di Elisabetta Labella – ISS “Federico II di Svevia” (Melfi)

Mi è stato chiesto, durante le lezioni di latino nella mia classe 1AC del Liceo Classico che suono avesse la lingua parlata dai Romani. Da qui è nata l’idea di coinvolgere i ragazzi, affacciatisi per la prima volta allo studio della lingua latina, nel progetto di lettura ad alta voce delle favole di Fedro. Così, la lingua ‘morta’ è resuscitata, letta ad alta voce dagli alunni ai quali è stata assegnata una favola per ciascuno, da leggere ai propri compagni. Ci siamo divertiti, abbiamo riflettuto sulle tematiche proposte da Fedro e sempre attuali. Infine i ragazzi si sono messi in gioco mettendo in campo le loro competenze digitali, realizzando file audio con i testi da loro letti e da ultimo una sorta di libro parlante in cui a ciascun testo è associata la traccia audio corrispondente.

L’idea nasce sotto la spinta della curiosità degli alunni che nell’avvicinarsi per la prima volta alla lingua e alla cultura latina si sono chiesti come fosse la lingua latina parlata, con che cadenza parlavano i Romani e che suono avesse la tanto temuta ‘lingua morta’. La curiosità e l’entusiasmo dei ragazzi, quegli occhi vividi e assetati di sapere mi hanno indotta a voler partecipare, in primis, alle giornate di lettura ad alta voce nelle scuole ed in un secondo momento a pensare ad una attività di lettura che prevedesse la presenza di testi in lingua latina. La scelta della lettura delle Fabulae di Fedro, dunque, è stata dettata dal fatto che le favole si prestano in maniera eccellente alla lettura in lingua, per brevità e soprattutto perché il loro insegnamento è particolarmente efficace ed adatto alla riflessione personale e collettiva, senza annoiare e divertendosi. Il progetto si prefigge lo scopo di ‘contagiare’ i ragazzi con storie antiche ma sempre attuali, di appassionarli alla lettura, all’ascolto ed alla fruizione di quella lingua ‘conclusa’ la cui aura permane e persiste nell’attuale quotidiano. Le attività previste sono state articolate  in diverse giornate, in cui ciascun alunno della classe ha letto ad alta voce una favola diversa ai suoi compagni, per poi dar luogo ad un debate finalizzato alla riflessione personale e collettiva sull’attualità della lingua latina e degli insegnamenti fedriani. Nelle giornate immediatamente precedenti la docente ha introdotto opportunamente l’autore, il periodo storico ed il genere letterario della favola, attuando collegamenti funzionali e pluridisciplinari per poter meglio comprendere sia il contesto storico in cui le favole si inseriscono, sia il genere favolistico e la sua struttura.
A conclusione delle attività di lettura ad alta voce è stato realizzato un audiolibro contenente le tracce audio delle favole lette dalla diretta voce dei ragazzi.
Fedro amava scherzare con racconti immaginari e con lo scherzo ha saputo educare intere generazioni di bambini ed adulti che, oltre il limite del reale e concreto, hanno fermamente creduto che non solo gli uomini potessero parlare, ma anche gli animali e addirittura che gli alberi avessero qualcosa da raccontare ed insegnarci.

 

Per maggiori informazioni sull’iniziativa: elabella@liceomelfi.eu