di Francesca Tortora – Scuola Primaria “F. Di Donato” dell’I.C. “D. Manin” (Roma)

In occasione di Libriamoci quest’anno le classi quinte della scuola primaria “Di Donato” di Roma hanno voluto leggere La torta in cielo di Gianni Rodari. Come sempre capita quando si affronta questo autore, si sono aperti scenari molto coinvolgenti che hanno dato largo spazio alla fantasia di grandi e piccoli. Un viaggio in un mondo fantasioso in cui non poteva però mancare il momento di riflessione su un tema importante come quello della guerra e dell’assurdità di progettare armi sempre più sofisticate e distruttive. Un omaggio a Rodari in occasione del centenario dalla nascita che ha reso ancora più sentita questa scelta.

In più appuntamenti mattutini durante la settimana di lettura a voce alta nelle scuole, le insegnanti hanno letto il testo di Rodari. Ne sono conseguiti momenti di discussione e chiacchierate con i bambini, colpiti dalla fantasia della storia ma anche proiettati ad immaginare i possibili sviluppi successivi. Abbiamo colto e riconosciuto le espressioni dialettali che connotano la borgata romana in cui si svolge la vicenda e che appartengono un po’ a tutti noi in quanto residenti in questa città; anche i bambini che vengono da fuori o addirittura di altra nazionalità hanno così potuto riflettere sui diversi registri linguistici e i diversi tipi di lingua. Finita la lettura le classi hanno seguito diversi percorsi. Una classe ad esempio ha drammatizzato la storia: i bambini divisi in gruppi ne hanno rappresentato alcune parti riscrivendo brevi copioni e recitando le scene prescelte in una divertente lezione all’aperto a Piazza Vittorio. Un’altra ha invece rappresentato con disegni ed acquerelli ambienti e personaggi della storia. Dalla Torta in cielo, infine, i bambini dovranno prendere spunto per scrivere un racconto dal tema libero ma in cui inserire luoghi e ambienti del loro rione, l’Esquilino, così come accade nel racconto di Rodari ambientato al Trullo. Questi racconti parteciperanno ad un concorso letterario interno e ormai tradizionale nella nostra scuola, dal titolo “Pennino e calamaio”.

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