di Anna Maria Lusso – Scuola dell’Infanzia (Cairo Montenotte)

L’esempio mediatico riflette una società di sopraffazione e di aggressione verbale e spesso fisica, è per noi fondamentale ripartire dal rispetto delle semplici regole di convivenza, cominciando proprio dall’esercizio quotidiano di semplici parole gentili, che accompagnate da un sorriso trasformino i pensieri negativi in pensieri positivi, rendendoci consapevoli dell’influenza che il nostro modo di pensare ha sulle nostre emozioni e dunque sul nostro benessere e su come l’uso e l’approccio gentile, quindi positivo, ci possa aiutare in questo e contagi le risposte altrui.

È un approccio che dev’essere costante, quotidiano. Quando le parole gentili entrano in gioco nella quotidianità a scuola e oltre la scuola? Il fiore della gentilezza ha raccolto le parole spesso dimenticate; dico:
CIAO – quando incontro gli altri, la mamma, il papà, gli amici
BUONGIORNO – perché cosi sarà una bella giornata e andrà tutto bene
PERMESSO quando voglio passare e non c’è posto, senza spingere, quando entro in una casa 
BUON APPETITO – perché mangi bene e ti fa bene 
PREGO – prima si dice grazie e si risponde prego
GRAZIE – se mi danno qualcosa, mi fanno una cosa bella, la mamma mi aiuta, i miei amici mi danno un gioco
SCUSA – perché magari ho fatto male a qualcuno, l’ho fatto piangere, ho detto una cosa brutta
PER FAVORE – quando devo chiedere qualcosa, quando la signora mi da il bis di pasta

Ci sono state delle occasioni che hanno tradotto la gentilezza in manufatti anche nei momenti di festa: la tovaglia per Natale che ci insegna ad apparecchiare e ha le parole gentili per non dimenticarle; pensieri per i nonni, per il papà, per la mamma, per la Terra (sulla pagina facebook del C.E.A. c’è il nostro contributo Una parola gentile per la terra;
la traduzione in pecs della canzone Una parola magica per la giornata della gentilezza; i nostri calzini spaiati perché anche diversi i calzini “tengono caldo lo stesso”.

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E naturalmente ci sono le letture: tante storie di gentilezza, di affetto e di volersi bene! Scegliamo qui la storia di Soffice e Geremia della scrittrice Patrizia Fulciniti dove un lupetto e un coniglio si aiutano a vicenda . E’ vero la gentilezza contagia e non vogliamo il vaccino!
Grazie Libriamoci!

 

Per maggiori informazioni sull’iniziativa: infanzia.medaglie@gmail.com