di Andrea Naselli – Liceo scientifico “Concetto Marchesi” (Mascalucia)
Il libro
Miriam de San Sereada, La fata e il drago, 2021
Un accenno di trama
Un’isola senza tempo, dove gli uomini vivono sottomessi ai loro feroci colonizzatori. Gli invasori hanno bandito gli antichi culti e sterminato le creature magiche che li alimentavano, mutando l’equilibrio tra uomo e natura. Due giovani sopravvissuti al genocidio delle rispettive specie, inizialmente ignari l’uno dell’altra, si ritrovano insieme, raminghi e costretti a celare la propria vera natura. Ma nonostante la loro diversità, impareranno a riconoscersi nell’anima, a far tesoro dei doni ricevuti e a sostenersi nell’elaborare i loro travagliati e dolorosi vissuti: di orfani, di esseri marchiati dalla diversità, di solitudine. In un crescendo di eventi e colpi di scena, con estremo coraggio, abbracceranno uniti il loro destino, per mutare le sorti di quelle terre e delle genti, giunte al limite della sopravvivenza. Troveranno inattesi alleati, con un epilogo che tiene il fiato sospeso e lascia il segno.
“Comandare vuol dire essere come un padre! Si può scegliere di esser duri e severi, o permissivi e comprensivi, ma ciò che conta è il bene delle persone che ti sono affidate”
Cosa ne penso
L’autrice la definisce una fiaba. Difatti, il prologo abilmente fa che sia un nonno a narrarla al proprio nipotino. È una fiaba a tutti gli effetti, perché definirla un fantasy sarebbe riduttivo e svilente. La struttura della storia, la morale sottesa la rendono tale. Ma a mio avviso è ancora di più. La trama gradualmente si infittisce di nuovi personaggi, che dallo sfondo assurgono a veri co-protagonisti: di ognuno di essi, nel corso del romanzo, si delineano i caratteri e si ha modo di seguirne il travagliato percorso non solo di eventi subiti, ma soprattutto interiore. Proprio questo alternarsi, tra le righe, di azione e introspezione, narrato con uno stile linguistico volutamente un po’ aulico, affinché ci si senta immersi in quei luoghi senza tempo, rende il libro una lettura avvincente, ma anche emozionante, che spinge veramente a riflettere su tutti i temi salienti dell’esistenza umana: l’amore tra genitori e figli, anche adottivi; il dilemma tra perdono e vendetta; il crescere marginalizzati; la politica e la bramosia di potere; la fede e il fanatismo; il rispetto per i cicli della vita e della natura. Mi ha coinvolto e fatto sorridere, emozionare, indignare, tenendomi col fiato sospeso, sino all’epilogo che è sorprendente e mi ha veramente lasciato commosso e non più lo stesso. Un romanzo di formazione, ideale per chi come noi affronta l’ignoto e angoscioso passaggio all’età adulta. Lascia il segno. Ti cambia nel profondo. Lo consiglio sinceramente.
I consigli del lettore
I Racconti di Terramare (film d’animazione) per il modo in cui è costruita l’ambientazione;
L’Attacco dei Giganti (serie TV d’animazione e fumetto) per il modo in cui è affrontata la tematica politica;
Naruto (fumetto) per il modo in cui racconta della crescita dei personaggi.
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