiabe. Insieme ai bambini sfogliamo i libri e leggiamo alcuni brani, nella speranza che siano poi le maestre a continuare il percorso nelle ore di loro competenza.  A parte le narrazioni sia a scuola che in libreria – a scadenza settimanale -, Radice-Labirinto propone molti percorsi di formazione per le scuole, per i bibliotecari  e per chiunque sia interessato ad approfondire la buona letteratura per l’infanzia (QUA il link). In particolare con l’evento “Disegnare una mappa” coinvolgiamo moltissime persone in conferenze gratuite a cielo aperto (QUA il link al programma della terza edizione).

3. Perché per te è importante fare promozione alla lettura e leggere ad alta voce?

I libri rappresentano una possibilità, sebbene non l’unica, per appassionarsi alla vita. Sono prima di tutte storie, sono persone, vissuti, immaginazione, speranze, consapevolezze, dolore, invettive, rivoluzioni, proteste… Sono la vita che racconta se stessa. Pensare che un bambino o un ragazzo non possano venire a conoscenza di una simile opportunità per conoscere se stessi e il mondo, mi rattrista moltissimo.

liber 2

4. Come costruisci i tuoi percorsi di lettura? Come sono strutturate le tue letture con i bambini?

Ai bambini in libreria leggo qualche pagina quando propongo un libro; lo faccio senza forzare, senza alterare la voce,  ritagliandomi un momento di pace, e se il bambino è distratto non insisto, ma parlo con i genitori o i nonni invogliandoli a concedersi nel calore delle proprie case , intensi minuti di quiete e bellezza in compagnia di una bella storia. In un certo senso  i miei percorsi di lettura si strutturano principalmente parlando con i genitori perché ritengo che sia nella frequentazione quotidiana e serena di un libro che si possa costruire il lettore.  Parlo agli adulti dell’importanza di leggere  tutte le sere, nell’intimità della camera da letto;  di leggere insieme la domenica mattina o quando qualcosa accende  un’incandescenza che illumina una storia.  Parlo dell’importanza  di leggere di tutto, anche se i bambini sono piccoli, nella convinzione che le parole nascondono bellezza non solo nel significato ma anche nel suono, e sapendo che, nel rispetto dei propri tempi, ognuno, bambino o adulto che sia, ruba alle parole e ai libri ciò di cui ha bisogno senza rendersene conto. E’ questa la magia.

5. Hai un tuo metodo? Quali sono i tuoi maestri di riferimento?

Non amo i metodi, non mi interessano. Mi interessa che la mia voce sia vera e la mia intenzione pulita. Quando leggo o narro cerco il mio cuore, la mia immaginazione , l’incanto delle parole capaci di costruire un ponte in me e in chi ascolta: quando si condivide una storia si è alla pari. I miei maestri sono tutte le persone che con amore mi hanno raccontato una fiaba, un aneddoto della loro vita, mi hanno letto il libro della sera, o mi hanno parlato  con verità e trasparenza.

6. Quali sono le caratteristiche che un libro per bambini deve avere per essere un buon libro?

Un libro deve contenere una storia, una storia vera, né a tema, né sdolcinata, né  ammiccante. La scrittura deve essere coerente, deve pulsare di meraviglia, le parole scelte con cura. In un libro devo sentire che l’autore vuole davvero raccontarmi qualcosa, che ha sentito l’urgenza di scrivere aldilà di ogni personalismo e di ogni opportunismo. Le storie vere sono quelle che sopravviveranno al tempo, quelle più forti delle contingenze, più importanti della fama di chi le ha create.

liber 3

7. Quali sono per te i tre libri più belli per bambini dai 3/6 anni?

So che piace molto porre questo tipo di domanda e che le classifiche attraggono sempre l’attenzione del lettore virtuale. Sono un po’ affaticata da questo genere di selezioni così come sono turbata quando si tratta di assegnare un’età ai libri. Provo a fare del mio meglio ricordando i libri che sono stati importanti per me in quegli anni.

  1. Leo e Lia di Laura Orvieto
  2. I quattro libri di lettura di Tolstoj
  3. Il GGG di Roal Dahl

8. Quali sono per te i tre libri più belli per bambini dai 6/11 anni?

  1. Atalanta di Gianni Rodari
  2. Storie per bambini di Peter Bichsel
  3. Il Barone rampante di Italo Calvino

9. Quali sono per te i tre libri più belli per Giovani Adulti?

Prima di elencare i libri, vorrei dire che  fino a qualche tempo fa  quando si superava la soglia dei dodici anni ti si spalancava l’intera biblioteca domestica, e non c’era bisogno di definire i libri per ragazzi (e i ragazzi stessi) “Giovani Adulti”. Mi trovo molto in difficoltà con questa nuova categoria commerciale per cui, ancora una volta, vi riporterò i libri importanti della mia adolescenza.

  1. La mia famiglia e altri animali di Gerald Durrell
  2. La tigre in vetrina di Alka Zei
  3. Il sentiero dei nidi di ragno di Italo Calvino

10. Parlando di promozione alla lettura quanto pensi sia importante il ruolo della scuola e delle insegnanti, della famiglia, della società?

Una società che legge è una società evoluta. Quindi direi che ogni ente, ogni famiglia, ogni istituzione, ogni ospedale, ogni biblioteca, ogni libreria dovrebbe poter proporre libri di qualità.

11. Quali sono secondo te i fattori che contribuiscono ad ottenere nei giovani un rapporto sano con l’oggetto libro/con la lettura?

Il rapporto con il libro non deve essere per forza sano: c’è chi legge con disperazione e chi con rabbia, c’è chi legge per noia  e chi per lenire un dolore. Il libro è uno strumento e in quanto tale sarà l’intenzione con cui lo si legge a definire il rapporto che il lettore crea con esso,  il tipo di relazione. Nello stesso modo in cui non credo  si debba parlare di un rapporto sano e uno malato, così  non deve passare l’idea di  un lettore modello;  esiste un intreccio infinito di strade che possono portare al libro. Oggi troppo spesso si tende ad identificare il bambino che legge con il bambino diligente e intelligente. Mai errore fu più fatale! Perché quando si pone l’accento su un aspetto positivo, si mette automaticamente il luce il lato ombra della questione. Molti ragazzi non leggono perché non si sentono adeguati al compito o perché si sentono degli esclusi. Per i bambini è diverso: la scuola fa spesso passare la lettura per un compito e, senza cognizione di causa,  seleziona libri insulsi o ammiccanti per invogliare la pratica della lettura, quando spesso sono proprio i libri brutti ad allontanare i bambini dalle storie. Per non dire poi che purtroppo sono proprio i maestri i primi a non leggere. Se non si legge non si allena l’orecchio alla musicalità della buona scrittura, ci si lascia facilmente incantare dai manualetti e dai libri saponetta. Per costruire un lettore, il maestro, l’insegnante, la famiglia…non devono farsi trovare impreparati, ignoranti o incompetenti. E infine gli adulti tutti, devono ricominciare a narrare senza libro, creare la meraviglia occhi negli occhi, riappropriarsi del focolare o coinvolgere gli studenti con una lezione narrata e appassionata.

12. Qual è Il tuo libro preferito di sempre?

Al faro di Virginia Woolf.

13. Qual è la tua citazione letteraria preferita?

Devo ammettere che cito pochissimo anche nei miei articoli, quindi mi trovate piuttosto impreparata in fatto di citazioni letterarie… Mi viene in mente solo una locuzione che in questi giorni mi è sovvenuta in diverse occasioni e per svariati motivi: “Memento audere semper”, coniata da Gabriele D’Annunzio.

Il sito di RADICE-LABIRINTO, libreria per l’infanzia è www.radicelabirinto.it.

Sul sito della libreria troverete il blog “Le stanze del labrinto – il diario di una libraia” in cui leggere le riflessioni nate intorno al libro e all’infanzia e i nostri “Consigli di lettura”.

Un po’ di link per esplorare e approfondire l’attività di Radice-Labirinto:

http://www.radicelabirinto.it/note-a-margine/

http://www.radicelabirinto.it/libro-e-liberta/

http://radicelabirinto.it/se-lo-puoi-raccontare-un-articolo-in-quattro-parti/

http://www.radicelabirinto.it/vizi-e-pregiudizi-1/

http://www.radicelabirinto.it/buono-come-il-latte/

liber 4