di Maria Polita – Scaffale Basso

Questo intervento è un estratto dell’articolo leggibile nella sua interezza sul sito Scaffale Basso.

I libri vitamina

Ho provato in diverse occasioni a raccontarvi che cosa significa per me leggere e ultimamente mi è capitato di parlare di libri “aspirina”, ovvero i libri a cui ci si rivolge per risolvere magicamente un problema.

I libri aspirina vengono cercati prevalentemente quando il bambino deve fare un passo di crescita: accettare di fare la pipì nel water, incontrare un fratello appena nato, provare a dormire tutta la notte… Questi libri nutrono infatti il periodo prescolastico e alimentano un filone più o (spesso) meno riuscito.

Speravo che, con l’ingresso di mio figlio alla scuola primaria, questo genere di libri scomparisse dal nostro orizzonte ma mi sono accorta della presenza di libri molto simili: i libri “vitamina”.

Passata la fase in cui la lettura dovrebbe far sì che il bambino non abbia paure, abbandoni il ciuccio, o non senta nostalgia della mamma e così via, si passa a libri con una funzione esclusiva: far leggere.

I libri “vitamina” riguardano in modo particolare l’apprendimento dell’abilità di lettura e il suo esercizio. In questo modo a mio avviso si perde il piacere di ascoltare le parole e le storie.

La lettura che dovrebbe essere il naturale svolgimento di un momento di piacere condiviso che diventa personale con lo svilupparsi di capacità come il riconoscimento dei segni, diventa invece un obiettivo misurabile in quantità di pagine lette. Il contenuto narrativo, lessicale, sintattico, le capacità narrative dell’autore… Tutto passa in secondo piano davanti all’imperativo: deve leggere.

Una preoccupazione badate che, di solito, non appartiene tanto agli insegnanti, quanto piuttosto ai genitori, che esortano i pargoli già in età prescolare all’esercizio della lettura, spesso a prescindere da una riflessione sul libro proposto.

La letteratura, perché di letteratura stiamo parlando, non deve incentivare niente: i libri accompagnano, nutrono l’animo, educano gli occhi alla bellezza. Se non accompagniamo i nostri figli ad amare la lettura, ad assaporare il senso delle parole, a leggere i silenzi fra le frasi, magari leggeranno le trenta pagine assegnate, ma chiuso il libro non lo riapriranno né ne apriranno un altro.

Non serve l’aspirina per qualche linea di febbre, non servono le vitamine per crescere: basta una buona mela.

Il bambino che legge alla scuola primaria

L’entrata nel ciclo della scuola primaria coincide, tendenzialmente, anche con il definirsi dei gusti personali.

Contemporaneamente il peso dell’esperienza di lettura precedente inizia a farsi sentire in modo più determinante: i bambini che hanno alle spalle anni di lettura condivisa di albi illustrati, incominciano ad avere esigenze di lettura di un certo tipo, altri che non hanno mai sfogliato un albo illustrato che non sia “commerciale” hanno esigenze diverse.

I bisogni si differenziano in modo più palese che alla scuola materna, diventa più importante pensare e proporre il libro al singolo, perché lo spazio entro cui pescare le proposte è molto ampio e diversificato. Per questo, a mio parere, è molto sommario stilare degli elenchi generici. Il metro di giudizio più affidabile per capire se la proposta è “tarata” sul bambino è il bambino stesso.

Continua la lettura…

Scaffale Basso si occupa di letteratura per l’infanzia dagli 0 anni fino (per adesso) al ciclo della primaria, ma anche di albi illustrati per gli adulti. Per Scaffale Basso leggere un libro significa fare un’esperienza: ogni libro ha un significato, è una scoperta, instaura rapporti, desta la memoria, mostra una bellezza. È questo, quello di cui ci occupiamo attraverso le recensioni e gli articoli. Dietro Scaffale Basso ci sono io, Maria, una mamma e una grande lettrice. Adoro leggere, amo studiare la lingua italiana e la grammatica (tento di farlo per lavoro!) e sono appassionata di libri per bambini. Seguo puntualmente il panorama italiano, ma guardo con interesse anche alle edizioni estere (inglesi, americane, francesi ed orientali, prevalentemente). Amo i libri e amo chi li fa, così ho iniziato a chiacchierare con gli autori e gli illustratori. Guido i gruppi di lettura per adulti “Scoprirsi Bambini”. L’idea di implicarsi nella lettura condivisa tra adulti, con appuntamenti fissi, nasce dalla curiosità di scoprire libri diversi e nuovi che colpiscano sensibilità differenti. Inoltre credo che grandi protagonisti della lettura nell’infanzia siano i genitori e mi piace incontrarli e parlare con loro di libri: da qui incomincia la vera promozione alla lettura. Leggo nelle scuole e sono impegnata in progetti di promozione con insegnanti e bambini: destare il piacere di leggere è una gran soddisfazione, farlo parlando attraverso pagine che amo ancora di più.