di Enrico De Santis – Istituto Comprensivo “John Dewey” (San Martino in Pensilis – CB)
Il libro
Eduardo De Filippo, Natale in casa Cupiello, Einaudi, Torino 1941
Un accenno di trama
Nel 1931 Luca Cupiello, padre di Tommasino e Ninuccia, si appresta a festeggiare il Natale in famiglia, mentre lavora ad allestire ‘o presepio. La moglie, Concetta, fa da reggicolpi di tutte le problematiche familiari e tutti insieme si avvicendano sulla scena teatrale, e ancor di più sul copione del testo, di fronte all’apprezzamento e alla critica sia del lettore che dello spettatore.
Cosa ne penso
La commedia Natale in casa Cupiello è una delle più belle messe in scena dal famosissimo attore e regista Eduardo De Filippo.
Nel primo atto unico del 1931 e nella seconda versione, in due atti, Natale in casa Cupiello porta in scena una classica famiglia napoletana alla vigilia della festa di Natale: il padre è un uomo umile, attaccatissimo alla tradizione del presepe, anzi de o’ presepio, che ormai non interessa più a nessuno; è ignaro dei fatti di casa, da cui è tenuto all’oscuro; perno della famiglia e scudo protettivo di tutti è sua moglie Concetta, e il sipario si apre mentre lei esorta il marito ad alzarsi dal letto: – “Lucariè, Lucariè scetate songh’e’ nnove! Lucarie’ scetate songhe e nnove! Te pigliate o ccafe’. Lucariè! Lucarieè! Iamme belle ca songh’e’ nnove! Lucariè”. Il figlio Tommasino, detto anche Nennillo, già grande, è disoccupato, pigro e un po’ mariuolo, al quale, subito dopo l’inizio del primo atto, la madre Concetta dice, ripetutamente: – “Suset, bell’è mammà!” E così dicendogli, lo copre, lo tutela e lo vizia, sicchè Luca Cupiello ricorda a Concetta che lei, così facendo, è la nemica della casa, la nemica dei figli e la nemica di Luca stesso. La figlia Ninuccia, che ha fatto un buon matrimonio con Nicolino, a un certo punto della storia, vuole separarsi dal marito; il fratello di Luca, Pasqualino, è vittima dei piccoli furti di Nennillo e il padre glielo ricorda: – “Tu sei un bravo ragazzo… i sentimenti sono buoni, lo so, ma tieni un caratteraccio selvaggio! Nessuno ti può far capire niente! Ma io dico, il giudizio! Tu te vinne ‘o cappotto e Pasquale al mese di dicembre! Dove siamo arrivati? Oramai sei un giovanotto, non sei più un bambino. A scuola non hai voluto fare niente. Te n’hanno cacciato da tutte le scuole di Napoli”.
Durante l’andare in scena degli atti, la famiglia si riunisce per un cenone, che si trasforma in evento tragicomico per la presenza di Vittorio, amante di Ninuccia. Probabilmente nel 1941, dieci anni dopo la prima teatrale, Eduardo aggiunse il terzo atto. Tutto il terzo atto è il tentativo di comunicazione di Luca di far ammettere al figlio che il presepe gli piaccia e, per questo, gli dice, davanti al presepio stesso: – “Qua, poi, ci vengono tutte le montagne con la neve sopra… le casette piccole per la lontananza… qua ci metto la lavandaia, qua viene l’osteria, e questa è la grotta dove nasce il bambino… Te piace eh? Te piace!”.
Ma il figlio, imperterrito, risponde con un secco: – “No! Nun me piace”.
Le rappresentazioni e i dialoghi di Natale in casa Cupiello mi hanno fatto incuriosire e sorridere, portandomi anche a riflessioni profonde sugli eventi e sui personaggi in scena. La parte iniziale della commedia è quella che più mi è piaciuta: sembra una scena vista, ripetuta, e molto attuale, mentre molte delle battute, da me sentite, vedendo la commedia di Eduardo su youtube, sono diventate ormai parte integrante del modo di parlare dei napoletani e non solo. Le scene, i vestiti dei personaggi, il mobilio, non so il perché, mi ricordaNO la casa dei miei bisnonni e forse per questo mi ha affascinato (il) vedere Natale in casa Cupiello, commedia in tre atti del grande Eduardo De Filippo.
Una frase da citare
“Lucarieè! Iamme belle ca songh’e’ nnove!”
Affinità elettive
Storie e racconti popolari, sia napoletani che italiani, sul Natale e sulla famiglia.
Il sito web dell’Istituto Comprensivo “John Dewey”: www.icsanmartinoinpensilis.edu.it.
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