DESCRIZIONE
Si può educare alla pace, intesa come trasformazione nonviolenta, creativa, dei conflitti, senza mai pronunciare tale, problematica, parola, per evitare di cadere nella retorica ed è proprio quello che riesce a fare David Almond nella suggestiva storia di cui è autore. In un mondo in cui elementi fantastici e sovrannaturali hanno il sopravvento, si può persino arrivare a vagheggiare uno straordinario romanzo/racconto di formazione. Skellig, i due bambini protagonisti, Michael e la sua amichetta Mina, sono, in effetti, come delle rocce, saldi, forti, capaci di superare le difficoltà che incontrano nella loro ancor giovane esperienza di vita. Un atteggiamento che Mina sintetizza dicendo che “a volte dobbiamo accettare che ci sono cose che non possiamo sapere”. E saranno capaci di aiutare Skellig, il personaggio misterioso e intrigante che Michael ha scoperto nel garage dismesso e cadente della nuova casa dove si è da poco trasferita la sua famiglia, a superare lo stato di debilitazione in cui si trova. L’autore parla di “una storia che è una sorta di redenzione” e l’incanto è nella realtà, basta saperla guardare con occhi diversi. Dietro a un essere brutto e raccapricciante si può nascondere una creatura straordinaria. In un’atmosfera delicata e dai contorni sfumati, l’autore ci regala una storia intensa e originale, in cui il non detto e il misterioso la fanno da padroni. Non troviamo quell'ossessione tipica di tanti scrittori, specialmente per bambini, di spiegare tutto: così come nella vita non si hanno sempre risposte certe (anzi, quasi mai), così il lettore e il protagonista sono obbligati ad accettare la realtà per come è, con i suoi pregi e i suoi difetti. È un racconto che parla della natura e dell’amore, del sottile confine tra la vita e la morte, nel solco tracciato dal grande William Blake. Un romanzo per bambini, ma soprattutto per adulti: per i grandi che non sono più capaci di guardare il mondo con occhi spensierati, per chi ha dimenticato che le scapole non sono che il ricordo delle nostre ali.
Terminata la lettura è spontaneo quasi augurarsi di avere la fortuna di incontrare nella propria vita un altro Skellig per perdonare se stessi, resettare la propria coscienza e volare a vista verso una nuova esistenza, quella in cui si è, finalmente, veri e puri di cuore, quasi incontaminati e liberi da ogni sovrastruttura che ci impedisce di spiegare le ali.