di Tommaso Liberatore – Scuola Secondaria di Primo Grado “Savini” (Teramo)

Il libro
Luigi Garlando, ‘O maé. Storia di judo e camorra, Piemme, 2018

Un accenno di trama 
Filippo, nato a Scampia, ha 14 anni ed ha già un lavoro. Esso consisteva nel fare da guardia alle vele: famosi edifici degli anni ’60 che sono ormai decadenti, simbolo di Scampia. Fortunatamente suo zio (Zio Bianco) decise di iscriverlo alla palestra di judo di Maddaloni. Dopo i primi mesi il maestro pose a Filippo una scelta, o il sistema mafioso o la palestra di judo. Filippo inizialmente non decise nessuna delle due ma successivamente il maestro Maddaloni lo scopre e decide di espellerlo. Filippo quindi ritorna a lavorare per la mafia , ma viene riavvicinato alla palestra tramite una sua amica che facendogli ricordare le mosse gli fa cambiare idea.

Cosa ne penso   
I temi principali sono quelli della camorra e dell’amicizia. Invece il messaggio che ci vuole trasmettere Luigi Garlando è quello che il distino si può cambiare. Il mio giudizio personale riguardo al libro è che la trama pur essendo complicata rimane comunque bella, il linguaggio usato Da Luigi Garlando è un linguaggio comune che però in alcune parti si mischia con il tipico dialetto napoletano, una cosa che mi è piaciuta molto è quado Filippo paragona la sua storia alla trama dell’Iliade che legge durante il libro.