di Antonia Palladino – Scuola Secondaria di Primo Grado dell’I.C. “Marco Arrio Clymeno” (Tortora)
Il fine di questo progetto che si arricchisce e rinnova ogni anno è quello di educare individui nella loro interezza, sia dal punto di vista cognitivo che affettivo; è un compito difficile ma fondamentale che spetta alla famiglia, alla scuola e alla società intera. Prevedere momenti in cui bambini e ragazzi possono condividere emozioni e stati d’animo crea rispetto e fiducia nell’altro che accoglie; diventano occasioni importanti per de-costruire vecchi e nuovi stereotipi e conoscere e valorizzare le differenze soprattutto in un momento delicato come questo che stiamo vivendo. Leggere dunque diventa un percorso irrinunciabile di crescita: una scuola non scollegata dal reale, non passiva, non neutrale non può che dare al libro e alla lettura un ruolo leader nel percorso educativo. Occorre parlarne e metterlo al centro di ogni attività non come strumento passivo e nozionistico ma come sollecito coinvolgente e complice. Ecco che ogni occasione occorre sia costruita con tale consapevolezza, occasioni come Libriamoci sono lo stimolo giusto ad un determinante lavoro educativo di squadra.
Non è solo un gioco di parole ma una riflessione, un luogo enigmatico da scoprire insieme ai bambini ed ai ragazzi: lo studio di attività condivise atte a riconoscere l’interesse e la peculiarità di ognuno al fine di fornirgli il giusto “carburante”, la volontà e l’entusiasmo per cercare prima e trovare poi nei libri un punto di riferimento costante.
La scuola, non più solo e innanzitutto luogo di istruzione, essa deve in egual modo impegnarsi nella formazione umana di ciascuna individualità, come si legge nelle nuove Indicazioni nazionali: “La scuola è investita da una domanda che comprende, insieme, l’apprendimento ed il saper stare al mondo”. La società ad essa rimanda ogni volta che si trova ad affrontare le più serie problematiche relative al vissuto esistenziale. Ecco che deve fornire un’ “educazione affettiva” per la consapevolezza del sé, per la gestione delle emozioni proprie e altrui, per una comunicazione efficace, con contenuti e metodologia specifici e questo in una visione interdisciplinare e trasversale.
A noi docenti della scuola secondaria di I grado tocca prenderci cura dell’allievo che si avvia a compiere i primi passi per essere adulto. Prossimo all’età dell’adolescenza, il nostro studente si trova ad affrontare, in seguito ai cambiamenti fisici e intellettivi nella normalità della crescita, un disagio portatore di sofferenza. Il grande sforzo evolutivo d’individuazione, al fine di una nuova organizzazione della propria persona, provoca disorientamento e malessere, incomunicabilità, demotivazione, aggressività espressa o repressa, reazioni emotive eccessive. È in questa fase che il ragazzo ha bisogno di trovare, a scuola e nei libri come “OCCASIONE DI CONFRONTO”, in classe, con i docenti e i pari, un vero supporto per dissolvere, in modo naturale, quel disagio non ancora patologico. Si dirà che il docente non è uno psicologo né un sociologo. Sì è vero, ma è un pedagogo e non può eludere la sfera emotiva nella sua azione formo-educativa.
Per maggiori informazioni sull’iniziativa: antonellapalladino08@gmail.com
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