della Redazione

Continua il ciclo di interviste (leggi QUI le altre) a chi si occupa in prima persona di promozione della lettura: librai, bibliotecari, blogger, esperti di illustrazione e letteratura per ragazzi e per l’infanzia. Ada Francesconi, di professione ingegnere, madre di due figlie, ha partecipato a diversi laboratori sull’arte del narrare organizzati dal Laboratorio “Gianni Rodari”. Nel 2014, insieme a Silvia Sai, fonda il sito Galline Volanti, nel frattempo diventato anche Associazione di promozione sociale, dedicato alla promozione della lettura e della letteratura per bambini e ragazzi.

1. Come sei arrivata alla promozione alla lettura, qual è il tuo percorso professionale?

Un percorso decisamente atipico ma proprio per questo profondamente ricercato e voluto. Ci sono arrivata per passione, dopo essere diventata mamma, anche grazie a una serie di incontri con persone giuste al momento giusto.

Quando racconto una storia, quando parlo di libri con insegnanti o genitori mi chiedono spesso che mestiere faccio. Alla risposta normalmente seguono occhi sbarrati e bocche aperte che non sanno più cosa dire. Faccio outing. Di mestiere faccio l’ingegnere ma, probabilmente, ha ragione quel bambino che, ormai diversi anni fa, dopo aver ascoltato una storia particolarmente riuscita, mi disse “Ho capito sì… Tu fai l’ingegnere delle storie!”. Forse è proprio così.

Spesso la razionalità esercitata quotidianamente, il lavoro rigoroso e lineare, che segue strade ben definite da cui è difficile uscire, porta le menti curiose come la mia a cercare di riequilibrare, di trovare invece ciò che non è prevedibile, ciò che ha mille sfumature, a utilizzare la fantasia e l’immaginazione per guardare da altre prospettive.

Ho la fortuna di vivere in una città, Reggio Emilia, che promuove una fortissima cultura della partecipazione all’educazione e alla vita scolastica dei figli. Così, nel lontano 2007, ho partecipato ad un primo corso per genitori narratori voluto proprio dall’Istituzione Nidi e Scuole dell’Infanzia del Comune di Reggio con lo scopo di promuovere la narrazione in famiglia e in momenti di vita cittadina. Non mi sono più fermata. Ho frequentato numerosi altri corsi di narrazione sia in continuità con l’esperienza primigenia sia privatamente. Da allora racconto, leggo, studio.

Fino a qualche anno fa lo facevo a livello di pura passione personale fino a quando ho incrociato nuovamente le strade di Silvia Sai, mia compagna di promozione e attivatore quotidiano di stimoli di ricerca. Con lei abbiamo iniziato a sognare insieme e, si sa, i sogni si amplificano, ci si fa coraggio a vicenda e si trova la voglia di lasciare il segno. Nel 2014 nasce così l’avventura online del nostro blog www.gallinevolanti.com, contenitore di pensieri e recensioni di libri e albi illustrati.

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2. Fai una breve presentazione di te e delle tue attività legate alla lettura in particolare nelle scuole.

Sono una sognatrice, una ottimista di natura, una a cui piace darsi obiettivi ambiziosi e inseguirli. Amo fare rete, creare gruppi che lavorino insieme. Sono convinta che la collaborazione e il ragionare insieme permettano di ampliare i punti di vista e di ottenere grandi risultati. Proprio da qui nasce la voglia di condivisione ampia che sta alla base del lavoro di promozione online che con Silvia portiamo avanti con grande impegno e dedizione. Il blog ci permette infatti di raggiungere un numero di teste pensanti molto più ampio, intercettando anche situazioni territoriali fortemente diverse dalla nostra e imparando dalle differenze e dalle peculiarità.

Tutto quello che proponiamo online ha poi declinazioni forti e importanti offline con attività di promozione della lettura sia fra gli adulti che fra i bambini e ragazzi. In particolare, per quanto attiene i progetti legati alle scuole, ci siamo buttate anima e corpo nella creazione di uno spazio lettura dalle caratteristiche volutamente fuori standard all’interno di una scuola primaria della nostra città, la “Italo Calvino”. Abbiamo raccontato della nascita e dei primi passi del progetto, fino all’inaugurazione dello spazio in alcuni post sul blog.

Ciò che fa di questo spazio un luogo diverso da una biblioteca scolastica è proprio il processo con cui è nato: la spinta è venuta da un gruppo di genitori che sono riusciti, attivando partecipazioni volontarie di insegnanti e altri genitori, a costruire uno spazio collettivamente pensato e progettato, insieme anche ai bambini, materialmente costruito assieme, in cui sforzi comunitari hanno permesso di reperire le risorse economiche necessarie per farlo partire.

È un luogo accogliente, dai colori vivaci, dalle mille possibilità di seduta popolato oggi da circa 400 libri, di cui la maggior parte sono albi illustrati. Nella costruzione della bibliografia di base è stata fatta la scelta di offrire possibilità per ogni lettore, di sollecitare anche coloro che faticano maggiormente nell’approcciare il libro di narrativa o che hanno semplicemente bisogno di leggere dall’inizio alla fine un libro anche solo attraverso le immagini. Un luogo in cui i bambini vanno con gli insegnanti, da soli durante l’intervallo o in occasione di momenti di narrazione dedicata. Uno spazio vissuto dai bambini e dagli adulti, aperto ai genitori e alla formazione.

Ciò che riteniamo davvero importante è essere riusciti a creare partecipazione collettiva e comunitaria intorno a questo luogo. Sta infatti continuando un percorso permanente di promozione della lettura grazie a un gruppo misto costituito da genitori, insegnanti e bibliotecari del quartiere.

Recentemente, siamo state invitate a condurre una formazione per insegnanti e educatori interessati a far entrare la lettura di albi illustrati, come piacere ma anche come didattica, nelle scuole secondarie di primo e secondo grado. Un’esperienza molto stimolante in primis per noi!

Un altro progetto importante che curiamo sul territorio, e che attira diversi insegnanti oltre che appassionati di letteratura per bambini, è un gruppo di lettura per adulti sui libri per bambini e ragazzi che si incontra mensilmente presso una biblioteca di quartiere e che contribuisce a costruire vetrine tematiche a disposizione degli utenti.

Tanti progetti bollono poi nel pollaio… Vi aggiorneremo nella prossima intervista!

3. Perché per te è importante fare promozione alla lettura e leggere ad alta voce?

La miglior forma di promozione è l’entusiasmo e il divertimento, il creare esempi concreti possibili e replicabili nel quotidiano. Ci piace farlo partendo da un approccio che, pur avendo fatto tesoro dell’esperienza maturata nel corso degli anni e di una forte passione e formazione personale, è di fatto di divulgazione e promozione dal basso, peer to peer, famiglie verso altre famiglie.

I bambini e i ragazzi si fanno contagiare, si lasciano trasportare, ti permettono di vedere oltre l’orizzonte limitato di adulto. La lettura offre infinite possibilità di essere, dona speranze di futuro, crea sogni e traccia strade possibili. Quale migliore augurio per un bambino e un ragazzo che crescono?

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4. Come costruisci i tuoi percorsi di lettura? Come sono strutturate le tue letture con i bambini?

Abbiamo una propensione personale forte per la condivisione, siamo portatrici di cultura di pace, amiamo lavorare sulle differenze come possibilità di ampliare orizzonti, ci piace pensare che ognuno abbia qualcosa da insegnare e qualcosa da imparare. Da questi principi nasce la costruzione dei nostri percorsi di lettura, delle proposte bibliografiche aperte a 360 gradi perché ciascuno possa trovare il proprio posto e la propria personale passione.

Amiamo le storie che raccontano di coraggio, disobbedienza e capacità di utilizzare il proprio pensiero e di perseguirlo. Crediamo che ciascun bambino sia portatore, anche con i suoi silenzi, di pensieri profondi. Ci piace pensare ai bambini non come semplici uditori e osservatori di storie, promuovendo un’idea di infanzia attiva e generatrice di idee.

Per questo le nostre narrazioni diventano momenti “corali” di condivisione e creazione collettiva di storie e immaginari. I bambini sono sollecitati e coinvolti attivamente alla partecipazione della narrazione stessa, contribuendo con voci, suoni, rumori, movimenti, entrando a far parte della storia.

Così ad esempio vengono chiamati a divenire soggetti fotografici nella storia liberamente ispirata all’albo Lei. Vivian Maier di Cinzia Ghigliano (orecchio acerbo), o vengono introdotti a palazzo, come conti e contesse, facendoli accomodare ad una tavola sontuosamente agghindata, direttamente invitati A cena dalla Regina (narrazione tratta dall’omonimo albo di Rutu Modan, La Giuntina editore).

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5. Hai un tuo metodo? Quali sono i tuoi maestri di riferimento?

Credo che l’elemento fondamentale per il raccontastorie siano le visioni. Quando racconti nella tua mente vedi la storia passarti davanti come fosse fatta di fotogrammi, di piccoli particolari che fanno la differenza, di profumi, di colori. Devi sapere raccontare bene quello che vedi perché possano vederlo anche coloro che ti ascoltano, ognuno poi lo vedrà a modo proprio.

Così la storia di un bambino che cavalca in sella alla sua bicicletta si trasforma e si riempie delle mie epiche gare in bici durante i caldi pomeriggi estivi nel cortile di casa, gli alberi su cui arrampicarsi sono i fichi che stavano dietro i miei garage e la paura è quella che ancora oggi riesco a rievocare perfettamente ripensando al terrore di scendere in cantina e al farmi coraggio cantando.

Devo ringraziare in primis colei che è stata guida e che tuttora mi incanta con le sue storie, trasportandomi in un altrove magico: Monica Morini, sapiente fata delle storie del Teatro dell’Orsa che in tutti questi anni ha coltivato e fatto crescere, grazie alla collaborazione con il Comune di Reggio Emilia, genitori narratori che oggi fanno risuonare la città di storie. Un altro grande maestro con cui ho avuto il piacere di imparare è Roberto Anglisani, una esplosione narrativa di voce e corpo, e infine il grande maestro del teatro di narrazione Marco Baliani, che riempie le scene con una semplice sedia.

6. Quali sono le caratteristiche che un libro per bambini deve avere per essere un buon libro?

Ho imparato che quello che per me è un buon libro potrebbe non esserlo per un altro. Certo ci sono oggettivamente albi e libri che ci si chiede come facciano ad essere prodotti e commercializzati ma penso che ogni albo che trovi un lettore appassionato sia un libro con una dignità. Personalmente sono convinta che un buon libro nasca da un lavoro di squadra importante, una storia e delle illustrazioni che crescano assieme, prendano forma o si modifichino sulla base di un lavoro sinergico.

Un buon editore è colui che riesce a costruire questo connubio fra autore e illustratore. Troppo spesso infatti trovo albi perfetti dal punto di vista della storia con cadute di stile nelle illustrazioni o viceversa. Trovare un albo costruito a più mani che sia armonico in cui storia e immagini diventino propulsive l’una per l’altra non è così frequente.

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7. Quali sono per te i tre libri più belli per bambini dai 3/6 anni?

  • Luca, la luna e il latte di Maurice Sendak
  • A che pensi? di Laurent Moreau
  • Il raffreddore di Amos Perbacco di Erin e Philip Stead

8. Quali sono per te i tre libri più belli per bambini dai 6/11 anni?

  • Fortunatamente di Remy Charlip
  • Io sono soltanto un cane di Jutta Richter
  • Rime di rabbia di Bruno Tognolini

9. Quali sono per te i tre libri più belli per Giovani Adulti?

  • Wonder di R. J. Palacio
  • Quando eravamo in tre di Aidan Chambers
  • Nel mare ci sono i coccodrilli – Storia vera di Enaiatollah Akbari di Fabio Geda

10. Parlando di promozione alla lettura quanto pensi sia importante il ruolo della scuola e delle insegnanti, della famiglia, della società?

Credo che le possibilità che scuola, famiglia e società possono offrire siano fondamentali per dare spazi e creare esempi concreti. Sono convinta inoltre che sia importante non lavorare unicamente sul bambino, che spesso viene vissuto come possibilità educante anche di famiglie lontane dalla lettura ma sia invece importante provare ad avvicinare direttamente i genitori non lettori, creando occasioni concrete e semplici per conoscere i libri e la potenza delle storie.

Un esempio concreto che negli anni ha preso piede nella scuola “Italo Calvino”, di cui vi parlavo poco sopra, è una serata all’anno “La notte dei racconti” in cui la scuola apre le porte a tutta la famiglia. Sono chiamati ad ascoltare storie non solo i bambini ma anche i fratelli, i genitori, i nonni e gli amici. I bambini sono i propulsori ma pian piano, goccia dopo goccia, si è attivata una partecipazione reale delle famiglie che si mettono in gioco sia come narratori non professionisti sia come volontari nell’allestimento degli spazi e nella preparazione della scuola. Anche questa è promozione della lettura, verso l’adulto e verso il bambino al contempo.

11. Quali sono secondo te i fattori che contribuiscono ad ottenere nei giovani un rapporto sano con l’oggetto libro/con la lettura?

Credo che la libertà di poter scegliere, la capacità di orientarsi in un panorama vastissimo che propone generi anche molto diversi sia fondamentale per permettere al lettore di sentirsi a suo agio e di trovare la propria strada.

In tal senso penso che un ruolo fondamentale sia quello dell’insegnante delle scuole medie, ruolo purtroppo troppo spesso poco valorizzato. Un insegnante che sappia entusiasmare con percorsi di lettura interessanti, che legga quotidianamente in classe, che riesca a costruire curiosità e proporre spunti differenti per cogliere gli interessi dei ragazzi possa essere uno degli elementi fondamentali per transitare in quell’età di mezzo che tanto segna la strada futura dei nostri ragazzi.

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12. Qual è Il tuo libro preferito di sempre?

Il conte di Montecristo di Alexandre Dumas.

13. Qual è la tua citazione letteraria preferita?

“La fantasia è un posto dove ci piove dentro.” (Italo Calvino)

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