di Barbara Servidori – Hamelin Associazione Culturale
Nell’ultimo anno, in più occasioni, si è tornato a parlare di censura nei libri per ragazzi. Lo si è fatto a fronte della recrudescenza degli attacchi a libri considerati, da alcuni, non conformi a principi e criteri che dovrebbero regolare la letteratura per l’infanzia e l’adolescenza. Si sono sentite parole come “bruciati sui roghi” che, accostate a “libri”, ricordano periodi tra i più cupi della storia. E del resto l’obiettivo dei censori è proprio quello di cancellare certe parole dai libri per ragazzi: sesso, corpo, morte, droga, e forse anche realtà, forse futuro.
Parlando di censura, alcuni scrittori per ragazzi ne usano altre, di parole. Nel suo intervento al convegno Xanadu La sottile linea scura. Adolescenti e lettura, pubblicato sul numero 38 della rivista Hamelin. Storie figure pedagogie, Melvin Burgess non usa mezzi termini: “Non solo i libri, ma quasi tutte le forme di narrazione militano contro gli adolescenti. (…) L’interazione creativa degli adolescenti con la realtà circostante è soffocata dalla censura in tutti i media di tutto il mondo. Questo è il risultato della nostra paura di e per gli adolescenti. Cerchiamo di intrappolarli nel passato quando, per tutto il tempo, i ragazzi tentano di afferrare il futuro.” Parole che hanno trovato eco nel bell’articolo di Manuela Salvi, L’innocenza imposta: tabù, conformismo e censura nei libri per ragazzi, apparso sul numero 105 (gennaio-marzo 2015) di LiBer: “Molti adulti sono convinti che i libri per ragazzi debbano essere “rassicuranti”, una zona franca in cui rifugiarsi dalle brutture dell’umanità. Un luogo in cui, in nome dell’innocenza, possono essere sacrificati la diversità, la curiosità, la ricerca di sé, il dubbio, la paura e persino la realtà.” E ancora: “Questa operazione di protezione forzata dei bambini è la principale causa della “conoscenza soggiogata”. Rendere difficile l’accesso a determinate informazioni, o diffondere informazioni edulcorate e dunque fuorvianti, è un modo per alcuni gruppi sociali di “conformare la realtà alle proprie speranze” e ai propri valori.”
Paura, interazione soffocata, innocenza imposta, protezione forzata, sono parole che danno il senso di un orizzonte di pensiero limitato e di un’idea di realtà fuorviante. Si troveranno altre parole all’incontro Biblioteche, Libri per ragazzi e Censura al Salone di Torino lunedì 18 maggio alle ore 15.30 presso la Sala Professionale.
Nell’attesa dell’incontro di Torino, quali parole avete voi per parlare di censura?
[foto di Daisyeko]
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