di Stefania Liverini – La coda dei libri

Questo intervento è stato originariamente pubblicato sul blog La coda dei libri. Lo riproponiamo con il consenso dell’autrice.

“Care persone fatene tesoro di questo lenzuolo che c’è un po’ della vita mia”. Così Clelia Marchi, una contadina di Poggio Rusco, inizia a raccontare la storia della sua vita scritta su un lenzuolo, ora custodito nel Piccolo museo dell’Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano. Perché mi sono tornati in mente Clelia ed il suo lenzuolo?

Perché quando chiudi IO ASPETTO, senti che Calì ti ha regalato, come Clelia, qualcosa di prezioso. Il racconto della vita intera di una persona. Poco conta se reale o immaginaria. Hai letto e visto la felicità, il dolore, l’inquietudine, l’allegria, nei giorni di un bambino che diventa ragazzo, poi uomo, poi vecchio. Pagina dopo pagina sei diventato testimone di un tesoro. A te, ora, il compito di custodirlo.

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Per raccontare una vita, dentro al libro, ci sono poche parole e disegni essenziali. A tenere insieme le pagine e i giorni, un filo rosso ed un verbo.

Il filo rosso  diventa metafora di un divenire. Un modo per estrarre, dalla matassa dei giorni, i desideri, per sistemarli come fossero episodi ordinati di un’esistenza. Una linea continua che non si interrompe, che Bloch risistema e modifica continuamente, facendo diventare il filo una maglia, una fune, un laccio, un cordone, un fazzoletto, una corona di fiori. E con la forma cambia il momento della vita e l’emozione racchiusa nella pagina del libro.

I disegni costruiscono, intorno al filo rosso, scena e sentimento. Così vedi il calore che avvolge l’infanzia, riconosci la fragilità negli addii, la gioia che impazza e tutte le emozioni che rendono speciale il quotidiano del protagonista.

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IO ASPETTO non è solo il titolo del libro, è anche la frase che ne scandisce ritmo e sequenze. Il protagonista aspetta ma, non sta fermo. Al contrario. Il suo cuore anela e lui coltiva speranze che cambiano con il passare degli anni.

Calì e Bloch non hanno usato l’ampiezza del lenzuolo di Clelia per il loro racconto. Non c’era per questa storia un lenzuolo matrimoniale del corredo. C’era lo spazio minimo di una busta postale, lunga e stretta, da dove hanno fatto, ugualmente, straripare la vita. Perciò, Care persone, fatene tesoro.

IO ASPETTO di Davide Calì, Serge Bloch, Kite Edizioni, 2015

IO ASPETTO è un libro che ha superato confini territoriali e di genere narrativo, di età e di stile. Dopo dieci anni dall’uscita francese e nove anni da quella italiana, con Emme Edizioni, è tornato, finalmente, sugli scaffali delle librerie in questa nuova pubblicazione per l’editrice Kite.