di Francesco Gasparotti, Claudia Mazzetti, Francesco Belli, Luca Bonatelli, Francesco Volontè, Anna Fracassi, Mattia Tognazzi, Davide D’Antona – Liceo Scientifico “N. Copernico” (Brescia)

Il libro

Sir Arthur Conan Doyle, Il segno dei quattro, Salani, 1908 (prima edizione italiana)

FRANCESCO GASPAROTTI

Un accenno di trama

Rintanato nel suo appartamento di Backer Street Sherlock Holmes si è lasciato andare alle iniezioni di cocaina a causa della mancanza di casi da risolvere.
Viene però destato dal suo stato di inattività dall’arrivo di una fanciulla, Mary Morstan: il padre della ragazza, ufficiale dell’esercito britannico, è scomparso appena tornato dall’India e a lei, da molti mesi, vengono consegnate perle da un anonimo benefattore. Proprio quella mattina le era arrivata una lettera in cui le veniva dato un appuntamento per quella sera. I due, insieme al dott. Watson, decidono di recarsi nel luogo prestabilito e vengono portati in una casa in cui abita Thaddeus Sholto. Egli narra loro la storia del tesoro di Agra di cui suo padre era in possesso. Pochi giorni prima, lui e il fratello Bartholomew lo avevano trovato nella soffitta e quelle perle facevano parte del bottino. Era stato loro padre a decidere, in punto di morte, di farne consegnare una ogni anno alla signorina Mary, dato che lui e il papà (morto) della ragazza erano stati amici. Pensano così di recarsi dal fratello di Thaddeus, per discutere la spartizione del tesoro: ma l’uomo è stato ucciso. Inizia così un’avventura che porterà il detective sulle tracce di un criminale dalla gamba di legno e di un selvaggio assassino di minuscola statura. Nasce anche un amore fra Watson e la signorina Morstan, che sfocerà poi in matrimonio.
Catturato il colpevole e ucciso il selvaggio, a Holmes non restano che i casi da risolvere o le iniezioni di cocaina.

Cosa ne penso

Il libro mi ha appassionato grazie al ritmo sostenuto del susseguirsi delle vicende. La lettura è scorrevole e piacevole, e allo stesso tempo intrigante.
Come per Uno studio in rosso la suspense gioca un ruolo fondamentale nel romanzo e non manca un flashback finale per chiarire il movente del colpevole.
L’autore utilizza sempre dettagliate descrizioni che accompagnano le vicende e arricchiscono il racconto.
Consiglio fortemente la lettura agli amanti del genere giallo, e agli appassionati della mitica figura di Sherlock Holmes.

Una frase da citare

“La prova principale della vera grandezza di un uomo consiste nella percezione della propria piccolezza.”

CLAUDIA MAZZETTI

Un accenno di trama

Il padre della signorina Mary Morstan scomparse misteriosamente. Il padre di Mary aveva rubato un tesoro in India, ma questo tesoro fu nascosto… dopo quattro anni dalla scomparsa del padre la signorina Mary ricevette una perla all’anno. Così si recò da Sherlock Holmes e dal signor Watson poiché colui che le aveva regalato le perle l’aveva contattata per incontrarla, così ingaggiò i due signori per risolvere il mistero del padre. I due così decidono di partire prima alla ricerca del tesoro “nascosto” e poi con il tempo si scopriranno nuovi indizi.

Cosa ne penso

La storia mi è piaciuta molto, però a parer mio è poco misteriosa, poiché alla fine le strade da prendere sono abbastanza ovvie e non lasciano immaginare molto. Poi il libro me lo aspettavo più lungo, che comunque la storia continuasse, invece l’ho finito quasi subito… Però devo dire che la storia mi ha preso molto, a differenza di molti altri libri che ho letto e poi il testo è scritto molto bene. Però è uno dei libri che consiglierò sicuramente a chi vorrà leggere un giallo semplice e interessante come questa storia…

Una frase da citare

“Una volta eliminato l’impossibile ciò che rimane, per quanto improbabile, dev’essere la verità.”

Affinità elettive

Il mastino dei Baskerville, romanzo di Sir Arthur Conan Doyle
Sherlock, serie tv di Steven Moffat e Mark Gatiss

FRANCESCO BELLI

Un accenno di trama

La signorina Mary Morstan entra nella stanza di Sherlock Holmes, con passo fermo ma composto, e gli chiede di investigare sulla scomparsa del padre, Capitano del 34° Fanteria di Bombay. È l’inizio di una catena che vedrà il susseguirsi di omicidi e che ha alla sua origine la spartizione di un tesoro: alleanze, bugie, inganni e slealtà a cavallo tra l’India coloniale e la madrepatria. Ne Il segno dei quattro la figura del dottor Watson passa da personaggio secondario e narratore a protagonista di una storia sentimentale parallela alla vicenda poliziesca.

Cosa ne penso

Uno Sherlock Holmes quanto mai attuale, oscilla tra crisi depressive, che cura con l’utilizzo della cocaina, in soluzione al 7%, e il ruolo del detective dall’eccezionale astuzia e perspicacia. Doyle, con un linguaggio asciutto ma che ben evidenzia il carattere e le sfaccettature dei personaggi,  lo descrive muoversi in una Londra di fine Ottocento che mostra già le discrepanze tra l’alta borghesia e i ceti popolari e le contraddizioni di una società che ritroviamo anche nell’attuale periodo di crisi.

Una frase da citare

“Una volta eliminato l’impossibile ciò che rimane, per quanto improbabile, dev’essere la verità.”

Affinità elettive

Le moltissime trasposizioni cinematografiche di Sherlock Holmes partono dal 1900.
Memorabili quelle di Peter Cushing, che i più giovani conoscono per il suo ruolo del Governatore Tarkin in Star Wars e, più di recente,  quelle che vedono Robert Downey Jr. nel ruolo di Sherlock Holmes e Jude Law in quello del Dr. Jonh Watson.
Per la televisione si distingue la serie della BBC con Benedict Cumberbatch, ambientata nella Londra attuale.

LUCA BONATELLI

Un accenno di trama

La trama si sviluppa in un delitto in camera chiusa che procede ingegnosa e spedita sino all’ultimo capitolo, senza lunghe pause dedicate agli antefatti tipiche della letteratura poliziesca dell’epoca; il personaggio di Sherlock Holmes diventa sempre più sfaccettato e umano tra crisi maniaco-depressive e dipendenza dalla cocaina. In questo libro anche la figura di Watson assume un ruolo da protagonista oltre che da semplice narratore, contribuendo in maniera eccellente a risolvere il caso dando un contributo notevole al suo fedele amico Sherlock Holmes.

Cosa ne penso

È una lettura scorrevole e abbastanza veloce; un libro che non stanca anzi tiene sulle spine per la maggior parte del tempo.
In questo libro si nota la maturazione della saga che farà diventare Sherlock Holmes famoso in tutto il mondo; in questo libro inoltre troviamo la citazione più famosa del grande investigatore: “Quando hai escluso l’impossibile, ciò che rimane, per quanto improbabile, deve essere la verità”. Oltre a questa frase, c’è ne sono molte altre che rispecchiano la mentalità di Holmes e servono anche come insegnamenti alla figura sempre più importante di Watson.

Una frase da citare

“Che cos’abbiamo oggi?” domandai. “Morfina o cocaina?”

Affinità elettive

Io vi consiglio altri due libri sempre di Doyle: Il mastino dei Baskerville, uno dei libri più belli che ho letto del genere poliziesco; e Uno studio in rosso, un altro libro che è molto coinvolgente.

FRANCESCO VOLONTÈ

Un accenno di trama

Sherlock  Holmes, a causa dell’assenza di stimoli intellettuali e di casi da risolvere, sta vivendo uno dei suoi frequenti momenti di depressione che lo porta anche ad assumere sostanze stupefacenti, quando a un tratto si presenta a lui la giovane signorina Mary Morstan, protagonista di un un caso davvero singolare: il padre, ex-ufficiale dell’esercito britannico durante la guerra in India, è misteriosamente scomparso subito dopo il rientro in patria e da quel momento la giovane riceve continuamente lettere contenenti rarissime perle da un anonimo benefattore. Chi si cela dietro quei doni tanto preziosi? Quali saranno le sue intenzioni?

Cosa ne penso

Il personaggio di Sherlock Holmes mi affascina e mi colpisce. Durante la risoluzione di questo caso tutt’altro che scontato, il noto investigatore privato di Baker Street sfoggia le sue innate doti investigative e la sua capacità di ragionamento fuori dal comune  per risolvere i numerosi enigmi che si celano dietro l’assassinio del signor Shoto e il furto dell’inestimabile tesoro. L’aspetto più interessante è la capacità dell’autore di costruire un intreccio coinvolgente, in grado di tenere il lettore col fiato sospeso fino all’ultima pagina.

Una frase da citare

“Non c’è peggior sciocco di quello che a volte dimostra di esser furbo.”

Affinità elettive

Io vi consiglio altri due libri sempre di Doyle: Il mastino dei Baskerville, uno dei libri più belli che ho letto del genere poliziesco; e Uno studio in rosso, un altro libro che è molto coinvolgente.

Uno studio in rosso e Il mastino di Baskerville, romanzi di Sir Arthur Conan Doyle, e La Tela Del Ragno, romanzo di Andrea Camilleri.
Sherlock, serie tv di Steven Moffat e Mark Gatiss

ANNA FRACASSI

Un accenno di trama

“Il segno dei quattro” è un libro molto interessante e ricco di colpi di scena, nel quale il conosciuto investigatore londinese di Baker Street Sherlock Holmes, affiancato dal suo assistente Watson, viene ingaggiato dalla signorina Mary Morstan per risolvere uno strano mistero. Una mattina i due coinquilini sentirono bussare alla porta; era la loro domestica, che portava un biglietto da visita. La signorina Mary chiese di loro. Dopo essere entrata nell’appartamento ed essersi presentata, iniziò a esporre il suo problema.  Suo padre era un ufficiale dell’esercito e lavorava in India. Dopo aver inviato un telegramma alla figlia per farle sapere che sarebbe rientrato a Londra, non vi furono più notizie di lui e Mary non lo rivide. Dopo qualche tempo dalla scomparsa dell’ufficiale, ogni anno la signorina iniziò a ricevere da uno sconosciuto una scatolina con all’interno delle perle molto preziose. Si era recata da Holmes perchè questa volta non aveva ricevuto solo le perle, ma anche una proposta da parte dello sconosciuto per incontrarsi, così venne accompagnata dai due investigatori all’indirizzo indicato sull’invito. Lo sconosciuto era Thaddeus Sholto, figlio del Maggiore Sholto, amico del padre di Mary. I due signori erano amici e avevano trovato un tesoro molti anni prima, ma quando morirono, i figli vollero trovare a tutti i costi il tesoro nascosto, in modo da dividere la somma. Una volta arrivati nella villa dei fratelli Sholto, Thaddeus, Mary e gli investigatori si diressero nella stanza di Bartolomew, fratello di Thaddeus, trovandolo morto. Sul soffitto notarono una botola, mentre dalla finestra pendeva una corda che sembrava essere stata usata per salire nella stanza… Magari sarebbe stata utile per un uomo con la gamba di legno! Infatti il padre di Sholto, il Maggiore, aveva una grandissima paura di questi uomini, tanto che una volta aveva pure sparato a uno di loro, completamente innocente. Nella stanza di Bartolomew vi era anche un biglietto con scritto “Il segno dei quattro” ma, purtroppo, non c’era traccia del tesoro. Dopo qualche giorno passato a riflettere e a cercare di trovare una soluzione per risolvere il caso, Sherlock Holmes si affidò agli Irregolari, un gruppo di ragazzini di Londra che lo aiutarono nell’impresa, e al fiuto di un cane, Toby, che lo condusse fino ad un porto del Tamigi. Si travestì da vecchio marinaio, con lunghi baffi grigi e occhi brillanti, un bastone nodoso e attorno al collo una sciarpa colorata. Ed è proprio grazie a questi abiti che Holmes ottenne informazioni interessanti: l’uomo con la gamba di legno era fuggito con un altro uomo! Avevano preso una barca molto veloce nominata “L’Aurora” e stavano navigando sul Tamigi.  La sera del giorno seguente, verso le sette,  l’investigatore londinese si recò al porto e, grazie all’imbarcazione della Polizia, alla quale tolse la lanterna verde sulla fiancata per non essere riconosciuta, iniziò a navigare sul Tamigi, sperando di trovare l’uomo con la gamba di legno e di porre finalmente fine a questo mistero che ormai lo turbava da numerosi giorni. Secondo voi Sherlock Holmes e il dottor Watson riuscirono a trovare il colpevole? Sarà stato veramente l’uomo dalla gamba di legno ad aver rubato il tesoro?

Cosa ne penso

In genere non sono un’amante dei libri gialli, ma questo racconto mi ha veramente sorpresa. Da un lato sono sempre stata affascinata dalle vicende di Sherlock Holmes, in quanto mi colpisce particolarmente il modo in cui il famoso investigatore londinese mostra tutte le sue capacità e apre la mente di tutti coloro che lo seguono durante le sue avventure. Nello specifico il dottor Watson, la cui amicizia e fedeltà sono ormai un dato di fatto, e il quale, secondo me, ha un ruolo fondamentale all’interno del racconto. Sempre per quanto riguarda i personaggi, Sherlock Holmes è molto particolare, una figura che può piacere molto, come può essere detestata: egli è estremamente eccentrico e a tratti arrogante, non fa davvero nulla per rendersi simpatico. La presenza di Watson, personaggio molto più moderato dal punto di vista caratteriale, riesce a calmare l’arroganza e l’impassività di Holmes, rendendo la lettura nel complesso piacevole. I due investigatori rappresentano, quindi, la giustizia. Si dimostrano molto intuitivi e attenti ai particolari. Un altro personaggio fondamentale nel racconto è Jonathan Small, l’uomo con la gamba di legno, il quale rappresenta l’inganno, l’avidità ed è un personaggio senza scrupoli che non si ferma davanti a nulla pur di raggiungere lo scopo che si è prefissato. Il modo in cui è stato scritto il racconto mi ha incuriosito in quanto questo libro è ambientato precisamente nel 1888, così come viene riferito dalla signorina Mary Morstan, ma è stato scritto in tempi più moderni; e forse è proprio per questo motivo che la storia risulta più scorrevole e, a parer mio, anche più piacevole da leggere. La narrazione non è cronologica perché ci sono molti “salti all’indietro”, flashback e riferimenti al passato.                                                                                                                                                                                                       Durante la lettura l’attenzione è  assorbita non solo della conoscenza del detective in ogni campo del sapere e della sua intuizione sorprendente, ma soprattutto dell’infallibilità di un metodo investigativo basato su ragionamenti logici molto complessi. Il segno dei quattro affronta i temi dell’intrigo, dell’avidità, dell’ingiustizia. Nonostante il romanzo nel complesso mi sia piaciuto, a tratti, presenta temi come quelli sopra elencati che non mi piacciono perchè sono relativi a comportamenti scorretti che non sempre condivido. In generale, la narrazione dei romanzi gialli è costituita da elementi importantissimi e fondamentali: gli indizi, visti come tasselli di un puzzle da ricomporre per volgere ad una soluzione finale e l’episodio attorno al quale viene costruita la storia. Questi elementi di solito vengono accompagnati da determinate caratteristiche tipiche di questo romanzo: la suspance che cresce di pari passo con lo svolgimento della storia, una serie d’indizi che servono per trovare il colpevole e una trama che, naturalmente, è ricca di molti colpi di scena, che sono gli elementi principali della narrativa poliziesca.                                                                           Nel complesso questo libro mi è piaciuto molto nonostante, come accennato all’inizio, io non sono un’amante di romanzi gialli. Sono rimasta molto colpita dal modo in cui vengono descritte le scene e soprattutto dall’attenzione ai dettagli. Mi sento, quindi, di consigliare questo libro in quanto sono stata piacevolmente sorpresa dalla numerosa quantità di colpi di scena presenti durante il racconto.

Una frase da citare

“A momenti di grande forza e vitalità, seguivano in lui periodi di ozio e pigrizia. E lo conoscevo abbastanza bene per capire che uno di questi stava iniziando proprio in quel momento.”

Questa frase mi ha colpito particolarmente perchè mi ha fatto capire che se ci si impegna tanto e si lotta per raggiungere i propri obbiettivi, alla fine tutte le fatiche saranno ricompensate.

Affinità elettive

Un altro libro che mi sento di consigliare è Uno studio in rosso; è un romanzo dello stesso autore, Arthur Conan Doyle, che ho letto recentemente e mi ha colpito molto, soprattutto per i diversi insegnamenti che fa trasparire.

MATTIA TOGNAZZI

Un accenno di trama

Sempre ambientato in Inghilterra , questa volta Sherlock Holmes e Watson affrontano il mistero di un tesoro nascosto e l’inevitabile delitto. Il tutto inizia con la signorina Morstan, che giunge a Baker Street per richiedere l’aiuto a risolvere il mistero della scomparsa del padre e di regali di perle da parte di un anonimo benefattore. Inizia così la nuova avventura del detective britannico e il tutto sarà intrecciato da una storia d’amore che vedrà protagonisti Sherlock Holmes e la signorina Morstan.

Cosa ne penso

L’autore Arthur Conan Doyle non si smentisce e sono sicuro che gli amanti del giallo avranno questo libro tra i propri scaffali.
Questa è stata una lettura piacevole e scorrevole, ma ho preferito di gran lunga Lo studio in rosso, perchè i delitti sono più avvincenti e intricati. Il lettore impara a conoscere meglio il famoso investigatore e ne apprezza altre sfaccettature del carattere alquanto bizzarro! Il libro è davvero breve eppure è un condensato di avvenimenti, avventure, ragionamenti e indagini…

Una frase da citare

“La prova principale della vera grandezza di un uomo consiste nella percezione della propria piccolezza.”

Affinità elettive

La serier tv CSI – Crime Scene Investigation e gli episodi della serie L’ispettore Barnaby.

DAVIDE D’ANTONA

Un accenno di trama

Il Segno dei quattro di Arthur Conan Doyle, narra la risoluzione di un caso di omicidio seguito  dell’investigatore Sherlock Holmes e dal fidato amico medico e narratore della storia, dottor Watson: il detective, dotato di grande intelletto e innata intuizione, attraversa un periodo di depressione e sbandamento (ricorrerà anche all’uso di cocaina) a causa dell’assenza di casi da risolvere, quando una mattina però si presenta alla sua porta la signorina Mary Morstan che gli sottoporrà l’intricato caso della misteriosa scomparsa di suo padre.

Cosa ne penso

Questo romanzo mi è piaciuto molto, amando il genere giallo non potevo non apprezzare Il segno dei quattro. La narrazione è ricca di colpi di scena e rende il libro coinvolgente e scorrevole. La lettura risulta quindi piacevole e poco impegnativa; le situazioni avventurose, il frenetico inseguimento in barca sul Tamigi,  la parentesi romantica tra Mary e Watson e il goliardico travestimento di Holmes, rendono il libro apprezzabile da più tipologie di lettori. Consiglio la lettura a chiunque voglia immergersi in un romanzo veloce ma nello stesso tempo di qualità.

Una frase da citare

“Una volta eliminato l’impossibile ciò che rimane, per quanto improbabile, dev’essere la verità.”

Affinità elettive

Prima di leggere Il segno dei quattro secondo me  bisogna leggere Uno studio in rosso, che narra l’incontro tra Watson e Holmes. Consiglio la visione della serie cinematografica Sherlock Holmes.

Il sito web del Liceo Scientifico “N. Copernico”: www.liceocopernicobrescia.gov.it.

Vuoi inviarci la tua recensione? Compila questo modulo.