di Teresa Porcella

I risultati prodotti raccontano di un percorso che è davvero nello spirito di Violeta: partire dal contatto con le persone che amiamo, lasciare che voci, suoni, colori, forme entrino nei nostri cuori per poi farli rifiore nelle nostre menti e nelle nostri mani. È andata proprio così.

I bambini hanno sentito raccontare la vita di Violeta, hanno visionato i suoi arazzi e le interviste d’epoca e, a partire dall’arazzo sulla pace, hanno trovato la loro strada creativa, per ripercorre, insieme alle mamme, alle maestre, a Santo (con cui hanno cucito e fatto le riprese video), il senso di una vita che nella creatività e nella libertà aveva la sua chiave.

Per ogni fase della vita di Violeta (che è stata raccontata e per cui sono state inserite delle precise canzoni), sono state identificate delle parole chiave, e una palette cromatica che aiutasse, poi, a dare un corpo materico alle sensazioni e alle emozioni.

Eredità e debiti

Nella sua canzone-­‐testamento Manifiesto, Victor Jara, il grande cantautore cileno ucciso nel 1973 dai militari di Pinochet, chiama a certificare come madre ideale della sua poetica, Violeta Parra:

“Io non canto per cantare, né perché ho una bella voce. Canto perché la chitarra ha sentimento e ragione. Ha un cuore di terra e ali di colomba, è come l’acqua santa, benedice gioie e dolori. Qui si è si allocato il mio canto, come diceva Violeta…”

E davvero Violeta Parra è stata madre e matrice di quella corrente che fu la Nueva canción chilena, che, a partire dagli anni ‘60‐’70 del ‘900 rivoluzionò la musica cilena, riportandola a riscoprire le sue origini popolari, per poi inverarle e farle fiorire attraverso una scrittura poetica e una riscrittura musicale di altissimo profilo. Con lei, oltre ai figli Angel e Isabel, e al già ricordato Victor Jara, vi furono, tra gli altri i Quilapayun, il Tiempo nuevo, gli Inti Illimani, e il cantautore Patricio Manns, che con gli Inti innestò una collaborazione che ha portato ad alcuni degli esiti più intensi della musica cilena di tutti i tempi.

La capacità di generare bellezza, musica e poesia di Violeta Parra non si fermerà al Cile, ma sarà destinata ad espandersi in tutto il mondo. A partire dal principio degli anni ’70, quando la cantante argentina Mercedes Sosa farà sue alcune delle canzoni più belle dell’artista cilena (Gracias a la vida, Volver a los 17, solo per citare le più famose), la fortuna di Violeta comincerà a dilagare. Ma Violeta non fu solo una cantautrice eccelsa ma fu anche pittrice e tessitrice, intrecciando fili di voce e colori di note in modo originalissimo. Questa sua abilità la porto a essere la prima latinoamericana a esporre al museo del Louvre a Parigi (1964).

I suoi arazzi, da lei pensati come canzoni visive seguono lo stesso principio delle sue creazioni musicali: nascono con le radici nella tradizione popolare cilena (da cui ereditano materie e colori), ma poi da lì si staccano con libertà nella composizione, e sono assolutamente personali e stratificati nei contenuti e nei simbolismi. Nel 2017 ricorre il centenario della nascita e il cinquantenario della morte di questa artista poliedrica e feconda, quella morte che lei stessa scelse, per chiudere un percorso che sentiva ormai esaurito. A distanza di mezzo secolo dalla sua scomparsa, la ricchezza di quanto ci ha lasciato in dono continua a ingentilire e a dare nerbo ai nostri tempi. Non si può, dunque, non riservarle un tributo, che dovrà passare obbligatoriamente, attraverso le sue parole e la sua musica e attraverso le parole e la musica di chi ha saputo accompagnarla, con amore, solidarietà, rispetto, nei 49 anni del suo cammino terreno.

Il progetto

Il progetto Viola cantora, ideato e curato da Teresa Porcella, si propone di far conoscere a piccoli e grandi la figura di Violeta Parra nella sua totalità, ripercorrendo la sua vita attraverso i testi delle Decimas e delle sue canzoni, attraverso l’ascolto di video d’epoca e la visione dei suoi arazzi. Ma non solo. A dimostrare l’attualità e la fecondità dell’arte e dell’approccio di Violeta Parra, c’è il percorso attivato con i bambini, i docenti e i genitori del Circolo di Didattico di Zafferana Etnea, insieme all’illustratore Santo Pappalardo, e alla docente e direttrice del coro di Zafferana Ata Pappalardo.

A partire dall’ascolto delle canzoni di Violeta Parra e dalla conoscenza della vita e delle opere dell’artista, si è creato un percorso misto, artistico e musicale, il cui primo esito sarà la mostra Fioriture e l’atto conclusivo la performance Viola Cantora, dove i bambini del coro di Zafferana canteranno insieme all’ideatrice e curatrice del progetto, Teresa Porcella (voce solista e voce recitante), al chitarrista Gianni Cammilli e al percussionista Andrea Laschi. Insieme alle note delle canzoni di Violeta ci saranno le immagini statiche e animate in stop motion, create dai bambini di Zafferana, create insieme alle madri e a Santo Pappalardo.

Fioriture

A cura di Santo Pappalardo da un’idea di Teresa Porcella.

A partire dalla visione degli arazzi di Violeta Parra e, in particolare dell’arazzo sulla pace, dove ogni protagonista dell’arazzo ha in testa dei fiori diversi che indicano l’anima di ciascuno, i bambini sono stati invitati a costruire, con cartoncino di diversi colori, dei ritratti o degli autoritratti che poi vengono fatti “fiorire” attraverso cuciture di lana, fatte su tela di iuta. Le fioriture, come immagini statiche, costituiranno le “copertine” delle canzoni cantante nel concerto Viola Cantora. Ciascuna canzone o blocco di canzoni, segnerà dei punti precisi della vita di Violeta, fino a giungere all’ultima canzone, Gracias a la vida, che riassume il senso dell’intera esistenza dell’artista. In sincrono con quest’ultima canzone, andrà il video creato in stop motion con tutte le fioriture create.

Teresa Porcella da molti anni si occupa di libri per ragazzi sia come lettrice, autrice,progettista ed editor freelance. Svolge attività di formazione, laboratori, reading e spettacoli in tutta Italia. Ha insegnato letteratura per L’infanzia all’Università di Cagliari e, attualmente, insegna progettazione editoriale alla Scuola Internazionale di Comics di Firenze.Per Motta Junior è autrice del libro Dammi una mano, selezionato dal MIBAC nel progetto In Vitro tra i migliori 10 libri per bambini tra 0 e 6 anni ha ideato e cura la collana di poesia “Il suono della conchiglia” che ha vinto il Premio Andersen 2015 come “miglior progetto editoriale”. Nel 2005 ha fondato l’Associazione di promozione della lettura Scioglilibro, di cui è presidente. Si occupa di organizzazione di eventi letterari. Dal 2007 è responsabile del settore ragazzi del Festival internazionale di letteratura “Isola delle storie” di Gavoi, vincitore del Premio Andersen nel 2008. A Firenze, nel 2011 ha aperto, con due socie, “Cuccumeo” – libreria per ragazzi non vietata agli adulti, che ha vinto il Premio Montescudaio 2012 del Pisa Book Festival come miglior libreria indipendente d’Italia e il Premio Roberto Denti 2014 (AIE- Andersen) come miglior libreria per ragazzi d’Italia.