della Redazione

Continua il ciclo di interviste (leggi QUI le altre) a chi si occupa in prima persona di promozione della lettura: librai, bibliotecari, blogger, esperti di illustrazione e letteratura per ragazzi e per l’infanzia. Alessandra Starace è libraia e biblioterapeuta in ambito evolutivo, e si occupa di promozione della lettura per bambini e ragazzi, e di conduzione di gruppi di lettura di adulti sulla letteratura per l’infanzia. Gestisce Tata Libro e collabora con Libri Calzelunghe.

1. Come sei arrivata alla promozione alla lettura, qual è il tuo percorso professionale?

Dopo essermi laureata in Lettere e Filosofia ho iniziato un percorso come libraia. All’indomani del “corso librai” “facendo la polvere” ossia spolverando e mettendo in ordine i libri, ho migliorato la mia conoscenza su autori, libri e case editrici. Attonita dal mare infinito della produzione editoriale, ho imparato ad affinare la mia capacità di scelta e a individuare meglio le esigenze dei lettori e dei “non lettori”.

Considerando la letteratura una risorsa unica e insostituibile, ho fin da subito sfruttato la mia professione per promuovere la lettura e formare chiunque incontrassi sulla mia strada. Per poter svolgere al meglio questa attività e offrire una consulenza sempre più specializzata e differenziata, da una parte ho intrapreso uno studio approfondito sulla letteratura con particolare riguardo a quella per bambini e ragazzi, dall’altra ho seguito vari corsi di formazione per affinare le tecniche di facilitatore quali quello di Biblioterapia evolutiva, e corsi per conoscere meglio i Disturbi Specifici di Apprendimento.

2. Fai una  breve presentazione di te e delle tue attività legate alla lettura in particolare nelle scuole.

Sono una libraia ed educatrice alla lettura con una conoscenza trasversale su tutti i generi letterari e tecniche di mediazione della lettura, competenze che da una parte mi permettono di offrire una consulenza specializzata a partire dalle esigenze del lettore, dalll’altra di accompagnare i “primi lettori” (e questo può accadere a qualsiasi età) e quanti hanno a che fare con la loro formazione, creando percorsi di lettura specifici. Collaboro con le scuole in modo indiretto, accompagnando educatori nella cosiddetta “giungla di libri” e costruendo percorsi bibliografici ad hoc.

Sulla pagina Facebook I SEMInari, conduco, secondo un calendario annuale, tavole rotonde formative di approfondimento sulla letteratura per l’infanzia. Collaboro poi con Libri Calzelunghe rivista on line di approfondimento sulla letteratura per l’infanzia e ragazzi. Un impegno, quest’ultimo,  che non solo mi permette di mettere a frutto le mie conoscenze condividendole ma soprattutto mi offre la possibilità di dialogare costantemente con altri esperti del settore. Sulla pagina Facebook Tata Libro, faccio in modo che il mio impegno di libraia travalichi i muri della libreria e giunga là dove non posso arrivare fisicamente.

Qualcuno mi chiama “libraia fiammiferaia” per la mia capacità di accendere la curiosità e trasmettere la passione per la lettura. Cerco di prendere parte poi, nel tempo libero, come lettrice volontaria a eventi specifici per promuovere la lettura ad alta voce, come ad esempio Flashbook, letture a ciel sereno o le iniziative legate al Maggio dei Libri.

Foto 5 Libri Calzelunghe

3. Perché per te è importante fare promozione alla lettura e leggere ad alta voce?

La lettura rappresenta la chiave d’accesso a un vero e proprio mondo che prende vita grazie alla parola scritta, un luogo dove s’intessono relazioni con sé stessi, gli altri e la vita, in modo autentico. Educare alla lettura vuol dire dare la possibilità di beneficiare della parola scritta, far sperimentare ai giovani lettori storie che hanno diverse peculiarità rispetto ad altri media narrativi. Il piacere di leggere non è però naturale, per svilupparsi ha bisogno degli stimoli e dei contesti giusti. Se è vero che questo piacere può svilupparsi fin dalla più tenera età nell’ambito familiare, è importante accompagnare il bambino durante tutte le fasi della crescita, in modo costante e pragmatico, soprattutto quando gli stimoli che riceve dall’esterno diventano molteplici. La lettura ad alta voce è un gesto di cura che offre al bambino la possibilità di conoscere la realtà, sviluppare la fantasia e elaborare il linguaggio. È un momento ricreativo in cui l’adulto permette al bambino di provare non solo il fascino delle storie ma di creare un dialogo che se coltivato, continuerà a dare i suoi frutti nel tempo, anche e soprattutto in momenti di crisi e di opposizioni. Leggere poi a un bambino che sta imparando è un modo per destare la curiosità e colmare quell’inevitabile distanza tra le capacità di lettura e quella di comprensione. La lettura ad alta voce diventa un mezzo rassicurante che permette al lettore inesperto di avvicinarsi ai meccanismi dei testi gradualmente. Leggere ad alta voce a scuola, poi,  è un mezzo semplice e immediato per mostrare passione, condividere la conoscenza, “contagiare” i bambini e i ragazzi ma anche per implementare le competenze linguistiche. Se la stessa attenzione che si è dedicata negli ultimi anni, in tutto il mondo, alla lettura in tenera età fosse riservata ai più grandi, credo, s’incorrerebbe meno nel disamore verso la lettura da parte dei bambini in età scolastica.

4. Come costruisci i tuoi percorsi di lettura? Come sono strutturate le tue letture con i bambini?

Non parto mai da temi specifici o dai libri, a meno che non mi sia specificatamente richiesto, ma dalle esigenze dei piccoli e giovani lettori. Solo in un secondo momento scelgo libri appartenenti a generi molto diversi tra loro, che possano da una parte arricchire l’immaginario dei lettori e dall’altro motivare a leggere. Come ho già detto sopra, io ho un rapporto più con gli adulti che con i bambini, con coloro che in diverse vesti svolgono un vero e proprio ruolo educativo. Agli adulti trasmetto le strategie che ritengo più adatte a favorire un incontro significativo e stimolante con i libri.

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5. Hai un tuo metodo? Quali sono i tuoi maestri di riferimento?

Assolutamente si. Non si può pensare di promuovere la lettura e formare lettori senza avere metodo, strumenti e competenze specifiche. Ritenendo che un libro senza lettori non ha vita e che ognuno ha un rapporto esclusivo e privilegiato con quel testo a seconda della “sua personale lettura” ed esperienza, il mio metodo mette al centro i lettori e utilizza come forma di confronto il dialogo facilitato.

Ogni partecipante deve potersi sentire parte del gruppo. Presento il materiale scegliendo parti che ritengo significative  per coinvolgere tutti attraverso domande-stimolo. Presento il testo facendolo seguire da brevi pause per favorire la riflessione e aumentare l’impatto emozionale. Da qui prende avvio un dialogo che ha l’obiettivo di sollecitare e favorire le risposte personali alla lettura. Sono assolutamente convinta che permettere ai lettori di diventare interpreti del testi, mettersi in gioco, riflettendo e pensando assieme sul testo, ascoltandosi reciprocamente, integrando e considerando nuovi punti di vista, al fine di scoprire significati evidenti e meno espliciti, costituisca un fattore determinante nel percorso formativo di un lettore. Dialogare su un libro o su un tema attraverso la parola scritta soddisfa al bisogno naturale di esprimersi e condividere con gli altri le proprie emozioni, preferenze e perplessità, e di ricostruire il senso della narrazione.

I miei maestri sono tanti. In primis Gianni Rodari, Mario Lodi, Don Lorenzo Milani, Aidan Chambers, Ermanno Detti, Roberto Denti, e per quanto riguarda la mia formazione di libraia Romano Montroni.

Foto 10 Con Aidan Chambers

6. Quali sono le caratteristiche che un libro per bambini deve avere per essere un buon libro?

Deve essere originale, coinvolgente e con testi e illustrazioni esteticamente belli. Deve raccontare la vita nella sua complessità, saper scuotere, illuminare, porre più domande che dare risposte.

7. Quali sono per te i tre libri più belli per bambini dai 3/6 anni?

  • Nel paese dei mostri selvaggi di Maurice Sendak
  • Il gatto col cappello del Dr Seuss
  • Storie per ridere di Herette Bichonnier e Pef.

8. Quali sono per te i tre libri più belli per bambini dai 6/11 anni?

  • Emil (la trilogia) di Astrid Lindgren
  • Il GGG di Roald Dahl
  • Lo stralisco di Roberto Piumini

9. Quali sono per te i tre libri più belli per Giovani Adulti?

  • I ragazzi della via Pal di Ferenc Molnar
  • La guerra dei bottoni di Louis Pergaud
  • Il Diario di Anne Frank

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10. Parlando di promozione alla lettura quanto pensi sia importante il ruolo della scuola e delle insegnanti, della famiglia, della società?

“Per educare un bambino ci vuole un intero villaggio”, recita un proverbio africano che credo possa essere adattato anche all’educazione alla lettura. Ogni figura e istituzione ha un ruolo da svolgere nell’ambito della promozione ed educazione alla lettura dei bambini e ragazzi.

Ognuno attraverso metodologie diverse ha la possibilità di promuovere la lettura e formare lettori. Di rendere accessibile la lettura come fonte di piacere e di risorsa.  Senza una reale collaborazione tra le parti, senza una rete sistemica tra diverse realtà che promuovono la lettura ci saranno sempre lacune da colmare e occasioni mancate.

11. Quali sono secondo te i fattori che contribuiscono ad ottenere nei giovani un rapporto sano con l’oggetto libro/con la lettura?

Favorire un approccio non didattico con la narrativa. Abbandonare la consuetudine diffusa nella scuola, di far seguire alla lettura esercizi e attività per guidare e verificare la comprensione di un testo, arricchire il vocabolario e stimolare riflessioni e letture di approfondimento. Predisporre momenti e luoghi svincolati dall’attività didattica. Proporre la lettura non come alternativa ad altre attività. Scegliere libri diversi da quelli conosciuti e comunemente ritenuti adatti. Sorprendere i bambini e ragazzi con letture meno classiche ma più vicine alla loro esperienza al loro sentire. Promuovere la libertà di scelta rendendo visibile e accessibile una più ampia proposta bibliografica di qualità. Rendere possibile l’incontro con libri “speciali”, quei libri per così dire iniziatici, dall’alto contenuto simbolico che parlano all’interiorità, agendo nel profondo.

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12. Qual è Il tuo libro preferito di sempre?

Canto di Natale di Charles Dickens.

13. Qual è la tua citazione letteraria preferita?

“Signore! Quando si vende un libro a qualcuno, non gli si vendono soltanto dodici once di carta, con inchiostro e colla, gli si vende un’intera nuova vita. Amore e amicizia e umorismo e navi in mare di notte; c’è tutto il cielo e la terra in un libro, in un vero libro, intendo.” (Christopher Morley, Il Parnaso ambulante, Sellerio)

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