DESCRIZIONE
In occasione della settimana dedicata alla lettura, le classi 2B e 4A del Liceo Classico “Zingarelli – Sacro Cuore” di Cerignola (FG) partecipano all’ iniziativa “Libriamoci”, leggendo l’opera di Virgilio, l’Eneide con una riflessione particolarmente attenta alla figura di Enea, eroe moderno di una impossibile nostalgia. Tale scelta letteraria è stata effettuata in continuità con gli argomenti curricolari trattati e con l’incredibile modernità di un eroe “che cerca un nuovo inizio con in mano il bene più prezioso: la capacità di resistere e di sperare” come ci suggerisce la lettura del testo di A. Marcolongo “La lezione di Enea” e in un periodo storico, questo, segnato dall’ incertezza e dalla paura. Tale attività è stata svolta online e i ragazzi sono stati coinvolti nella lettura ad alta voce di passi scelti.
«Italiam non sponte sequor», «L’Italia, costretto io la cerco» (Virgilio, Eneide,IV, v. 361)
In una singola affermazione si chiude e si esemplifica il senso del viaggio eneadico, dalle sponde della Troade sino ai lidi laziali, toccando innumerevoli latitudini e superando con dolore molti ostacoli. Il dramma del protagonista, raccontato nel poema virgiliano, risiede nella lotta tra volontà e un dovere morale imprescindibile, titanico, che persiste lì dove all’uomo non è concesso di guardare e dove gli dei possono soltanto dare una sbirciata. Enea è l’eroe pio e la pietas, è un sentimento tanto avulso dai domini umani e pure emblema stesso d’una umanità più profonda e completa. Enea vorrebbe restare, ma è costretto ad andare, sempre, come quando si trova a cospetto di Didone in lacrime che, adirata, lo prega di non partire. l’Eneide è il racconto dell’avvento dell’uomo cosciente, che rifiuta l’illusione, l’idillio e intuisce che non può scendere a compromessi con la propria Natura, ma solo accettarla ed imparare a conoscerla.
Enea si pone agli antipodi rispetto a Odisseo: egli non può indulgere nella nostalgia e dunque il suo compito è proprio quello di dimenticare il ritorno. Enea deve dimenticare, perché il suo Fato lo spinge in avanti, al futuro, a Roma. Per tale motivo, oggi, la storia di Enea è indispensabile, perché può educare l’uomo a comprendere e accettare senza timori il cambiamento. Non possiamo smettere di aver paura di ciò che verrà, di ciò che bussa alla nostra porta: però, possiamo imparare a non lasciarci annichilire, a non lasciarci incattivire dall’ ignoto, accettando il cambiamento ed imparando a conoscere ciò che di diverso si affaccia al nostro sguardo. Possiamo scegliere, come giocare la partita della nostra vita. Abbiamo la responsabilità morale, ecco la pietas, di scegliere come vivere il tempo che ci è concesso, di cosa fare di quel dono irripetibile che è la vita. Non solo resistere alle difficoltà, non solo stringere i denti, non solo non cedere al ricatto dell’angoscia, ma reagire trovando un senso allo sgomento, comprendere la propria emotività e quella degli altri, partire dai propri fallimenti per farne delle opportunità. Questa è oggi, la lezione più importante di Enea.