della Redazione
Continua il ciclo di interviste (leggi QUI le altre) a chi si occupa in prima persona di promozione della lettura: librai, bibliotecari, blogger, esperti di illustrazione e letteratura per ragazzi e per l’infanzia. Matteo Biagi insegna Lettere alle scuole medie dal 2007. È redattore di Libri Calzelunghe e membro del comitato scientifico di Libernauta. Nel 2012 crea, insieme ad un nutrito gruppo di alunni ed ex-alunni, qualcunoconcuicorrere.org, webzine che recensisce libri, film e musica.
1. Come sei arrivato alla promozione alla lettura, qual è il tuo percorso professionale?
Io sono un insegnante di scuola secondaria, di formazione classica, forte lettore dai tempi del liceo. Ho iniziato a insegnare nella scuola secondaria di primo grado pensando che formare nuovi lettori sia un dovere imprescindibile dell’insegnante di italiano; inizialmente ritenevo, però, che avrei potuto utilizzare, con i miei studenti di 11-13 anni, i libri che avevo letto io a quell’età o che mi capitava di incontrare tra le mie letture. Non credevo, insomma, che avrei dovuto modificare le mie letture in questo senso: del resto, nessuno fino ad allora me lo aveva mai insegnato (sì, lo dico polemicamente pensando alla formazione degli insegnanti di scuola secondaria). È stato l’entusiasmo dei miei primi alunni forti lettori, il loro consigliarmi dei titoli quando li invitavo, a spingermi a studiare la letteratura per ragazzi e a lavorare sempre di più attraverso di essa.
2. Fai una breve presentazione di te e delle tue attività legate alla lettura in particolare nelle scuole.
Normalmente, la prima associazione che si fa al mio nome è quella con qualcunoconcuicorrere.org, una webzine curata da un gruppo di ragazzi tra i 12 e i 18 anni (anche se quelli più grandi rimangono a darci una mano), promossa inizialmente da un gruppo di miei ex-alunni particolarmente motivati dopo anni di lavoro, e oggi condotta da un gruppo più eterogeneo. Oltre a uscire due/tre volte la settimana sul web, il gruppo di qualcunoconcuicorrere collabora con librerie e biblioteche, periodici, case editrici e festival. In qualcunoconcuicorrere il mio ruolo è quello di coordinatore generale e facilitatore. Scrivo su Libri Calzelunghe fin dalla sua nascita, faccio parte del comitato scientifico di alcuni grandi progetti come Libernauta e Scelte di classe e della giuria di alcuni premi letterari.
3. Perché per te è importante fare promozione alla lettura e leggere ad alta voce?
A questa domanda è davvero difficile rispondere in breve! Le neuroscienze ci dicono che, leggendo, un bambino o un ragazzo potenziano l’intelligenza logica, quella linguistica, quella emotiva. Educare i ragazzi alla lettura vuol dire consegnarli al mondo con più strumenti per comprenderlo e consegnare alla società cittadini più consapevoli.
4. Come costruisci i tuoi percorsi di lettura? Come sono strutturate le tue letture con i bambini/ragazzi?
Parlando del mio lavoro a scuola, il fulcro della mia azione è una didattica laboratoriale della lettura, che parte dall’analisi del contesto – ogni gruppo classe è diverso dagli altri – e prosegue con l’alternanza di lettura ad alta voce di alcune opere che ritengo importante che tutti conoscano a un ampio spazio di lettura autonoma, individuale, a partire da una biblioteca di classe molto variegata per temi e livelli di complessità. La lettura autonoma consente di lavorare a un aspetto per me fondamentale: la personalizzazione dei percorsi di lettura. Un’altra parola chiave è condivisione: parlando dei libri letti, presentandoli ai compagni, utilizzandoli per realizzare interviste agli autori, i ragazzi divengono lettori più esperti e consapevoli.
5. Hai un tuo metodo? Quali sono i tuoi maestri di riferimento?
Per quanto riguarda il mio lavoro a scuola, che ho descritto in breve prima, ho trovato molte conferme alle mie intuizioni nei testi di Aidan Chambers (Siamo quello che leggiamo, Il lettore infinito) e Frank Serafini (The reading workshop). Per quanto concerne invece l’apertura all’esterno del gruppo di qualcunoconcuicorrere, il passaggio dal blog agli eventi pubblici, è stato decisivo l’incontro con Alice Bigli e i ragazzi di Mare di Libri. Infine, per la mia attività di studioso, sono molto cresciuto da quando ho il privilegio di confrontarmi con il gruppo di Libri Calzelunghe.
6. Quali sono le caratteristiche che un libro per bambini deve avere per essere un buon libro?
Deve parlare ai suoi lettori attraverso una storia potente, e non attraverso una tesi o una morale; deve far nascere domande, e non dare risposte semplici, e infine non deve banalizzare, ma educare alla complessità.
7. Quali sono per te i tre libri più belli per bambini dai 3/6 anni?
Guarda, questa è una fascia che non conosco benissimo: ti cito tre titoli che piacciono molto a me.
- Mireille D’Allancé, Che rabbia!, Babalibri
- Judith Kerr, Una tigre all’ora del tè, Mondadori
- Chris Haughton, Shh! Abbiamo un piano!, Lapis
8. Quali sono per te i tre libri più belli per bambini dai 6/11 anni?
- Roald Dahl, Matilde, Salani
- Andrew Clements, Drilla, BUR
- Ulrich Hub, L’arca parte alle otto, Rizzoli
9. Quali sono per te i tre libri più belli per Giovani Adulti?
Qui mi permetto di sdoppiare la risposta, indicando tre titoli “middle grade”, cioè per quella fascia di lettori comunemente intesa tra gli 11 e i 14 anni e tre titoli più specificamente YA.
Per i primi:
- Mark Twain, Le avventure di Huckleberry Finn
- David Almond, Skellig
- Patrick Ness – Siobhan Dowd, Sette minuti dopo la mezzanotte
Per i secondi:
- J.D. Salinger, Il giovane Holden
- Harper Lee, Il buio oltre la siepe
- Aidan Chambers, Danza sulla mia tomba
10. Parlando di promozione alla lettura quanto pensi sia importante il ruolo della scuola e delle insegnanti, della famiglia, della società?
Tutte le componenti citate sono fondamentali, ognuna con le proprie peculiarità. Ma da insegnante fammi dire che se ce n’è una da cui proprio non si può prescindere, quella è la scuola. La scuola è il contesto in cui l’educazione alla lettura raggiunge tutti, anche i non lettori che provengono da famiglie di non lettori.
11. Quali sono secondo te i fattori che contribuiscono ad ottenere nei giovani un rapporto sano con l’oggetto libro/con la lettura?
Molti: mi concentrerò su quelli più specificamente legati alla scuola. Il fatto che si parli di libri tutto l’anno e non solo al momento di consegnare le bibliografie per l’estate; che i ragazzi abbiano insegnanti forti lettori, aggiornati; che abbiano accesso a molti titoli, diversificati per genere, tema e livello di complessità; che si personalizzino i percorsi di lettura; che si svincoli la lettura dalla valutazione tradizionale; che si individuino momenti di condivisione delle esperienze di lettura.
12. Vista la tua conoscenza del mondo della scuola e dei giovani lettori, potresti darci dei consigli per la nuova edizione di Libriamoci che si terrà a ottobre prossimo (23-28 ottobre)?
In generale, credo che siano buoni progetti di educazione alla lettura quelli che non agiscono a spot ma che gettano il seme per un lavoro continuo, direi persino quotidiano, l’unico che può dare risultati reali.
13. Qual è Il tuo libro preferito di sempre?
Visto che Carla Ghisalberti ha già citato La lingua salvata di Elias Canetti, ne dirò un altro: i Racconti di Pietroburgo di Gogol.
14. Qual è la tua citazione letteraria preferita?
“Di una cosa sono convinto: un libro dev’essere un’ascia per il mare ghiacciato che è dentro di noi.” (Franz Kafka, Lettera a Oscar Pollack).
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