della redazione

Il 20 novembre, giorno in cui nel 1959 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato la Dichiarazione Universale dei diritti del fanciullo, si celebra la Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Quest’anno la redazione ha deciso di dedicare questa Giornata al diritto di leggere, approfondendo la storia di una delle tante realtà che si occupa di garantire l’accesso alla lettura a tante e tanti.

Il Castello dei ragazzi di Carpi è sicuramente uno dei più interessanti esempi di luogo culturale per ragazzi e ragazze in Italia. Le sale sono collocate all’interno di un’ala del Castello dei Pio, al centro della magnifica Piazza principale, e ospitano raccolte invidiabili per ogni fascia d’età. Negli anni si sono succedute molteplici attività di educazione alla lettura, mostre, corsi di formazione, attività ludiche, interventi anche di grandi artisti che hanno lasciato tracce permanenti, tra cui Lele Luzzati e Gianni de Conno.
Abbiamo intervistato Emilia Ficarelli, che ha diretto la Biblioteca sin da quando ha assunto l’attuale forma, e che è ora appena entrata in pensione.

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Ci racconti da dove vengono il Castello dei Ragazzi e la biblioteca Il Falco Magico?
La Biblioteca ragazzi il Falco magico ha profonde radici nella storia della cultura di Carpi. Inaugurata nel 1872, la Biblioteca Comunale infatti acquistò sin dai suoi inizi opere per ragazzi, e un grande impulso alla promozione della lettura e della letteratura per ragazzi avvenne nel 1914, quando fu inaugurata la nuova sede in alcune sale del Palazzo dei Pio, nella piazza principale della città. La Sezione Ragazzi  si è trasformata nel 2002 nella Biblioteca Il Falco Magico, mentre nel 2007 la Biblioteca adulti si è spostata nell’attigua nuova sede della Biblioteca “A. Loria”.
Fu grazie all’impegno, alla determinazione e alla indiscussa professionalità della Prof. Pia Bacci, prima figura di bibliotecaria entrata in organico per concorso nel 1910, che la Biblioteca Comunale di Carpi iniziò il suo cammino di rinnovamento sulla scia del grande impulso dato alle Biblioteche popolari in quegli anni in seguito a leggi nazionali, e soprattutto grazie alla nascita della Federazione Italiana Biblioteche l’anno precedente.
Pia Bacci dimostrò una grande lungimiranza, soprattutto una fede nella cultura e nella lettura come strumento di emancipazione sociale con particolare attenzione ai ragazzi e alle classi disagiate. Fu grazie al suo impegno che venne realizzato il primo scaffale per ragazzi, furono redatti inventari con brevi presentazioni dei libri e i giovani furono ammessi al servizio biblioteca (tra questi Arturo Loria e Don Zeno Saltini).
In questi inventari è presente tutta la migliore letteratura per ragazzi del tempo, con note critiche che rivelano la profonda cultura e conoscenza della letteratura per l’infanzia: Ida Baccini, Jules Verne, Sofia Bisi Albini, Edmondo De Amicis, Cordelia, Collodi, Luigi Capuana.

L’eredità di questa esperienza non è andata perduta, nonostante la battuta d’arresto data dalle guerre mondiali e dalla dittatura fascista, e in un qualche modo ha creato un terreno fertile per la crescita della Biblioteca Comunale.
Negli anni Ottanta la Biblioteca ampliò gli spazi e creò sale dedicate ai ragazzi, suddivise in due locali (3-10 e 11-14 anni), ampliò l’organico e diede inizio timidamente ad attività di promozione della lettura per ragazzi e ad attività didattiche, che comprendevano incontri con le classi e corsi di aggiornamento per docenti, digiuni a quel tempo di conoscenze specifiche sulla letteratura per l’infanzia.
La risposta della città e della scuola a queste proposte fu entusiasta, dando inizio a percorsi strutturati nel corso dell’anno, a collaborazioni con associazioni culturali, autori, esperti di letteratura per ragazzi, per offrire al pubblico proposte di qualità in un’ottica di approfondimento critico e di conoscenza e costante aggiornamento.

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La programmazione seguiva alcuni criteri che sono stati linee guida anche per il lavoro svolto in seguito: attività per il pubblico libero con narrazioni, presentazione di libri e incontri con autori, differenziate per fasce d’età, mostre e un ricco programma di didattica. Le proposte di mostre e di formazione per docenti, come anche gli incontri con le classi, erano guidate dall’esigenza di portare a conoscenza il ricco patrimonio della letteratura per ragazzi che in quegli anni si andava arricchendo di importanti e numerose traduzioni di autori stranieri. Erano quindi progetti che andavano nell’ottica della esaustività, piuttosto che dell’approfondimento critico di tematiche e di autori/illustratori, anche se potevano contenere al loro interno alcuni focus. E soprattutto miravano a far conoscere il servizio biblioteca e la sezione ragazzi, la possibilità di accedervi gratuitamente per studio e ricerca e per il prestito, informazioni allora e, forse in parte ancora oggi, non scontate.
Erano gli anni delle ricerche proposte dagli insegnanti e il lavoro del bibliotecario era soprattutto quello di aiutare e fornire strumenti per i percorsi di ricerca: strumenti bibliografici, la ricerca enciclopedica, l’approfondimento con testi di divulgazione a tema. Si svilupparono anche percorsi con l’Archivio storico, sia per far conoscere un Istituto, spesso frequentato unicamente da ricercatori, ma anche per fornire ai ragazzi strumenti di ricerca multipli: dal documento, alla fonte enciclopedica, al saggio. Ricerche su Ciro Menotti, Edoardo Focherini, il vicino Campo Fossoli, il ventennio fascista, la Resistenza, ma anche la peste del ‘600, si rivelarono temi di straordinario interesse, soprattutto nella ricerca d’Archivio.
Inutile dire che tutto questo ha posto le basi, complice anche il terremoto del 1996, per la nascita della Biblioteca Il Falco Magico, uno dei pochi esempi nella nostra Regione e nel panorama italiano.

 

E nello specifico, la biblioteca ragazzi?
Il Falco Magico viene inaugurato nel 2002
in uno spazio prestigioso di 500 mq, a piano terra del Palazzo dei Pio, con ingresso dalla centralissima Piazza Martiri. La scelta non fu in realtà indolore e non condivisa da tutti, in quanto si trattava di uno spazio prestigioso, che sembrava “sprecato” per i ragazzi, ma il progetto di farne uno spazio innovativo, anche con il contributo di artisti, quali il maestro Emanuele Luzzati, ha avuto la meglio sui più dubbiosi.
Il Falco Magico inizia quindi la sua storia con una installazione di Lele Luzzati, inaugurata con una mostra dedicata ai suoi libri di fiabe per bambini, e prosegue un percorso di crescita che porterà ad ampliare i suoi spazi al primo piano del Palazzo dei Pio ospitando la Ludoteca Comunale (2006), una Ludoteca storica, tra le prime aperte in Italia all’inizio degli anni ’80 del secolo scorso. A questi spazi già di per sé molto ricchi si aggiungeranno due sale espositive: la sala Estense  (2007) e la Torre dell’Uccelliera (2009), che vide un recupero strutturale di grande importanza, unitamente al cortile rinascimentale d’ingresso, denominato Cortile del Ninfeo, in quanto giardino privato del principe Alberto III Pio, umanista e ultimo signore di Carpi.
Il 2006 è quindi l’anno in cui viene inaugurato Il castello dei ragazzi che comprende la Biblioteca Il Falco Magico e la Ludoteca Comunale, realizzando un unicum, in cui i due Istituti mantengono la propria identità, pur in un percorso sinergico di progettazione e proposte, quando le due anime di gioco e lettura possono convivere.
Per la realizzazione dei nuovi spazi dedicati alla Ludoteca è proseguita la collaborazione con artisti, tra i quali, oltre a Lele Luzzati, ricordiamo l’illustratore Gianni De Conno che ha realizzato il teatro dei giochi di luce e d’ombra: vere opere d’arte, con lo scopo di regalare bellezza a tutti coloro che vivono e frequentano quotidianamente questi spazi.

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Il Falco Magico possiede oggi un ricco patrimonio di circa 50.000 titoli, con una parte storica di grande importanza; se ci si riferisce al periodo pre Covid i prestiti erano circa 50.000 e le attività didattiche sono arrivate a 11.000 studenti l’anno con una programmazione organica di mostre. Tra queste possiamo ricordare quelle dedicate a Luzzati e Gianini sul cinema d’animazione, all’illustratore André Dahan, ai libri della Emme edizioni in cui sono state esposte le tavole originali del libro di Paola Pallottino Il viaggio incantato, al libro e al film d’animazione L’uomo che piantava gli alberi con un‘esposizione delle tavole originali di Frédérick Back, Tullio Pericoli e Simona Mulazzani e la mostra dedicata alla Freccia azzurra, anche in questo caso libro e film. Alle mostre si aggiungono diversi progetti di promozione della lettura che sono stati fondamentali per la crescita culturale dei bibliotecari, dei docenti e della comunità, che ha avuto modo di avvicinarsi alla migliore letteratura per l’infanzia. 

 

Avete avuto, tra gli altri, il grande merito di incrociare la storia del Castello con quella di alcuni grandi interpreti del libro per ragazzi, a partire da giganti dell’illustrazione che ne hanno segnato l’identità… 
Uno degli elementi che contraddistingue maggiormente Il Castello dei ragazzi sono le installazioni artistiche.
La prima ad essere realizzata, nel 2002, in occasione dell’apertura della Biblioteca ragazzi, fu il Teatro di Emanuele Luzzati collocato nella sala 0-6 anni. Un teatro che si vede in prospettiva, già dall’ingresso, creando immediatamente un impatto emotivo fortissimo.
Non dimentico quando ci siamo recati con l’Assessore Prof. Brunetto Salvarani a casa del maestro Luzzati a Genova, già di per sé un’emozione, e gli abbiamo proposto di realizzare un teatrino per dare modo ai bimbi di giocare, eventualmente con oggetti o pupazzi inerenti personaggi letterari, o delle fiabe. Si pensava a qualcosa di piccolo, alla stregua dei teatrini che si vendono per bambini, ma realizzato dal maestro. La risposta fu immediata: no, deve essere un fondale, grande, un luogo in cui entrare, interagire in maniera ogni volta diversa, uno spazio che i bambini possano reinventare continuamente a loro piacimento. E deve essere collocato in modo da catturare immediatamente il pubblico e portarlo in un luogo “altro”. Non un gioco, ma per il gioco e l’immaginazione. Il Teatro di 4m x 2 h, e poi le seggioline di re e regine e il fondale boschivo, hanno completato l’installazione.

cd866cc6b4063ecd99311ab49bd804e6-Carpi_imm-FALCO-MAGICO-Teatrino-Luzzati-2Sono trascorsi 19 anni, niente di questa realizzazione è invecchiato o superato, i bambini di oggi e d’allora vengono catturati, vi si immergono. Mi piace vederli seduti “sul palco”,  sulle seggioline con un libro in mano “a fare finta di”.  La bellezza, l’arte non hanno bisogno di spiegazioni, di didascalie. Ci chiediamo tante volte come fare educazione all’immagine ai bambini: basta immergerli in un contesto d’arte autentica. Sono convinta che i bambini che hanno avuto la possibilità di frequentare questo luogo porteranno con sé un ricordo vivido che speriamo possa essere un antidoto alle immagini povere e spesso volgari che ci circondano. 

La realizzazione del teatro è stata accompagnata dal disegno del logo per la Biblioteca Il Falco Magico che si ispira alla leggenda sulla fondazione di Carpi e alla realizzazione di Re Astolfo, una struttura materica alta un paio di metri, collocata nel cortile d’ingresso del Castello dei ragazzi, che si ispira alla medesima leggenda.

Il progetto di unire la Ludoteca alla Biblioteca nello stesso luogo, anche se in spazi distinti, ma comunicanti, risale al 2006 ed è stata guidata dall’idea di rinnovare profondamente la Ludoteca storica di Carpi, integrando il gioco libero e i giochi da tavolo, con un progetto che avesse anche un segno artistico, unendo gioco e arte, che ha, quest’ultima, un linguaggio plurale, metaforico e capace di aprirci le porte di spazi nuovi e futuri. L’artista infatti spesso anticipa con il suo sguardo visionario mutamenti e ci porta in luoghi inaspettati, ma allo stesso tempo rivelatori.
La Ludoteca è composta di uno spazio 3-6 anni e un secondo, distinto fisicamente dal primo, dedicato ai bambini e ragazzi dai 7 anni. Per i più piccoli già si utilizzava un gioco d’ambientazione, in particolare la casa. Si tratta di giochi che i bambini utilizzano molto spesso: sono ad esempio la ferrovia, con la stazione e i binari, la casa delle bambole, il castello, il garage etc. L’area individuata era il piano terra di una torre medievale d’avvistamento, non molto grande, (30 mq), ma sufficiente ad ospitare una struttura tridimensionale. La scelta fu unanime: la casa sull’albero, con una scala per accedervi, lo spazio cucina con suppellettili, e – grazie alla presenza di una nicchia nel muro, una cameretta con pupazzi e uno scivolo per accedervi dalla casetta. E anche per questo progetto fu scelto il maestro Luzzati, che realizzò dapprima un disegno, poi un modellino e infine la struttura vera e propria con suoi collaboratori: Roberto Rebaudengo e Mario Torre.

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Chiedemmo infine a Lele quali elementi di arredo avrebbero potuto ospitare i giochi per questa fascia d’età, che volevano collocare in questo spazio. Anche in questo caso la risposta fu immediata: un capanno, che ben si inserisce nel complesso boschivo in cui è inserita l’installazione. Una luna, un sole e mobile di uccellini appesi al soffitto completano il progetto, con la possibilità di lavorare sull’intensità della luce per creare l’atmosfera più idonea a giochi e narrazioni. La casa sull’albero è un esempio unico di gioco e arte che attrae tanto i bambini, quanto gli adulti che chiedono di salire e sbirciare questa casa che rappresenta ed è un mondo fantastico nel quale immergersi ad ogni età.

L’area invece destinata ai più grandi si compone di uno spazio con tavoli e sedute per i giochi da tavolo, mentre sullo sfondo è stata realizzata un’area per il Teatro dei giochi di luce e d’ombra, divise tra loro da un arco scenico, realizzato dall’artista Gianni De Conno.

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Il gioco delle ombre è anch’esso di ispirazione luzzatiana e le sagome sono state infatti create appositamente per il Castello dei ragazzi da Nicoletta Garioni di Teatro Giocovita di Piacenza, una realtà nota a livello internazionale, e che iniziò la propria storia lavorando con Luzzati. Giocovita ha anche progettato la parte tecnica che permette un utilizzo della luce mirato e artistico, che si adatta alle diverse situazioni ed esigenze.
E’ uno spazio di 60 mq e la parete scenica disegnata e affrescata in loco da Gianni De Conno è di m 6x 5,50 h. L’artista ci aveva proposto due bozzetti, dove l’elemento luce e buio, giorno e notte erano centrali. E’ stato scelto un disegno che riproduce due figure giganti: il giorno e la notte che portano in palmo rispettivamente il sole e la luna e sono collocate ciascuna lateralmente come ali di un sipario.  L’una di colore arancio-rosso, la seconda azzurro-blu. La parte centrale dell’affresco è invece un paesaggio fiabesco, onirico, che passa gradualmente dalla notte al giorno. Una zona è  quindi immersa in atmosfera lunare che va via via cedendo il passo alla luce.

L’Architetta Francesca Santolini che ha progettato gli spazi della Ludoteca ha scelto come sedute sedie e sgabelli che hanno lo schienale a forma di sole, di luna e di stella, mentre i lampadari realizzati in ferro battuto da un artigiano modenese, ricordano i lampadari a forma rotonda dei castelli medievali e riportano anch’essi come elementi decorativi il sole e la luna.

Le scelte che hanno guidato la realizzazione di questi spazi sono fortemente di ispirazione artistica. L’estetica e la bellezza sono elementi che si mescolano e si fondono senza cesura con i libri, con la lettura e con i giochi e accompagnano l’utente grande e piccolo alla scoperta di un luogo capace di rinnovarsi continuamente grazie all’interazione con il pubblico stesso, in quanto il Teatro di Luzzati, la Casa sull’albero e il Teatro della luce, non sono quadri posti su una parete per essere ammirati, ma sono fatti per essere giocati, letti e riscoperti ogni volta.

Se il tutto si colloca all’interno di un Palazzo rinascimentale, ogni elemento architettonico, artistico e di arredo, come pure la lettura, i libri e il gioco, acquisiscono un nuovo valore, sono, singolarmente o presi tutti assieme, parte di un processo educativo che vede bambini e ragazzi posti al centro di un progetto pedagogico di una comunità tutta