di Cesare Lo Magno – Liceo statale “Cornelio Tacito” (Roma)

Il libro

Giulia Porena, La stampa dei pensieri, PandiLettere, Roma 2019

Un accenno di trama

Quanto le nostre emozioni ci rendono ciò che siamo? Se sono le emozioni a sorreggerci nel mondo, sono dunque esse le artefici di noi o è la nostra volontà a comporre l’ordito della nostra identità, servendosi poi della potenza emozionale per nascondersi e vestirsi di innocenza? Intanto, la parola “colpa” esiste e aspetta, come un sasso in un lago, di vedere chi se ne saprà sobbarcare il peso, se il volto di un uomo onesto o il servo sotterraneo di un uomo rispettabile, che questi avrà ben provveduto a ribattezzare “Inconscio”. Al cospetto silenzioso del Tempo, in una stanza cittadina, le emozioni più famose si concedono alla nostra autrice per una breve visita, e “La stanza dei pensieri” ne è il racconto: quale sarà l’Umanità di poi? Semplice, sarete voi. Ma sarete poi gli stessi voi?

Cosa ne penso

Vogliate prendere fra le mani un pezzo di stoffa ricamata, ma ricamata con ogni arte. Ben fatto. Ora giratelo sul lato opposto, e troverete che quello stesso disegno è scomposto in mille garbugli di filo. Potrebbero anche non esservi tanti grovigli, eppure, proprio dove il caso ha voluto che i fili più diversi si incapricciassero di una strana idea di insurrezione, essi hanno fatto società e si sono uniti assieme per poter guardare un po’ meglio il mondo; parrà strano, ma anche questo è un fatto da considerare, poiché è così che nasce una coscienza. Ma non intendo una coscienza collettiva, un collettivo sistema di pensiero: intendo la coscienza di un singolo essere umano, la coscienza di uno di voi.

Abbiamo detto però che non vi è, sulla nostra stoffa, soltanto un garbuglio, ma mille: una popolazione! E non si tratta più, altolà, di garbugli, di meri aggregati di materiale sartoriale, bensì di persone vere, complete in ogni dettaglio e con tanto d’orgoglio: “Garbuglio a chi?” ne sarebbe l’unanime coro, ma unanime solo per zittire voi, gli importuni osservatori. Consolatevi: riuscirebbero altrettanto importuni, anzi di più, gli osservatori autoctoni, ovvero i garbugli filosofi, che volessero mettersi a passeggiare lungo le trame, a saggiare robustezze, a tirar fili qua e là per vedere che succede. Subito allora i vicini, sentendosi attanagliare così per le viscere, in subbuglio e strozzate, avrebbero un gran protestare: altro che orgoglio, se si è tutti legati alle stesse catene, agli stessi bisogni, alle stesse emozioni, prigionie o libertà, a seconda. Ebbene, Giulia Porena è un garbuglio filosofo, e voi, se anche voi un po’ lo siete, siate garbugli lettori!

Una frase da citare

“Facile dare la colpa alle emozioni, come se non fossero in realtà parte di noi.”

Affinità elettive

Questi fantasmi! e Le voci di dentro, di Eduardo De Filippo.

Il sito web del Liceo statale “Cornelio Tacito”: www.liceocorneliotacito.gov.it.

Vuoi inviarci la tua recensione? Compila questo modulo.