DESCRIZIONE
Il romanzo Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa è uno dei pilastri della nostra letteratura. Uno di quei romanzi che tutti dovrebbero leggere nella propria vita, un po’ come I Promessi Sposi, La Divina Commedia e Il Maestro e Margherita.
Quando si parla di “classici” non ci si può sempre aspettare un romanzo semplice, una storia scritta per distrarci. I “classici” sono impegnativi, difficili da leggere e, a volte, anche da comprendere.
Il Gattopardo, sicuramente, rientra tra questi.
Il testo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, venne pubblicato dopo la morte dello scrittore, nel 1958.
Il libro, considerato da alcuni un romanzo storico, è ispirato alle vicende che riguardarono la famiglia dell’Autore, in modo particolare del bisnonno, vissuto durante il Risorgimento.
Già dalla sua prima uscita, suscitò entusiasmo, ma anche perplessità: fu un vero caso letterario.
Nonostante ci troviamo negli anni in cui si fa evidente il declino di una letteratura politicamente impegnata, l’imponente figura del Principe di Salina che di fronte al declino inesorabile della sua classe, l’impresa dei Mille e la conseguente ascesa del ceto borghese, non sa fare altro che osservare le stelle dal suo osservatorio astronomico, o teorizzare la salvezza della vecchia aristocrazia, in accordo con la celebre formula «bisogna cambiare tutto perché non cambi niente», fa subito gridare alla rinuncia. Lo stesso stile ottocentesco del romanzo, nel momento di passaggio fra il neorealismo e le nuove soluzioni narrative, appare come un ritorno al passato.
In realtà Il Gattopardo può essere considerato un’ amara riflessione sul tema del disfacimento e della morte, a cui fa sfondo la descrizione di una Sicilia mitica e sonnolenta. Ed è proprio a questi temi che è affidato il valore artistico, e perciò universale, del romanzo.