della Redazione

Continua il ciclo di interviste (leggi QUI le altre) a chi si occupa in prima persona di promozione della lettura: librai, bibliotecari, blogger, esperti di illustrazione e letteratura per ragazzi e per l’infanzia. Lucia Girelli è laureata in Beni Culturali e in Scienze della Formazione, ed è insegnante elementare. Responsabile della biblioteca del secondo circolo Città di Castello, è promotrice della lettura, coinvolta in numerosi progetti, tra cui la BiblioBici (con Marcello Volpi).

1. Fai una breve presentazione di te, del percorso che ti ha portato alla scoperta dei libri per bambini e ragazzi e alla promozione della lettura, del tuo progetto e/o delle tue attività legate alla lettura…

Entusiasmo, passione e rivoluzione mi contraddistinguono da sempre ma solo da grande sono riuscita a capire come incanalare questi moti dell’animo.  Grazie alla fiducia e all’affetto dei miei  genitori, ho avuto il privilegio di vivere una lunga adolescenza piena di sogni, viaggi e libertà,  poi mi sono laureata in Beni culturali e, dopo alcuni anni, in Scienze della formazione, e così sono diventata una maestra elementare. Quest’anno ho compiuto 40 anni e quasi metà ne ho trascorsi con Francesco, cui devo molto di quello che sono riuscita a realizzare, e con cui ho la fortuna di avere una bambina di 8 anni che si chiama Alice, e un bambino di 6 anni che si chiama Matteo.

Sono sempre stata una lettrice forte ma ho avuto un momento di “crisi” con la nascita di mia figlia: le cose da fare erano tante e sempre meno il tempo per leggere… Questa è stata invece la mia fortuna perché è proprio in questa fase che mi sono accostata inconsapevolmente ai “libri per bambini”,  per scoprire subito dopo che avevo a che fare con opere di grande valore artistico e letterario, che di lì a poco avrebbero riempito gli scaffali della mia libreria, senza classificazioni per età. Ho iniziato quasi subito a portare i libri (quelli belli) a scuola ma è dal 2015 che la mia passione si è arricchita di consapevolezza critica: ho frequentato il corso per “Promotore della lettura”, organizzato nell’ambito del Progetto  nazionale InVitro, e subito dopo ho scritto un progetto che è risultato vincitore al concorso “Trecento in bando”, il che ha consentito di arricchire la biblioteca scolastica della mia scuola. Da lì in poi è stato tutto uno studiare, frequentare corsi sull’uso della voce, sulla lettura ad alta voce, fare corsi di formazione sulla gestione delle biblioteche scolastiche, incontri con autori…

In questo momento lavoro su due fronti: come insegnante e responsabile della biblioteca di circolo (Secondo circolo di Città di Castello) mi adopero per implementare il patrimonio librario della scuola, fare incontrare libri e bambini, della formazione di insegnanti e della presa di consapevolezza da parte dei genitori del ruolo fondamentale che la lettura può avere nella vita di un bambino. Come “fomentatrice” di lettura, attività di poco disgiunta dalla prima, mi impegno per promuovere l’amore per i libri attraverso l’organizzazione di mostre (da poco quella sui Libri brulicanti), la partecipazione a festival (ho curato per tre anni la sezione “Piccoli CaLibri” di Calibro Festival) e il tentativo di portare i libri dove di solito non vanno insieme al mio “compare di mille letture” Marcello Volpi  e alla nostra BiblioBici, di cui lui ha parlato diffusamente in un’intervista precedente.  Mi fa piacere ricordare la collaborazione con il professor Francesco Fratini e i ragazzi dell’I.T.I.S. Volta di Perugia nella realizzazione del bellissimo sito www.librinfuga.it creato per mantenere traccia nel tempo di un evento importante legato ai migranti e alle storie che si raccontano nei loro paesi d’origine.

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2. Quali sono gli ostacoli che hai incontrato? Come li hai superati? Chi o cosa ti ha aiutato a continuare fino alla realizzazione del tuo progetto?

Non posso dire di aver mai incontrato degli ostacoli, o almeno non così grandi da non poter essere superati con un buona dose di voglia di fare e dall’assoluta necessità, quanto piacevole azione, di condividere con gli altri quello che stavo facendo. Devo anzi ringraziare le mie colleghe per la fiducia che mi hanno dato e continuano a darmi nelle attività e i progetti legati alla scuola, e la mia Dirigente, che non ha mai ostacolato una proposta. Solo insieme si fanno le cose. Per esempio, dopo aver vinto il concorso Trecento in bando, ho dovuto lasciare la mia scuola perché non ero ancora di ruolo, la mia collega Silvia Ghigi si è occupata al mio posto della completa attuazione del progetto, e, quando dopo un anno sono tornata a lavorare lì, mi ha di nuovo lasciato il coordinamento delle attività della biblioteca: questa è la vera collaborazione e condivisione d’intenti, quando c’è questo, tutto si supera.

3. Cosa consiglieresti a chi vuole realizzare un’iniziativa come la tua?

Credo che chi è mosso da una grande passione non abbia bisogno di consigli. Un suggerimento potrebbe essere di non mettersi in gioco se manca una motivazione profonda e, soprattutto, di diffidare della collaborazione di chi ha fini diversi dai propri. Per il resto bisogna frequentare biblioteche e librerie, consultare cataloghi dei vari editori, leggere tanto, e studiare anche! I bambini non vanno mai persi di vista: né nella preparazione di un’iniziativa né durante la stessa. Bisogna essere sempre pronti ad adeguare la nostra azione al contesto.

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4. Perché per te è importante fare promozione alla lettura e leggere ad alta voce?

Credo fermamente nel ruolo fondamentale che ha la lettura nella costruzione dell’identità di ognuno, nella possibilità che offre di individuare il senso che ciascuno si dà nel mondo e nella sua vita. Leggere significa comprendere meglio se stessi, gli altri e quindi il mondo che ci circonda, e questo è anche il punto di partenza per migliorarlo. La lettura ad alta voce è importante perché coinvolge e affascina, ma ha ancora più effetto la lettura condivisa con i bambini, cioè quella che li lascia liberi di partecipare, li coinvolge e risponde alle loro domande.

5. Come costruisci i tuoi percorsi di lettura? Come sono strutturate le tue letture con i bambini e ragazzi?

Per me è difficile dare consigli perché non seguo un metodo strutturato, di solito sono i libri e le storie a guidarmi. Quando trovo un libro che mi piace, avverto un bisogno e una necessità di condividerlo e farlo conoscere agli altri così cerco di creare un’occasione o costruire un percorso per goderne con più gente possibile. Da una suggestione di solito nascono molti collegamenti a tante storie.  Dipende dalla situazione in cui mi trovo: a scuola  tendo a fare letture partecipate, stimolo le riflessioni e faccio parlare i bambini; nelle letture pubbliche, quando gli interlocutori sono diversi per età ed esperienza di vita, magari la lettura è più “teatrale” anche se di solito assegno dei ruoli ai bambini perché possano partecipare durante la lettura, in modo che la concentrazione anche di chi è meno abituato aumenti. Quando si portano i libri fuori dal loro consueto contesto è facile incontrare bambini e bambine poco abituati alla lettura.

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6. Quali sono le caratteristiche che un libro per bambini o per ragazzi deve avere per essere un buon libro?

Un buon libro non si esaurisce in un’unica lettura, non dice a tutti la stessa cosa ma apre molte curiosità, spunti e riflessioni. Un buon libro accende  collegamenti con altre letture, fatte o da fare. Un buon libro mi fa venire voglia di trovarne subito un altro.

7. Quali sono per te i tre libri più belli per bambini dai 3/6 anni?

Queste sono domande difficili… Vorrei poter scrivere almeno dieci titoli…

  • Nel paese dei mostri selvaggi di Maurice Sendak
  • Changes di Anthony Browne
  • Sembra questo, sembra quello… di Maria Enrica Agostinelli

8. Quali sono per te i tre libri più belli per bambini dai 6/11 anni?

  • Matilde di Roald Dahl
  • Mio nonno era un ciliegio di Angela Nanetti
  • Il giardino segreto di F.H. Burnett

9. Quali sono per te i tre libri più belli per Giovani Adulti?

  • Per sempre insieme, amen di Guus Kujer
  • Mio fratello Simple di Marie-Aude Murail
  • La casa delle vacanze di Clive Barker

Poi ne aggiungo uno trasversale che amano i miei figli e mia madre allo stesso modo: Casa del Tempo di Roberto Innocenti. Un capolavoro che tutti dovrebbero avere la fortuna di conoscere.

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10. Parlando di promozione alla lettura quanto pensi sia importante il ruolo della scuola e delle insegnanti, della famiglia, della società?

Fondamentale è il ruolo dei genitori nel cercare di trasmettere il desiderio di prendere in mano un libro per scoprire il mondo nascosto al suo interno; ma non tutte le famiglie ne sono consapevoli, ecco allora che la scuola, frequentata da tutti i bambini, ha un compito fondamentale: fare in modo che sia data a tutti la possibilità di accostarsi ai libri. E la scuola fa molto: lettura ad alta voce, prestito di libri, incontri con gli autori… Potrebbe fare di più  però non relegando l’incontro con i libri solo a  momenti che non fanno parte dell’attività quotidiana. Si può educare alla lettura solo leggendo insieme o da soli ogni giorno.

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11. Quali sono secondo te i fattori che contribuiscono ad ottenere nei giovani un rapporto sano con l’oggetto libro/con la lettura?

Creare dei momenti di lettura condivisa in cui non debbano sentirsi spettatori ma soggetti pienamente coinvolti. Dobbiamo ascoltarli per poterli rendere partecipi: non esiste l’intervento giusto o sbagliato, quello che hanno da dire è sempre importante. Non dobbiamo esigere il silenzio durante le letture. Quando si parla di libri non avere fretta e non aver paura di perdere tempo. Mettere a loro disposizione tanti libri di tipo diverso. Leggere noi stessi, molto.

12. Qual è Il tuo libro preferito di sempre?

La storia infinita di M. Ende

Libri_in_fuga-foto di Serena Facchin

13. Qual è la tua citazione letteraria preferita?

Non chiuderemo mai questa intervista se continuo a pensare a quale possa essere, tra le tante, la citazione che più mi rappresenti. Quindi rinuncio, anche perché più importante del mio essere percepita in un mondo o nell’altro, contano i miei obiettivi, per questo faccio mie  le parole di Gianni Rodari: “Vorrei che tutti leggessero, non per diventare letterati o poeti, ma perché nessuno sia più schiavo.”

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