di Claudia Gattella – Scuola dell’infanzia dell’I.C. “Fossacesia Pollidori” (Santa Maria Imbaro)
Le sezioni A e B hanno partecipato a Libriamoci 2021 con dei laboratori di lettura e poetici.
Dentro un libro c’è quello che conosciamo e quello che non sappiamo ancora. Basta aprirlo. Disegni grandi e coloratissimi. Bellissime figure a sorpresa che saltano fuori dalle pagine. Fiabe fantastiche di principesse e incantesimi a lieto fine, storie intriganti, misteri da risolvere, avventure appassionanti, belle filastrocche, racconti per sorridere, i segreti del mondo che ci circonda. Abbiamo voluto creare questo laboratorio soprattutto per destrutturare il modo di leggere a scuola e renderlo meno cognitivo, ma davvero narrativo. Inoltre, nonostante i protocolli imposti dall’emergenza sanitaria abbiamo voluto coinvolgere i genitori con brevi video, qualche appunto in classroom e la bibliografia aggiornata mese per mese.
La lettura può essere un gioco? Il gioco è innanzitutto un’avventura. Una via privilegiata per scoprire qualcosa di noi, del mondo e degli altri, che prima non sapevamo. Il gioco è anche una relazione. Un modo per creare un legame profondo con chi gioca con noi in quel momento. E’ la condivisione di un’esperienza in cui ognuno di noi lascia una parte di sé, ne mette in evidenza un’altra, ne scopre un’altra ancora. Ed è un’esperienza che avviene in un confine delicato tra regole e libertà, tra verità e fantasia. In questo senso la lettura con i propri alunni e con i figli è un momento di gioco. E’ una relazione profonda, intima, che si crea condividendo uno spazio, una storia, una fantasia, un’emozione.
Il libro ha le sue regole: le pagine si leggono in un certo verso, e le parole una dopo l’altra, e si sfoglia dall’inizio alla fine. Come nei giochi, le regole si possono seguire, ma anche stravolgere, e inventarne altre, se ci fa piacere. Si possono creare i rituali. Chi è abituato a leggere ai bambini sa quanto è importante, prima di aprire un libro, creare un rituale che predisponga all’ascolto. C’è la scelta del tempo, innanzitutto. Che a scuola può essere in un giorno o un momento specifico. A casa può essere la sera, ma anche la domenica pomeriggio, il giorno dell’influenza, o qualunque momento in cui possiamo svuotare la testa da altro.
Da ogni storia, albo illustrato, fiaba spunteranno delle parole che creeranno il nostro Albero delle parole con cui potremmo continuare a giocare scoprendo la poesia.
La poesia esiste autonomamente, a prescindere da chi si trova ad essere il destinatario del suo messaggio; o non esiste. Ci sono poesie che possono essere capite, sentite, diciamo pure vissute dai bambini, indipendentemente dal fatto che siano state create per loro oppure no. E ce ne sono altre, troppo lontane dal loro campo di esperienza, troppo dissonanti con le loro strutture mentali o con il loro mondo sentimentale, troppo discordi con il loro vocabolario perché essi possano in qualche modo goderne. Ma non esiste quella cosa che possa essere poesia per i bambini e non-poesia per gli adulti. Per noi esiste la possibilità di giocare con le parole e farle suonare, volare, muovere, colorare, tagliare, ecc….
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