Cartastraccia è un’associazione di promozione sociale nata nel 2011 per promuovere la lettura, il libro e le biblioteche, con particolare riferimento alla fascia d’età infantile. Le socie dell’Associazione vantano competenze specifiche di lettura ad alta voce e nella promozione del libro e delle biblioteche. L’Associazione organizza letture ad alta voce, laboratori intorno al libro, esposizioni artistiche, laboratori e percorsi di supporto a esposizioni. L’associazione offre inoltre supporto logistico, di comunicazione e di lavoro bibliografico per progetti di promozione della lettura (percorsi bibliografici, allestimento spazi di lettura, sostegno nel rinnovo del patrimonio). Dal 2015 Cartastraccia è ente amico dell’AIB, Associazione Italiana Biblioteche. Aderisce e si impegna nella diffusione del programma nazionale Nati per Leggere.

1) Fate una breve presentazione di voi, del percorso che vi ha portato alla scoperta dei libri per bambini e all’educazione alla lettura, alla promozione del vostro progetto e/o delle vostre attività legate alla lettura.
Tutte noi socie di Cartastraccia proveniamo da diverse esperienze, ma siamo unite dall’amore per le parole e le immagini: lettrici per bambini e ragazzi, ricercatrici, un’attrice teatrale, una storica dell’arte, una fotografa, una pittrice appassionata di grafica d’arte. Ci siamo trovate grazie a un anno di servizio civile nelle biblioteche e, anche se poi si sono aggiunte altre professionalità, l’amore per lo spazio di condivisione creato dalle biblioteche di pubblica lettura è stato il nostro punto di unione.

 

2) Quali sono gli ostacoli che avete incontrato? Come li avete superati? Chi o cosa vi ha aiutato a continuare fino alla realizzazione del vostro progetto? (In generale e al tempo del Covid).
Per noi che avevamo nella biblioteca e in generale negli spazi pubblici come i consultori il luogo di svolgimento delle attività, l’arresto dovuto alla pandemia è stato particolarmente stravolgente. Raggiungere le famiglie è stato più difficile, gli enti con cui siamo soliti collaborare hanno del tutto sospeso le attività culturali per le famiglie. Tanti degli incontri previsti li abbiamo convertiti in momenti di formazione per quelle figure a contatto con l’infanzia (insegnanti, bibliotecari, genitori e operatori). Abbiamo strutturato un calendario di incontri di approfondimento online cercando di studiare strategie di coinvolgimento che attenuassero la distanza (giochi, momenti collaborativi di visione delle immagini, confronti verbali). È stata un’esperienza nuova ma positiva che ci ha permesso di entrare in contatto con molte realtà su tutto il territorio nazionale, per cui possiamo dire di essere cresciute molto da questa iniziale difficoltà. 

 

3) Cosa consigliereste a chi vuole realizzare un’attività o creare un’associazione come la vostra?
Sicuramente leggere e studiare tanto. Approfondire e aggiornarsi il più possibile. È essenziale frequentare le biblioteche, andare alle fiere dei libri per bambini e ragazzi, entrare nelle scuole, confrontarsi con le realtà del territorio simili e parlare. E poi, avere l’attenzione per osservare i bambini e i ragazzi, col tentativo di capire quali sono le loro domande per cercare di venire incontro alle loro necessità e desideri.

 

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4) Cosa significa per voi leggere? Perché lo ritenete importante?
Per noi, l’atto della lettura ha una doppia valenza: quella del divertimento e quella della costruzione dell’identità e della socialità. Si legge per puro piacere, per curiosità, per desiderio. Si legge per trascorrere un momento di svago, immaginando quei mondi – interiori ed esteriori – che parole e illustrazioni ci permettono di vedere. Ma si legge anche per acquisire un pensiero e uno sguardo su ciò che abbiamo intorno a noi. Perché leggere non è, come si potrebbe pensare, un atto passivo, bensì tutto il contrario. Questo lo vediamo soprattutto nel corso delle nostre letture, quando i bambini si divertono a mimare i nostri stessi movimenti o a partecipare alzandosi in piedi per vedere meglio, per leggere insieme a noi, per dirci quali sono i loro pensieri o le loro deduzioni rispetto a ciò che vedono o che si aspettano dalla pagina successiva.
Leggere insieme è, poi, un momento molto intimo e speciale, in cui tutto il resto viene messo in pausa per dedicarsi ad un’attività di qualità condivisa; per questo, leggere ad alta voce rinforza i legami affettivi e la socialità, grazie a piacevoli momenti di vicinanza.

 

5) Perché per voi è importante fare educazione alla lettura e leggere ad alta voce?
Perché le nostre società rincorrono modelli di successo individuale, veloce, materiale e invece l’educazione alla lettura offre uno dei pochi spazi residuali per promuovere l’attenzione, la cura, l’approfondimento, la collaborazione e il confronto. La lettura ad alta voce, in particolare è importantissima per crescere lettori: crea un’abitudine quotidiana, uno spazio tutto per sé tra adulto e bambino, un momento dedicato a un’attività i cui benefici coinvolgono la sfera del linguaggio, le capacità cognitive, la serenità emotiva. È fondamentale per coltivare giovani lettori.

 

6) Come costruite il vostro lavoro con i libri?
Uno dei nostri intenti è quello di promuovere le biblioteche di pubblica lettura e quindi nella nostra pratica scegliamo albi illustrati che i bambini possono poi prendere in prestito per favorire così una condivisione del libro anche a casa. Come li selezioniamo? Scegliamo libri che piacciono anche a noi in primo luogo, capaci di parlarci. Ci piace soprattutto leggere libri che facciano ridere insieme o che mettano in discussione la realtà, così come libri che coinvolgono attivamente i bambini, stravaganti e pieni di domande aperte. Riteniamo importante iniziare le letture ad alta voce con una filastrocca di apertura che aiuti i bambini a capire che stanno per avventurarsi in un momento speciale. Organizziamo letture, sempre aperte e gratuite, nel sistema delle Biblioteche di Roma, per centri culturali internazionali, talvolta a scuola, all’aria aperta e in occasione di fiere e saloni di settore. L’obiettivo di questi appuntamenti è promuovere la lettura sin dalla più tenera età, i libri di qualità e l’abitudine all’utilizzo delle biblioteche.

 

7) Che caratteristica deve avere un progetto di promozione della lettura per essere veramente incisivo ed efficace nel tempo? Non esiste una formula magica ma, in base alla vostra esperienza, come si fa far nascere nei bambini/giovani l’abitudine (e poi il piacere) della lettura?
Un progetto di promozione della lettura, per essere incisivo, deve essere inclusivo. Deve quindi abbracciare più realtà possibili, per questo ci piace andare nelle biblioteche, leggere all’aria aperta, alle fiere, a scuola, nei punti di ritrovo all’interno dei quartieri. Nella sua inclusività non deve però creare dispersione. Questo significa che è importante rivolgersi ad un gruppo preciso. Quando abbiamo ideato il progetto L’ora di lettura, abbiamo deciso di specificare con la dicitura classici e novità da non perdere prima degli otto anni e ci rivolgevamo soprattutto alla fascia 4/8. Questo però non significa che le letture non fossero adatte anche a bambini più grandi, ai genitori o ai nonni. Le letture ad alta voce si svolgono in luoghi pubblici proprio per coinvolgere anche chi quel giorno si trovava lì per caso ed è rimasto catturato da una storia.
Un progetto deve poi essere al passo con i tempi e per questo è importante sperimentare. Ci siamo appassionate molto alla realtà digitale con due progetti distinti: Scorri, scrolla, digita. App per una lettura creativa e Storie Digitali. Libri e narrazioni al tempo delle app, in collaborazione con il Goethe-Institut di Roma e supportate dall’Otto per mille della Chiesa Valdese. Come associazione ci siamo dedicate ad attività di aggiornamento, ricerca e sperimentazione dei libri app con bambini e famiglie.

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8) Quali sono secondo voi i fattori che contribuiscono ad ottenere nei giovani un rapporto sano con l’oggetto libro/con la lettura?
A nostro parere un modo è la prossimità: avvicinare i ragazzi al mondo del libro, anzi dei libri, offrendo un panorama il più possibile vasto. Per poter fare ciò devono però essere messi nella condizione di poter avere a disposizione una biblioteca a cui fare riferimento. Un luogo, uno spazio, anche una pila di libri che occupa una sedia o il pavimento, lì a portata di mano per loro. E un giorno vi stupirete di trovarli sdraiati a terra con un libro aperto sotto il naso.

 

9) Avete in mente nuovi progetti legati all’educazione e alla promozione della lettura?
Un fulcro del nostro lavoro degli ultimi dieci anni che ci piacerebbe incrementare e continuare è quello con le famiglie in attesa. Nel corso del tempo abbiamo tessuto solidi legami con diverse figure sanitarie nel territorio romano, scoprendo quanto sia incisivo l’intervento di promozione in una fase della vita così speciale e ricettiva: il percorso per diventare genitori e poi i primissimi passi da genitori.

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10) Quali sono le caratteristiche che un libro per bambini deve avere per essere un buon libro?
Un buon libro, per parafrasare Pinin Carpi, è quel libro che piace come un cannolicchio alla crema. Deve quindi essere fatto con cura e amore e risultare gustoso, desiderabile, un po’ proibito, eccezionale, dolce e ben confezionato, di bell’aspetto.

 

11) Quali sono per voi i tre libri più belli per bambini dai 3/6 anni?
> Perché non cominciare dagli 0/3? Il tondo di Iela Mari, Ciccì coccò di Bruno Munari, Coucou di Lucie Felix.
> Per i 3/6: L’uomo del camion di Bruno Munari, Il gigante di Zeralda di Tomi Ungerer, Si può svuotare una pozzanghera? di Katrin Stangl.

 

12) Quali sono per voi i tre libri più belli per bambini dai 6/11 anni?
La fascia è molto estesa, non ci sembra possibile trovare titoli validi per tutti, se non Le fiabe italiane di Italo Calvino.

 

13) Quali sono per voi i tre libri più belli per Giovani Adulti?
Il richiamo della foresta di Jack London, It di Stephen King, Cime tempestose di Emily Bronte.

 

14) Parlando di educazione e promozione alla lettura quanto pensate sia importante creare una rete tra la scuola, la famiglia, biblioteche e librerie?
Importantissima. Senza la collaborazione di tutte le componenti di questa rete, la promozione e l’educazione della lettura non potrebbero esistere. Aggiungiamo anche i servizi sanitari e tutti quegli spazi che le famiglie attraversano (centri vaccinali, pediatra, ludoteche). Ci piacerebbe sottolineare inoltre che nella parola “biblioteca” immaginiamo anche una rete che colleghi idealmente la bibliotechina casalinga con quella di classe, quella di plesso con quella del quartiere e sia allargata fino alla biblioteca di studio, la biblioteca universitaria o specializzata. Vedere in relazione questi spazi, come perle di un’unica collana, è essenziale per strutturare servizi e opportunità di crescita per tutta la comunità.

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15) Che cosa si può fare di più per portare la lettura in contesti di povertà educativa?
Ragionare sui luoghi e sui contesti, osservare dove un intervento semplice (e a basso costo) come quello della promozione della lettura possa “fruttare” maggiormente. Da parte nostra, come già detto, l’individuazione del consultorio familiare e della biblioteca è stata essenziale per raggiungere famiglie di tutti i tipi e di diverse provenienze culturali e sociali.

 

16) Qual è il tuo libro preferito di sempre?
Il mostro peloso di Henriette Bichonnier e di Pef (Leyla) e in generale le fiabe di qualsiasi tradizione.

 

17) Qual è la tua citazione letteraria preferita?
“Pernottare in un pensiero se ho passato la notte al suo interno, so qualcosa di esso che nemmeno il suo autore presagiva” (da Ombre corte di Walter Benjamin)

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