della Redazione

Si arricchisce ancora il ciclo di interviste (leggi QUI le altre) a chi si occupa in prima persona di promozione della lettura: librai, bibliotecari, blogger, esperti di illustrazione e letteratura per ragazzi e per l’infanzia. Roberta Favia è laureata in lettere moderne e ha un dottorato e un postdoc in letteratura contemporanea presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. La sua specialità è la critica letteraria e la storia dell’editoria, in questo settore ha all’attivo alcune pubblicazioni su riviste scientifiche di settore. Da anni si occupa per lavoro di progettazione, attività didattiche e comunicazione al Museo ebraico di Venezia, gestione CoopCulture. Dal bisogno di studio e dalla necessità di lavorare al riconoscimento della qualità della letteratura per l’infanzia è nato il blog Teste Fiorite, e da esso l’associazione nel 2014.

1. Come sei arrivata alla promozione alla lettura, qual è il tuo percorso professionale?

In realtà più che di promozione della lettura mi occupo da sempre di letteratura e di teoria letteraria. Il mio percorso di studi è legato alla letteratura e alla critica letteraria con un dottorato e assegno di ricerca dedicati. Concluso il periodo di lavoro nella ricerca accademica ho provato a convogliare tutte le competenze in materia sulla letteratura per l’infanzia e l’adolescenza per le quali nutri da sempre grande passione e senso di “rivalsa” nei confronti del poco riconoscimento che il mondo degli studi letterari gli riconosce. 

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2. Fai una breve presentazione di te e delle tue attività legate alla lettura in particolare nelle scuole.

La mia attività, oltre a quella di scrittura del blog con post di recensioni e critica, è sostanzialmente basata sulla formazione. La mia idea è quella di provare a far arrivare libri di qualità a un maggior numero possibile di giovani lettori formando le e gli insegnanti. Quindi propongo corsi di formazione su vari temi che faccio io nelle scuole dove mi chiamano, oppure corsi con grandi autori, illustratori e esperti del settore presso la Fondazione Querini Stampalia che da oltre tre anni ci ospita. Propongo anche dei progetti con bambini e ragazzi, uno a cui tengo molto si intitola “nutrire lettori” e si basa sul circle reading di Chambers. Quest’anno da agosto ho lanciato “Lasciami leggere” portando in Italia un’idea che in alcuni paesi europei già funziona da tempo: 15 minuti al giorno sempre alla stessa ora, per almeno un quadrimestre, di lettura solitaria e silenziosa adatto dalle scuole dell’infanzia alle secondarie di secondo grado. In realtà sono venuta poi a sapere di un progetto simile ma pensato solo per le superiori e solo nel lombardo-veneto, per quel che mi risulta. A oggi sono oltre 1400 le classi di tutta Italia che hanno aderito a “Lasciami leggere”, io le seguo da dietro le quinte fornendo materiali, bibliografie e provando a rispondere alle varie necessità che gli e le insegnanti esprimono. 

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3. Perché per te è importante fare promozione alla lettura e leggere ad alta voce?

Leggere è l’attività che ci definisce come esseri umani, anche a livello neurologico, e che più fa sviluppare non solo alcune competenze cerebrali ma soprattutto alcune componenti tipicamente umane come l’empatia e la capacità di assumere punti di vista diversi dal proprio. La lettura ad alta voce in tutto questo aiuta sia ad avvicinare alla lettura in senso proprio sia a stabilire una profonda relazione empatica e affettiva col lettore. 

4. Come costruisci i tuoi percorsi di lettura? Come sono strutturate le tue letture con i bambini?

È difficile che strutturi dei veri e propri percorsi di lettura, solitamente mi baso sulla proposta di varie storie senza alcun tipo di volontà o di tendenza didattica o didatticistica. Le storie si susseguono e la sequenza e la proposta segue per lo più lo sguardo e il desiderio di chi ascolta e che cerco di captare. Sono pronta a prendere varie strade, per questo quando faccio letture con bambini e ragazzi ho sempre molti libri diversi con me. Altra cosa è quando faccio percorsi che immagino “tematici” in cui i libri ruotano attorno a un focus ma in maniera sotterranea, silenziosa come direbbe la Lepman. È accaduto ad esempio con le letture di “mediterraneo migrante” portate in 60 classi in cui abbiamo letto albi illustrati eccezionali che mai trattavano il tema dei migranti direttamente (con un paio di eccezioni eccellenti come con i libri di Armin Greder) ma piuttosto raccontavano la diversità dei punti di vista, la paura e l’identità. 

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5. Hai un tuo metodo? Quali sono i tuoi maestri di riferimento?

Non parlerei di metodi. Credo che l’eclettismo sia una buona scelta per valutare di volta in volta l’approccio migliore. È fondamentale, secondo me, conoscere vari approcci e varie ipotesi teoriche e pedagogiche ma poi lavorare secondo la propria esperienza di volta in volta adattandosi alle esigenze di chi si ha davanti. Mi piace molto partire dall’idea del reading circle e di volta in volta provar ad adattarlo alle situazioni, agli occhi dei lettori, naturalmente dietro c’è Rodari, ma anche Munari, e anche la Montessori, e Korczac, ma mescolati insieme, non sono una “purista” dei metodi, anzi… 

6. Quali sono le caratteristiche che un libro per bambini deve avere per essere un buon libro?

Che domanda complessa! Provo a sintetizzare: metterei la qualità estetica e letteraria prima di tutto. Una qualità che riguarda ogni aspetto del libro, anche fisico e tattile, e dell’edizione. Le storie devono essere non didattiche, non stereotipate e non – come mi piace dire con un’espressione che i bambini comprendono subito – che “puzzino di adulto”. 

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7. Quali sono per voi i tre libri più belli per bambini dai 3/6 anni?

Come si fa a sceglierne solo tre!? Chiedo scusa a tutti quelli che lascio fuori!

  • Il principe tigre, Chen Jang Hong, Babalibri,
  • Questo è il mio cappello, Klassen, Zooplibri
  • Stupido libro, Ruzzier, Topipittori 

8.  Quali sono per voi i tre libri più belli per bambini dai 6/11 anni?

  • Dick e io, Steinhofel, Beisler
  • Pippi calzelunghe, Lindgren, Salani
  • Il meraviglioso Cicciapelliccia, Alemagna, Topipittori

9. Quali sono per voi i tre libri più belli per Giovani Adulti?

  • L’isola, Armin Greder, Orecchio acerbo
  • Il grido del lupo, Burgess, Equilibri
  • Danza sulla mia tomba, Chambers, Bur

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10. Parlando di promozione alla lettura, quanto pensi sia importante il ruolo della scuola e delle insegnanti, della famiglia, della società?

Il ruolo della scuola è fondamentale e direi quasi definitivo e non per caricare la scuola dell’ennesima mancanza delle famiglie e della società, ma perché nelle classi di scuola pubblica si ha davvero la possibilità di arrivare a tutti senza distinzione di disponibilità economica, estrazione sociale, lingua, cultura ecc. È un’opportunità unica per narrare storie e favorire l’incontro tra esse e i lettori di ogni età a cui credo davvero la lettura, o meglio le storie, possa cambiare la vita, offrendo quanto meno ipotesi di vita parallele, diverse ed alternative, o anche, perché no, conferme. La famiglia naturalmente è il luogo in cui si potrebbe lavorare sin dai piccolissimi e infatti credo che il suo “potere” in termini di abitudine alle storia si sviluppi soprattutto nella possibilità di esporre i bambini alla lettura sin da piccolissimi nonchè all’affettività legata alla pratica di lettura quotidiana. Quanto alla società potrebbe davvero fare la differenza ma non mi pare che si stia andando in questa direzione, mi pare ci sia un ritorno di orgoglio per l’ignoranza, di disprezzo per tutto ciò che è cultura, in questo contesto alla scuola e alla famiglia sta ancor di più il dovere di lavorare controtendenza, in direzione ostinata e contraria, come direbbe De André. 

11. Quali sono secondo te i fattori che contribuiscono a ottenere nei giovani un rapporto sano con l’oggetto libro/con la lettura?

Beh, direi l’esposizione alla lettura di storie belle, intense e quando possibile divertenti, fuori da ogni tipo di obbligo e di insegnamento; la presenza di libri sempre e dovunque e di ogni tipo e la libertà di accesso ad essi. Credo sia francamente più semplice di quello che possa sembrare: se ci si mette a lavorarci i bambini e ragazzi sono sempre attratti dalle storie e l’unico modo è fargliele trovare dappertutto in maniera sileziosa e non invadente o con finalità educativo-didattiche…

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12. Qual è il tuo libro preferito di sempre?

Ho un debole per i libri ironici e divertenti e per gli albi illustrati ma non saprei individuare un titolo solo… Invece se penso a un libro che non è di narrativa, né per bambini ma che so avermi cambiato il punto di vista sul mondo, penso alle Lezioni americane di Calvino, che mi hanno sempre guidato nell’interpretazione della scrittura e non solo. 

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13. Qual è la tua citazione letteraria preferita?

Senza pensarci troppo direi, su due piedi, la fine dell’albo Gli uccelli di Albertine e Zullo, Topipittori: “Un solo minuscolo dettaglio può cambiare il mondo”.

Per approfondire: testefiorite.it

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