Da molti anni Nati per Leggere dedica un’intera settimana al Diritto alle Storie di piccoli e grandi, una settimana che ricorre in occasione del 20 novembre, Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.

Ne abbiamo parlato con Elisa Maria Colombo, responsabile della Comunicazione del Programma nazionale Nati per Leggere per il Centro per la Salute del Bambino. Ha studiato Psicologia della Comunicazione ed Editoria, appassionandosi poi alla comunicazione sociale. All’interno del Centro per la Salute del Bambino si occupa di ascoltare e diffondere le esperienze di operatori e volontari, poiché crede che le parole e le storie possano ispirare le persone e, spesso, accompagnarle verso un cambiamento. Da piccola amava più stare in acqua che sulla terra ferma – qualunque fosse la temperatura! – leggere Bianca Pitzorno e Italo Calvino, tutte cose che non ha perso l’amore di fare.

 

 

Cosa si intende per Diritto alle Storie?

 

Il Diritto alle Storie è quando a un bambino, a una bambina, a una famiglia – quindi anche a un adulto – viene garantita un’opportunità. Sia nella buona pratica della lettura condivisa, sia nelle storie, è racchiusa una fonte inesauribile di stimoli come parole, emozioni, immagini, idee, legami: stimoli che sono al tempo stesso gli strumenti che “proteggono” dalla povertà educativa e che accorciano quelle disuguaglianze che si creano troppo presto.

 

Ecco perché le storie sono un’opportunità che si fa diritto, un diritto che va oltre l’essere protetti dalla fame, dalle malattie, dalla violenza – come ci raccomanda la Convenzione Onu – e abbraccia anche le occasioni di sviluppo.

Queste occasioni di sviluppo sono le storie, i libri, le voci che leggono, sono gli alleati che proteggono proprio dalle mancate opportunità, dalla povertà educativa e dallo svantaggio; grazie a una storia, ad esempio, si possono imparare e conoscere parole nuove: quante volte nel quotidiano non usiamo le parole e le sfumature della nostra meravigliosa lingua italiana? Oppure quante volte non sappiamo dare un nome a un oggetto, a un’emozione, a un profumo?

 

Ecco, grazie alle storie possiamo farlo, possiamo scoprire e nominare il mondo: che fiore è? Una margherita, come la mia amica della scuola! E dove cresce? Nei prati, dove abbiamo visto anche le mucche! Di che colore sono i suoi petali? Che cosa sono i petali? Questi qui… Ah sono bianchi! Bianchi come… la neve, come le nuvole, come il gelato al fiordilatte! Che profumo ha secondo te la margherita? Dolce, come un biscotto! E come ti piacciono i biscotti? Al cioccolato!

 

Da una margherita posso nascere altri mondi, fatti di mucche, di nuvole e di cioccolato.

 

Le storie possono essere narrate non solo attraverso i libri, ma anche i film, il teatro, le canzoni. In che modo il libro si pone come strumento speciale per l’affermazione del Diritto alle storie?

 

Il libro è uno strumento prezioso per la relazione, per creare dei legami, proprio perché “prende vita” quando viene letto assieme, stretti in un abbraccio. Il bambino o la bambina se lo ricorderanno e, magari, anticiperanno le parole o vorranno far finta di leggerla loro per voi o la richiederanno una volta e un’altra ancora e faranno tutto questo perché c’è quella voce che legge, intima, esclusiva e che avrà creato un legame indissolubile. Un legame che è un’altra sfumatura del Diritto alle Storie, un’altra opportunità, un altro diritto: quello di avere un adulto che si prende cura di me bambino e che mi dedica un momento intimo e solo per noi.

 

Il Diritto alle Storie è tutto questo, è opportunità di tempo, parole, legami, immagini, voci, è prevenzione, ed ecco perché Nati per Leggere lo celebra e lo garantisce, non solo durante la Settimana Nazionale, ma ogni giorno, il Diritto alle Storie è in ogni voce che legge e in ogni libro che si apre.

 

Dove abita il diritto alle storie?

 

Grazie alle evidenze scientifiche sappiamo che la lettura condivisa è quella buona pratica che agisce sullo sviluppo cognitivo emotivo relazionale e sappiamo anche che il “luogo speciale” della lettura di relazione è la famiglia: funziona di più e meglio se a leggere con noi e per noi “a bassa voce” è un adulto che tiene a noi.

Garantire questo “luogo speciale” in cui leggere assieme, che è la famiglia, per Nati per Leggere vuol dire esserci sui territori, senza confini di tempo e di spazio e aprire ogni giorno altri luoghi: le biblioteche, i presidi NpL, gli ambulatori dei pediatri, i nidi, le scuole dell’infanzia, i consultori, i Villaggi per Crescere; grazie a operatori, operatrici, volontarie e volontari che accolgono piccoli e grandi, per tutelare il Diritto alle Storie e scoprire assieme libri e storie di margherite, mucche, nuvole e cioccolato.

 

Per scoprire i luoghi e il calendario degli eventi della Settimana Nazionale Nati per Leggere, si può consultare la pagina https://www.natiperleggere.it/settimana-nazionale-npl.html