della Redazione

Il Buongiorno di Massimo Gramellini su La Stampa dell’8 gennaio 2016 era dedicato alla letteratura per bambini e ragazzi. L’autore dedica una riflessione a cosa avviene in campo letterario nei paesi anglofoni, e vi trova una freschezza e una forza che non riscontra nella narrativa italiana:

“E gli italiani? Avendo copiato gli americani praticamente in tutto, non potevamo che seguirli anche in questa strage della fantasia immolata sull’altare della cosiddetta realtà. Pinocchio è un gigante della narrativa universale, eppure fu ignorato per un certo periodo persino dai suoi contemporanei. Le biografie di Collodi pubblicate dai giornali dopo la sua morte liquidano il burattino in poche righe. L’autore stesso non ebbe piena consapevolezza della sua opera, che toccò a Benedetto Croce sdoganare almeno dal punto di vista letterario. […] Ma non ha lasciato eredi. Oggi si scrivono favole anche molto poetiche, intasate soprattutto di animali che parlano e ragionano come gli umani, ma manca la magia della spiritualità che in un Paese cattolico come il nostro viene ancora associata esclusivamente alla religione. Mentre il misticismo pagano che è alla base delle fantasie immortali degli inglesi si nutre di boschi, di orfani e di lettori che abbiano voglia di lasciarsi lambire dalla loro ombra a costo di perdervisi.”

Ne è seguita, in data odierna, una risposta dell’ICWA (Italian Children’s Writers Association):

“Pur concordando con molti punti del suo articolo, la sua analisi sulla situazione italiana ci è sembrata spericolata e, ci permetta, in alcuni aspetti carente di informazione.

Dalla fine dell’800 a oggi gli autori italiani non si sono “limitati a copiare praticamente tutto dagli americani” ma hanno contribuito a dare vita a un mercato editoriale di libri per bambini e ragazzi molto vivace, che affronta molti generi, con punti di vista e toni estremamente vari. Ci sono gli animali parlanti ma pure quelli che stanno in perfetto silenzio, come ci sono storie intrise di spiritualità laica, di poesia, che fanno ridere, piangere o tutt’e due le cose.

Potete leggerla per intero QUA.

[L’illustrazione di Harry Potter è di Jim Kay]