di Francesca Mariucci

La morte raccontata ai bambini. Si può? Si deve? A quali bambini? I miei, i tuoi?

Inizio questa riflessione con i miei appunti di viaggio. Li contaminerò e andrò oltre, ma partiamo dal principio. Il 31 marzo 2015 alla Fiera del Libro di Bologna si è tenuta una conferenza dal titolo “DAF DAF, il giornale per bambini ebrei. Dire l’indicibile”, in cui sono intervenuti Anna Castagnoli, Paul Cesari, Nadia Terranova e Luisa Valenti, coordinati da Ada Treves.

Il giornalino ebraico è rivolto a tutti i bambini, sono molti i bambini ebrei che non frequentano scuole ebraiche, e il numero di “DAF DAF” sulla “Giornata della Memoria”, la cui copertina è realizzata da Luisa Valenti, punta a trattare, con un approccio scientifico e positivo, la storia dei “Giusti”. Per il FUTURO degli ebrei VIVI. Uso il maiuscolo volutamente per marcare un concetto a cui Ada Traves, nell’intento di attualizzarlo, tiene molto.

Nadia Terranova cura una rubrica della rivista e ha pubblicato un libro – Bruno. Il bambino che imparò a volare (Ill. di Ofra Amit, Orecchio Acerbo Editore, 2012) – che racconta la scomoda morte di un bambino. I bambini hanno una capacità di elaborazione spontanea, per cui è opportuno utilizzare parole precise, l’ellissi e la metafora lasciano che sia il bambino ad attraversare con inconsapevolezza temi difficili come la morte. “L’estetica del filo spinato,” afferma Nadia Terranova, “fa entrare di diritto molta letteratura nella giornata della memoria, esistono quindi molte pubblicazioni in merito.”

A tal proposito, mi piacciono molto Il volo di Sara di Lorenza Farina (Ill. di Sonia M.L. Possentini, Fatatrac edizioni, 2012) e L’albero della memoria. La Shoah raccontata ai bambini di Anna Sarfatti e Michele Sarfatti (Ill. di Giulia Orecchia, Mondadori, 2013) che cito come bellissimi esempi di letteratura per ragazzi sulla giornata della Memoria. Nadia Terranova ne cita altri, ognuno con interessanti risvolti da considerare e realizzati con accuratezza, come I pani d’oro della vecchina di Annamaria Gozzi, Skellig di David Almond, Oh, boy! di Marie-Aude Murail. In particolare, I pani d’oro della vecchina (Ill. di V. Lopiz, Topipittori, 2012) affronta la morte in modo curioso. Domina il bianco e l’Ombra Scura sorprende perché si indispettisce ed è golosa come i bambini, il passaggio avviene, ma non traumatizza. Le illustrazioni aiutano molto a mantenere questo senso di candido torpore, quieto.

Nell’affrontare la morte nei libri per bambini, Anna Castagnoli sottolinea la necessità di valutare un altro aspetto e cita Simone Rea: “Non c’è sempre una risposta per tradurre la realtà.” Per rappresentare la morte in Anansi e la Morte, Simone Rea non aggiunge alcun dettaglio sentimentale e lascia un’incompletezza, perché sostiene che la morte fa parte della natura, e l’immagine delle emozioni non c’è, volutamente.

Si ricorre all’ellissi per non mostrare direttamente. “Se non diciamo/mostriamo, assegniamo un posto al lettore nella narrazione. È un’assenza che parla,” rileva sempre Castagnoli. “In Greta la Matta di Geert De Kockere e Carll Cneut (Adelphi, 2005), che è la storia di una bambina rifiutata dagli altri e suicida, il messaggio non ha altro da dire se non che l’esclusione è una condanna per l’escluso.” La bambina crescendo incontra mostri (perde la ragione) e persino il diavolo in persona. Il giullare, la figura del folle che rivela la verità scomoda, cela Greta con la palla. Subito dopo svela la verità: Greta non c’è più perché è morta. “La morte è sparizione. Quello che non c’è è infinitamente potente” conclude Castagnoli.

La storia di Greta è rivolta ai bambini? Mi chiedo, ma lo faccio in coro, insieme a tante altre persone che potrebbero porsi questa domanda. È forte. Indubbiamente se ne potrebbe parlare per ore seduti intorno a una tavola rotonda. Non c’è nulla oggi, nel mondo, di più comune dell’indifferenza e dell’esclusione. E mi piacerebbe farlo davvero. Ritengo che un albo come questo non sconvolga un bambino. L’assenza creerebbe domande e pensieri cui l’adulto potrebbe partecipare. La morte esiste quanto la vita. La drammaticità della storia di Greta è reale, se ne può parlare, non dico si debba farlo, ma si può. Certezze e incertezze che si spintonano, lo so.

Anna Castagnoli mostra altre immagini. Cita L’anatra, la morte e il tulipano di Erlbruch Wolf (E/O, 2007). “Qui c’è tutto quello che si crea e quello che si perde,” dice. In questa storia l’anatra fa la scoperta della morte e si spaventa. Non otterrà risposte su quello che ci sarà dopo perché la morte risponderà sempre che tutto è “possibile”. Diventano quasi amiche e quando l’anatra morirà, perché è il ciclo naturale della vita, la morte si rattristerà e le affiderà il suo nero tulipano. Questo albo è chiaro nella sua “incompletezza”. Non fornisce risposte e tantomeno certezze sul dopo, ma rende lineare il ciclo della natura, la morte spaventa in principio e poi non fa più paura.

Ancora Anna Castagnoli ricorda come “la morte sia spesso un personaggio attivo nei libri”, nell’albo La Visite de Petite Mort di Kitty Crowther (Ed Lutin Poche, 2005) viene addirittura aiutata dalla bambina. L’Ours et le Chat Sauvage di Komako Sakai (L’école des loisirs, 2008), racconta invece la storia dell’orso triste perché scopre che il piccolo uccello è morto. L’orso ricorda che solo il giorno precedente avevano parlato insieme del tempo che passa. L’uccellino aveva dato più importanza all’oggi che al passato o al futuro, e ora non c’è più. L’orso che non si rassegna al sentimento del lutto si ritrova sempre più solo fino a giungere nelle pagine nere, dove incontra il gatto selvatico, che comprende il dolore e suona il violino. Ellissi di nuovo. Anna Castagnoli precisa che “non troviamo alcuna edulcorazione in questa storia”. C’è molta naturalezza. Anche Nel Paese dei Mostri Selvaggi di Maurice Sendak vi è la morte. L’autore, ebreo, ricorda tra le pagine la perdita della sua famiglia nei campi di sterminio. “Nella copertina c’è un’importante assenza, manca il protagonista”, afferma Castagnoli. Assenza, ellissi. “Nell’isola dei mostri inoltre c’è una tomba. Per illustrarla, l’autore si ispirò alla pittura del Quattrocento e a Dante Alighieri”

Al termine è intervenuto Paolo Cesari, che ha tradotto L’Ultimo Viaggio e L’albero di Anne, entrambi di Irène Cohen-Janca, con le illustrazioni di Maurizio A. C. Quarello (Orecchio Acerbo edizioni). Secondo Cesari, “l’indicibile è affrontabile con la poesia” e cita Il Grande Cavallo Blu degli stessi autori e editori, che racconta in modo poetico la chiusura dei manicomi, la storia di Franco Basaglia. Una storia forte. “Un bambino vive, poiché ci abita, la realtà del manicomio di Trieste, l’ospedale che cura il male dell’anima,” dice. “Solo la forma, e quindi la poesia, è fondamentale, è importante da considerare quando si racconta ai bambini e grazie a questo ogni tema è trattabile”.

Anna Castagnoli termina citando La grande domanda di Wolf Erlbruch (E/O, 2004). “Sono i bambini a creare la loro grande domanda,” dice. Anche sulla morte – aggiungo io – che arriva in tenera età perché i bambini si accorgono presto del vuoto lasciato da un’assenza (che sia un animale domestico, un nonno, un parente, un vicino o un amico).

L’indicibile non è facilmente traducibile. Che siano quindi le immagini o la musica o la poesia a dargli forma. Credo che l’indicibile non debba essere nascosto, censurato, occultato perché se indicibile è la morte, questa è naturale, per quanto triste, brutta e nera. Ognuno la colori come vuole, ma c’è. I bambini oggi ne hanno una percezione mediatica, a volte distorta, distante. La si scopre nella sua “incompletezza”, se presa da sola, ma si rivela come tassello a completare la vita. Parlarne non fornirà risposte ma sicuramente aiuterà nelle riflessioni importanti.

Questi appunti, mi rendo conto, sono inzuppati di mie riflessioni, un po’ per raccontare i libri citati ma anche perché è un argomento davvero importante, e mi piacerebbe confrontarmi con voi amici perché ritengo che l’indicibile non sia affatto trasparente. Grazie di aver letto fin qui.

Francesca Mariucci è una blogger che si occupa di letteratura per bambini e ragazzi. Potete seguirla sul suo sito, o nella rubrica “Piccoli lettori crescono” su Book Avenue.

[L’immagine in apertura di Carl Cneutt è tratta da Greta la matta]