di Irene Piazza – Scuola Secondaria di Primo Grado dell’I.C. “A.G. Roncalli” (Burgio)

Mai come in questo momento storico leggere è diventato un rifugio e un modo di raggiungere, attraverso la mente o l’immaginazione, luoghi lontani nel tempo e nello spazio, per poi riflettere sul presente. Alla luce di ciò e al fine di sensibilizzare all’amore per i libri e alla lettura, gli alunni delle attuali classi seconde di Scuola Secondaria di Primo Grado dei plessi di Villafranca Sicula e Lucca Sicula, durante la fine dell’anno scolastico precedente, si sono piacevolmente avvicinati ai romanzi di genere fantasy e di avventura, classici e contemporanei scelti da un apposito elenco, e di cui hanno successivamente stilato le specifiche relazioni e recensioni.

Quest’anno, in occasione di Libriamoci 2020, nonché della Giornata Internazionale per la Tolleranza del 16 Novembre, e nell’ambito dell’insegnamento dell’Educazione Civica come disciplina trasversale, gli stessi hanno letto le significative pagine di Lungo cammino verso la libertà di Nelson Mandela e di Il Diario di Martina di Angela Gionti e Caterina Iorio.

“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali”
(Art. 3 della Costituzione Italiana)

locandina (1)Nell’autobiografia, il primo presidente nero della Repubblica Sudafricana, eletto liberamente e democraticamente dopo la fine dell’apartheid, racconta la sua prima esperienza scolastica, evidenziando quanto la cultura africana fosse considerata inesistente dai bianchi. Gli insegnanti inglesi giudicavano incivili i nomi degli indigeni, verso i quali il pregiudizio era così marcato che ne attribuivano loro di nuovi.  Malgrado ciò, il difensore dei diritti umani per antonomasia cominciò, da subito, a ritenere l’istruzione di fondamentale importanza, “orgoglioso dei pantaloni scorciati del padre, il quale li tagliò al ginocchio affinché il figlio, il primo giorno di scuola, fosse vestito in modo adatto”, in un villaggio in cui gli unici istruiti erano i fratelli Mbekela, uno insegnante in pensione e l’altro sergente di polizia.
Nel testo letto, leitmotiv è l’idea che la scuola sia imprescindibile per lo sviluppo della persona, la formazione del cittadino consapevole dei propri diritti e doveri, la realizzazione delle proprie potenzialità, l’interpretazione e la comprensione del mondo in cui si vive.

Mutatis mutandis, il racconto diaristico di Martina ci presenta una ragazzina altrettanto curiosa e amante di tutto ciò che è cultura. Libri, musica, film sono il suo pane quotidiano, a cui attinge con una spiccata sensibilità. E la scrittura, nulla dies sine linea, con la sua potenza catartica, le permette di esprimere se stessa in toto, attraverso un caleidoscopio di emozioni e sentimenti, in quello che è il rapporto con i genitori, con gli amici, con insegnanti e compagni di scuola. Piacevoli sono le lezioni della prof. che, cercando di convincere i suoi alunni sul fatto che “il diario non è roba da femminucce romantiche”, presenta come esempio le ultime pagine scritte da un detenuto texano, condannato a morte e lasciate come effetto personale alla famiglia. “Io non potrò ricominciare da zero e anche se uscissi sarei sempre segnato dagli atti disumani che ho commesso. […] Sono le 10.32 ed esattamente tra dieci minuti cesserò di esistere. E’ quasi una liberazione, anzi senza quasi! […] Questa notte non ho dormito e ho pensato a ciò che ho fatto.  E finalmente ho capito, stupendomi di me stesso, le atrocità dei delitti che ho commesso. […] Se qualcuno leggerà quello che sto scrivendo dirà che è comodo pentirsi una notte prima dell’esecuzione. E’ quello che penso anch’io e, infatti, non chiedo pietà perché ho sempre ritenuta giusta la pena che mi è stata inflitta. Adesso verranno a prendermi e mi porteranno in una stanza dove mi faranno l’iniezione letale ed entro otto minuti morirò… Ecco sento dei passi, stanno arrivando: voglio dire solo a tutti addio!”.
Aspetti forti della vita che fanno riflettere tanto e dai quali scaturisce l’impegno per la difesa di quelli che, nella Dichiarazione Universale approvata dalle Nazioni Unite nel 1948, sono stati sanciti come diritti umani nel mondo, tra cui lo stesso diritto inalienabile alla vita.

Ma che cos’è la Tolleranza? Etimologicamente, implicherebbe l’idea di sopportare qualcosa o qualcuno, ma, a ben vedere, fa piuttosto riferimento a un atteggiamento di accoglienza pacifica dell’altro, non percepito come un peso subito, bensì inteso, mediante la paideia, come degno di rispetto nel suo essere diverso. La Tolleranza è, dunque, “la prerogativa dell’umanità” (Dictionnaire philosophique, Voltaire, 1764).

 

“Tolerance is respect, acceptance and appreciation of the rich diversity of our world’s cultures, our forms of expression and ways of being human”
(Declaration of Principles on Tolerance, 16 Novembre 1995)