DESCRIZIONE
“Il Racconto della Memoria negli Albi illustrati” è il tema dell’incontro tenutosi il 15 Novembre 2019 presso l’Aula Magna dell’Istituto Capuana-Pardo di Castelvetrano.
Leggere vuol dire aprirsi all’esplorazione fantastica e all’immaginario, ma vuol dire anche sviluppare atteggiamenti empatici verso l’altro. Ed è proprio in questo contesto che si è inserito il tema dell’incontro. In questa occasione, infatti, l’Istituto Capuana Pardo si è pregiato della presenza di Armir Greder.
Nato in Svizzera nel 1942, Greder lavora come illustratore, fumettista e graphic designer in giro per il mondo, professione che l’ha reso noto a livello internazionale,
attraverso premi, mostre e pubblicazioni in diversi paesi (in Italia pubblica per la casa editrice Orecchio Acerbo). Al suo lavoro sono state dedicate numerose mostre
personali e collettive dalla Germania fino al Giappone. Questo suo muoversi attraverso i continenti è un fatto fondamentale per comprendere la sua opera, in particolar modo la visione assolutamente lucida che viene proposta della realtà in cui viviamo. Le sue opere parlano di temi universali, parlano di noi e l’altro da noi e di quanto ancora oggi
preferiamo con la nostra pericolosa indifferenza costruire muri piuttosto che ponti. I suoi libri sono manifesti che, consegnati nelle mani di alunni e insegnanti, aprono
riflessioni e scambi che permettono di guardare oltre il rassicurante muro dell’indifferenza.
L’autore ha colpito tutti con il suo modo diretto e inequivocabile di esprimersi. Partendo dalla lettura di due delle sue opere “Isola” e “Mediterraneo”, ha parlato di
immigrazione ed ha usato parole capaci di trascinare tutti, alunni e insegnanti, dentro la storia, una storia che parla di una pericolosa indifferenza dalla quale occorre tirarsi fuori. I giovani studenti sono stati portati così a riflettere su temi di grande attualità: l’atteggiamento degli uomini di oggi di fronte all’altro, la progressiva perdita di
umanità, l’incapacità di comprendere e di essere “semplicemente” umani, quando la paura e il disprezzo superano e ricoprono ogni altro aspetto possibile.
Perché è da dietro i banchi di scuola che dobbiamo imparare la parola rispetto.